STRATEGIA, dominio militare. Cina Popolare: i progressi tecnologici nel settore dei veicoli autonomi

Se il complesso industriale sino popolare consoliderà la propria posizione dominante nel settore dei veicoli autonomi e dei LiDAR, le implicazioni per la sicurezza degli Stati Uniti d’America sarebbero profonde

L’allarme è stato lanciato da Thomas Corbett e Peter W. Singer in un articolo pubblicato da “Defense One” il 3 settembre 2024, https://www.defenseone.com/ideas/2024/09/china-claims-breakthroughs-autonomous-vehicles/399254/?oref=defense_one_breaking_nl&utm_source=Sailthru&utm_medium=email&utm_campaign=Defense%20One%20Breaking%20News:%20September%203%2C%202024&utm_term=newsletter_d1_alert. In esso, gli autori, partendo dalla descrizione della quota di mercato globale coperta dai veicoli a guida autonoma, stimata in due trilioni di dollari Usa (duemila miliardi di dollari), giungono a elaborare la previsione della triplicazione di tale valore nel prossimo decennio.

MACCHINE DALLE APPLICAZZIONI STRAORDINARIE

Queste macchine non costituiscono soltanto il futuro dei trasporti – affermano gli autori dell’articolo -, poiché sono altresì foriere di ulteriori applicazioni nei sistemi intelligenti che attualmente sono al centro dei piani militari sia degli Stati Uniti d’America che della Cina Popolare. In questa corsa economica e militare versso il futuro, lo Shanghai Institute of Microsystems and Information Technology (Simit) dell’Accademia cinese delle Scienze afferma di essere pervenuta a due importanti nuove scoperte che consentiranno di superare uno degli ostacoli maggiormente cruciali al conseguimento dei citati obiettivi, quello relativo alla capacità dei veicoli autonomi di percepire l’ambiente circostante e conseguentemente tracciare i movimenti. I progressi ottenuti dagli scienziati cinesi nella tecnologia del cervello dei veicoli autonomi vengono considerati significativi. Le due innovazioni del Simit concernono le modalità attraverso le quali i veicoli autonomi percepiscono visivamente l’ambiente circostante e, dunque, comprendono i movimenti degli oggetti ivi presenti.

GLI OCCHI DEI VEICOLI AUTONOMI

Quando mappano il terreno per la navigazione, in genere questi veicoli appiattiscono lo spazio tridimensionale in una proiezione a griglia bidimensionale. Ma, sebbene questo metodo sia piuttosto efficace ai fini della riduzione dei tempi di calcolo, comporta tuttavia anche distorsioni ed errate rappresentazioni dell’ambiente. La prima innovazione è stata quindi quella di migliorare il metodo di semplificazione delle rappresentazioni tridimensionali, rendendole un’alternativa più efficiente alla proiezione bidimensionale. Il secondo progresso affina questo metodo, migliorando così la capacità del veicolo di tracciare un oggetto mentre è in movimento grazie a questa rappresentazione tridimensionale, una soluzione che lo pone nelle condizioni di prevedere la propria posizione futura sulla base della traiettoria del momento. Un po’ come il cervello di un essere umano proietta naturalmente la traiettoria di una palla lanciata in aria o di una bicicletta che corre su una strada.

UNA FASE DI INTENSA COMPETIZIONE

Si tratta di scoperte rese pubbliche in una fase di intensa competizione nei settori dei veicoli autonomi, dei sistemi avanzati di assistenza alla guida e degli aerei senza pilota (droni, UAV). Al riguardo va considerato che qualsiasi progresso nel campo dell’automazione è intrinsecamente applicabile al campo militare. Come lo furono nel recente passato i droni commerciali, utilizzati in seguito per la ricognizione e il combattimento. Ebbene, sia l’Armata Popolare di Liberazione cinese (PLA) che il Pentagono, come per altro numerosi altri enti della Difesa nel mondo, stanno attualmente sviluppando veicoli autonomi. Ma, in questo specifico settore gli autori dell’articolo pubblicato da “Defense One” affermano che gli USA oggi si trovano «pericolosamente indietro» rispetto alla Cina nello sviluppo del GPS. Pechino ha perseguito tenacemente per anni l’obiettivo della capacità in questo settore e le innovazioni ottenute dal Simit sono il frutto degli investimenti effettuati dalla National Natural Science Foundation, dalla Chinese Academy of Sciences e dai contributi apportati nel quadro del progetto Science and Technology Innovation 2030, relativo all’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni avanzate, come nel caso dei droni.

