CULTURA, post-esotismo. Antoine Volodine: Liturgia del disprezzo

È il primo libro proto-esotico del fondatore del post-esotismo, per la traduzione di Anna D’Elia. L’autore sarà in tour in Italia fino al 10 ottobre: martedì 8 ottobre alle ore 17:30 presso l’Università Ca' Foscari a Venezia Ca' Dolfin (con Julien Zanetta), mercoledì 9 ottobre alle ore 18:30 a Milano presso la Libreria Feltrinelli in Viale Sabotino assieme ad Alessandro Zaccuri

Liturgia del disprezzo, pubblicato nel 1986 e vincitore del Grand Prix de la Science-Fiction Française, rappresenta l’acmè del rapporto dello scrittore con la fantascienza letteraria ed è considerato il vero libro precursore del post-esotismo. Preludio ideale a Sogni di Mevlidò, fra le pagine si trovano già tutti i topoi dell’immaginario volodiniano, dagli interrogatori polizieschi, ai gorghi di ambiguità tra realtà e sogno in una dialettica fra noi e gli altri dai contorni sfumati. Una colata lavica di sogni e incubi, un labirinto sinestetico in cui i contrari si annullano, i tempi non esistono, i mostri da cui scappi forse sono dentro te stesso, e ciò che rimane molto forte e molto chiaro sono i colori, i suoni e, immancabili in Volodine, gli odori.

TERRORE FAVOLISTICO

Con un occhio a Tarkovskij, ai racconti di E.T.A. Hoffmann e alle fiabe orrifiche dei fratelli Grimm, Volodine dispiega tutto l’armamentario del terrore favolistico infantile, costruendo una “storia a specchio” piena di inseguimenti, interrogatori, personaggi duplicati e slittamenti dei piani spazio-temporali, all’insegna di uno sfrenato onirismo e di un gusto forse ineguagliato per l’immaginazione. Ambientato in una imprecisata epoca post apocalittica, tra paesaggi lunari e città devastate da guerre interstellari, Liturgia del disprezzo è un romanzo esaltante e visionario, in pieno stile weird condito da inserimenti splatter, e suggestioni à la Moebius. A farci da guida la voce narrante, che racconta una storia di famiglia dai fortissimi risvolti politico etnici. Una famiglia, forse umana o forse no, forse terrestre o forse no. Popolata da zii, ognuno dei quali dotato di  strani poteri, come quello di  divorare le anime altrui.

ZOOM SULL’OPERA-MONDO

«Dicono che non si arrivi mai a tradurre un testo per caso, ma che si finisca quasi sempre a occuparsi di un autore  per misteriose e telluriche ragioni, ignote solo a chi ne è attraversato. Mi piace credere che sia così e che dunque misteriose e telluriche ragioni mi colleghino all’edificio post esotico e ai libri di Antoine Volodine. Ci sono entrata dal tetto, dall’alto, e vado avanti a ritroso, scendendo un piano dopo l’altro dentro la sua imponente costruzione.  Della teatralità dei suoi romanzi si è scritto e detto molto, anche se non tanto, forse, quanto del suo occhio cinematografico, della sua fascinazione per il singolo fotogramma, i piani sequenza, la composizione visiva, lo zoom.  Eppure la creazione di uno spazio scenico dove far muovere personaggi e parole è onnipresente nei suoi  testi, insieme a un’attenzione ossessiva per il  ritmo e il timbro della frase che danno vita a una étrange partition sonore, dove suoni e immagini “sprigionati” dalle parole, concorrono a dar vita a un’opera-mondo».

ANNA D’ELIA

L’autore Fondatore e portavoce del movimento post-esotico, corrente letteraria che mescola realtà onirica e politica,Antoine Volodine è nato in Francia nel 1950. Tra le opere pubblicate da 66thand2nd, Terminus radioso (prix Médicis 2014), Il post-esotismo in dieci lezioni, lezione undicesima, Gli animali che amiamo, Sogni di Mevlidò, Streghe fraterne, Le ragazze Monroe. 66thand2nd ha anche pubblicato Black Village, a firma dell’eteronimo Lutz Bassmann.

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