a cura di GLR – «Coraggio, provocazione, ironia», dichiara Manuela Kustermann che firma il progetto, drammaturgia e regia, con la collaborazione di Gaia Benassi dopo aver lavorato su una massa grandissima di materiale di archivio per costruire «non uno spettacolo in senso tradizionale, ma una serata immersiva, una specie di concerto, recital, happening tra documenti (c’è un pezzetto del restaurato film che Schifano girò sul Risveglio di primavera) e ricordi pubblici e privati, miei e di Massimo Fedele, membro storico della compagnia, più, anche se meno antico, Paolo Lorimer, proprio per fare un po’ di storia, testimonianza per chi non c’era, per i giovani di oggi, ma anche alleggerendo con aneddoti, andando a memoria o col leggio, tra musiche recuperate e mille immagini».
LA FABBRICA DELL’ATTORE
È una piece dal ritmo serrato e coinvolgente nella quale gli interpreti si alternano in una ricordo molto presente ed attuale delle esperienze teatrali nate con i fermenti sociali e i movimenti giovanili degli anni Sessanta e Settanta, quando i problemi concreti, reali e quotidiani venivano vissuti come esperienze aggreganti. In quel periodo attorno a Giancarlo Nanni e a Manuela Kustermann si formò un gruppo di lavoro che spaziò fra teatro, cinema, danza, musica e arti visive. Nacque così il gruppo Space Re[v]action che trovò la prima sede stabile presso il Teatro La Fede, a via Portuense 78, dove attorno alla coppia di attori si formò un gruppo di lavoro dagli interessi molto ampi che spaziava fra teatro, cinema, danza, musica e arti visive.
IMMAGINARIO E PRODUZIONI STORICHE
In quel momento di grandi fermenti la compagnia divenne ben presto un punto di riferimento nella rivoluzione artistica in corso, con spettacoli importanti non solo per il pubblico più giovane ma per tutto il dibattito culturale. Nacquero così produzioni storiche quali A come Alice, Risveglio di primavera, L’imperatore della Cina che diedero vita a un movimento teatrale il quale privilegiava l’immagine rispetto alla parola e che sarà conosciuto come scuola romana. Proprio in questo gruppo si formarono registi e artisti come Memè Perlini, Giuliano Vasilicò, Pippo Di Marca, Valentino Orfeo, Massimo Fedele, Dominot, Alessandro Vagoni. Il Teatro La Fede ospitò artisti internazionali come Steve Lacy, John Cage autore molto considerato da Nanni, Gérard Gelas ed anche The Living Theatre, compagnia storica del teatro d’ avanguardia americano.
I RICORDI DI MANUELA KUSTERMANN
Ma ci furono anche altre “ospiti” guidate dalla curiosità. Manuela Kustermann ha ricordato la visita di un gruppo di monachelle che erano venute a informarsi sul programma, convinte dal nome che fosse un teatro parrocchiale. Nel corso dello spettacolo è stata anche citato un bell’articolo di Dacia Maraini sui fermenti del teatro d’ avanguardia che produceva grandi innovazioni culturali in spazi fisici angusti proprio come il sotterraneo del Teatro La Fede, umido ed affollato nonchè con un solo camerino. Con il biglietto a 300 lire e le spese crescenti da pagare la vita era una lotta continua per la sopravvivenza, In un momento difficile arrivò il celebre attore e regista francese Pierre Clementi, uomo generoso ed anticonformista che donò 600.000 lire (di cinquant’anni fa) per poter pagare affitti e bollette arretrate, evitando la chiusura del teatro. Possiamo proprio dire che la fede venne premiata.
1989: NASCE IL TEATRO VASCELLO
La storia continua con il varo del Teatro Vascello, avvenuto nel 1989 grazie a una operazione molto innovativa che ha dato vita a una struttura nuova dove sperimentare anche soluzioni sceniche inedite e originali. Un tempo unico, irripetibile, un incrocio di energie artistiche esplosive e straordinarie, tuttora presenti in ogni spettacolo di ricerca. Molti di quei protagonisti di allora non ci sono più, ma la loro luce si riverbera ancora. Alla fine dello spettacolo è stato molto bello veder scorrere sullo sfondo dei veri e propri titoli di coda con tutte le produzioni dal 1974 a oggi, un elenco lungo e glorioso che si arricchisce ancora di giorno in giorno.