IL DOMINIO DEL MERCATO DEI LIDAR

Oltre a questi sviluppi all’interno del cervello dei veicoli autonomi, Pechino procede anche nella ricerca sugli “occhi” delle macchine, che inviano i segnali al computer destinato a interpretarli. Uno degli obiettivi prefissi dai pianificatori strategici di Pechino è quello del dominio del mercato dei sistemi LiDAR (light detection and ranging). Concettualmente simile al radar, esso funziona sulla base delle onde radio, utilizzando i laser allo scopo di segnare le distanze e creare mappe tridimensionali dell’ambiente in tempo reale. Inizialmente concepito per la mappatura paesaggistica e oceanografica, divenuto ben presto uno dei principali sistemi per la visione e la guida dei veicoli a guida autonoma, oltreché in quelli di assistenza alla guida sia nei veicoli militari che in quelli civili. Sempre ad avviso dei due autori dell’articolo, le aziende statunitensi avrebbero recentemente perduto il controllo di questo mercato, prontamente sostituite da quelle cinesi, «sorte apparentemente dal nulla» e proliferate grazie al sostegno dello Stato comunista.

LA CRESCENTE PRESENZA DI PECHINO

Il governo cinese è inoltre attivo nell’acquisizione della proprietà intellettuale all’estero, incoraggiando i produttori stranieri a impiantare stabilimenti produttivi nel territorio della Repubblica Popolare, promuovendo a tale scopo gli standard cinesi sul mercato. Ciò ha ingenerato non poche preoccupazioni riguardo alla raccolta di una enormi mole di dati sull’ambiente circostante mediante i sensori automobilistici fabbricati in Cina ed esportati all’estero, come le telecamere e i LiDAR. Un aspetto che ha portato Washington a rivedere il complesso dei rapporti con il governo della Rpc, monitorando i prodotti LiDAR cinesi al fine di evitare che entrino nelle catene di fornitura del governo degli Stati Uniti d’America. Lo scorso mese di gennaio il Dipartimento della Difesa di Washington (DoD) ha incluso il produttore di LiDAR cinese Hesai nell’elenco delle società operanti negli Usa, mentre in luglio la Commissione per il commercio, la giustizia, la scienza e le agenzie correlate della Camera ha raccomandato al Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio di indagare sui produttori cinesi di LiDAR e sui loro legami con il Partito comunista cinese, oltreché sui contributi forniti al PLA.

UNA STRETTA SULLE AZIENDE CINESI

Ad avviso degli autori dell’articolo si tratterebbe di preoccupazioni fondate, poiché i produttori di LiDAR sino popolari come Hesai, nonostante la loro struttura aziendale contorta, i molteplici shell alle Isole Vergini e l’IPO statunitense, hanno collegamenti con la China Electronics Technology Group Corporation (CETC), società fondata allo scopo di fornire sistemi di elettronica avanzata al PLA. Anche RoboSense, un altro produttore cinese di LiDAR, ha evidenziato legami con l’Harbin Institute of Technology (HIT), a sua volta una delle sette università ritenute filiazione della Difesa nazionale della Repubblica popolare cinese. Una espansione che è indice del crescente peso cinese nel settore dei veicoli autonomi, che se verrà consolidato – concludono Corbett e Singer – comporterà profonde implicazioni per la sicurezza nazionale americana.

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