Nel quadro della LXXXI Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD) ha presentato le attività principali per la stagione 2024/2025, in vista del quarantesimo anniversario dalla sua nascita. Durante l’iniziativa “L’occhio irriverente di un archivio espanso. L’AAMOD verso i quaranta anni dalla fondazione”, che ha avuto luogo il 30 agosto presso la Sala Tropicana 2 dell’Italian Pavilion, sono stati comunicati i nomi dei finalisti della IX edizione del Premio Cesare Zavattini e i vincitori della IV edizione della Residenza Artistica Suoni&Visioni.
I 40 ANNI DELL’AAMOD
Paola Scarnati, fondatrice dell’AAMOD, ha ricordato l’importanza storica dell’archivio e le sue principali funzioni: «Nel 1985 l’Archivio è stato riconosciuto come Fondazione culturale grazie all’incontro di due grandi personalità di quel periodo: Cesare Zavattini, che lo presiedeva, e Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica, assumendo l’attuale denominazione. L’obiettivo era ed è conservare e valorizzare il patrimonio audiovisivo legato alla storia e alla memoria del movimento operaio e democratico italiano. Abbiamo sempre creduto che le immagini in movimento siano uno strumento potente per raccontare le lotte sociali e politiche, e per questo abbiamo lavorato per preservarle e renderle accessibili a tutti. Negli anni, l’archivio si è arricchito di materiali provenienti da diverse fonti, diventando un punto di riferimento per studiosi, registi e chiunque sia interessato alla storia sociale del nostro Paese».
CRESCENTE DOMANDA DI MATERIALI D’ARCHIVIO
Matteo Angelici ha parlato dello stato attuale dell’archivio e delle prospettive future: «Il bilancio per la nuova stagione è decisamente positivo. Stiamo assistendo a un interesse esponenziale da parte degli operatori del settore per l’uso dei nostri materiali audiovisivi nell’ambito di nuove produzioni cinematografiche. Questo trend dimostra come l’AAMOD non sia solo un custode della memoria storica, ma anche una risorsa vitale per la creazione contemporanea. La crescente richiesta di materiali d’archivio è un segnale incoraggiante che ci spinge a continuare a innovare e a espandere le nostre attività». Luca Ricciardi ha presentato la costellazione UnArchive, mostrando il filo rosso che la lega allo spirito originario della Fondazione e ha sottolineato in particolare la grande attenzione della nuove generazioni verso le pratiche di riuso creativo dei materiali d’archivio.
NUOVI PROGETTI
La coordinatrice del Premio Zavattini, Aurora Palandrani, ha annunciato i titoli e gli autori dei nove progetti finalisti, selezionati da una giuria presieduta da Roland Sejko e composta da Benni Atria, Monica Maurer, Ivelise Perniola e Alessia Petitto. La giuria ha apprezzato la qualità e la varietà di temi e approcci al materiale filmico di repertorio dei novanta progetti esaminati, designando come finalisti i seguenti progetti: Sechs monate sommer. Sei mesi d’estate, di Claudio Cesaroni, una storia di emigrazione in Svizzera vista con gli occhi di un bambino; In un soffio. Empty vessels, di Noemi Greco, una rilettura della memoria familiare attraverso materiali d’archivio privati; Com’era qui, com’eri tu, quando non c’ero io, di Meriam Jarboua, che ricostruisce l’immagine dei propri genitori immigrati prima della propria nascita; Echi di memoria, di Alessandro Guerriero, rievocazione del terremoto dell’Irpinia attraverso due testimoni e archivi fotografici d’autore; Giocare a fare la guerra, di Anita Ricci, Marco Rossi, Michele RIdolfi, un’indagine su un combat film finto che ha causato la distruzione di un paese reale; Isterìa in un vestito a fiori, di Marija Stefanija Linuza, una riflessione sul matrimonio e l’etica della vita sessuale ispirata alle idee della scrittrice femminista lettone Ivanda Kaija; Milano infetta. Gli anni del Virus, di Tommaso Cohen, che rievoca lo sgombero dello spazio occupato Virus di Milano e la nascita del movimento punk. Noialtre, di Michele Sammarco, un racconto di storie di donne della pianura veneta; La donnaccia della rupe di Cairano, di Diego Capone, un racconto che mescola immagini del film “La donnaccia” (1965) di Silvio Siano, il suo backstage e interviste a testimoni.
ULTERIORI ATTIVITÀ
Inoltre, la giuria ha selezionato come uditori del workshop di formazione e sviluppo Giovanni Mauriello e Riccardo Calisti, autori di Dissonanza, e Martina Bertuccio, autrice di Briciola. Tutti i filmaker selezionati potranno seguire gratuitamente il workshop, il cui primo incontro è previsto per il 14 settembre 2024 presso la Sala Zavattini della Fondazione AAMOD a Roma. Annunciati anche i sei vincitori della quarta edizione della Residenza Artistica Suoni&Visioni, tre filmmaker e tre musicisti che lavoreranno in coppia sui materiali d’archivio dell’AAMOD, sotto la guida dei tutor Gianluca Abbate e Valerio Vigliar. I vincitori sono stati selezionati tra cinquanta candidature e comprendono Giulia Di Maggio e Giovanni di Giandomenico, Ambra Lupini e Davide Palella, e i musicisti Sara Siniscalco e Riccardo Tesorini.
L’APEROSSA
Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, ha concluso sottolineando l’importanza di queste iniziative per il futuro dell’archivio: «Mentre ci avviciniamo al quarantesimo anniversario, guardiamo avanti con l’ambizione di continuare a essere un punto di riferimento per la cultura audiovisiva, non solo conservando il passato ma anche ispirando il futuro». La prossima iniziativa organizzata dall’ Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS è in programma a Roma dal 10 al 14 settembre: si tratta de L’Aperossa, manifestazione culturale gratuita che offre una varietà di attività con incontri, workshop, trekking urbani, visite museali, proiezioni e live musicali, atte a celebrare tanto il patrimonio storico della memoria d’archivio quanto la storia del territorio locale, con l’obiettivo di una significativa condivisione culturale urbana.
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