«In questi giorni è iniziata una discussione sulla riforma della legge sulla cittadinanza: mi auguro non sia una “bolla” agostana. Una nuova legge è auspicabile e necessaria ed è sciocco ridurla a una contrapposizione ideologica e sterile che finisce per lasciare tutto com’è. Se Forza Italia è realmente disposta ad aprire una riflessione sul tema è molto importante. Io ho presentato una legge di riforma che coniuga ius culturae e ius soli temperato: una formula che risponde alle caratteristiche specifiche dell’Italia e si inserisce nel quadro delle norme degli altri Paesi europei», questo il convincimento espresso da Paolo Ciani, vice capogruppo del Partito Democratico-Idp e segretario di Democrazia Solidale (Demos), espresso a seguito dei lavori in Aula che hanno avuto luogo questi giorni in ordine alla cittadinanza.
LASCIARLI FUORI? E POI?
«Peraltro – egli ha proseguito -, riparte dalla legge che ha fatto più strada nel Parlamento italiano – argomenta il parlamentare di Demos e capogruppo del PD alla Camera dei Deputati -, quella che nella XVII legislatura fu approvata alla Camera dei Deputati con largo consenso, ma non al Senato. L’ho chiamata “Made in Italy”, per sottolineare l’interesse nazionale della riforma e per ricordare la prima campagna in Italia sul tema, lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio ventuno anni fa e che aveva questo nome», .
È POSSIBILE PERVENIRE A UNA RIFORMA CONDIVISA
«Penso – conclude Ciani – che la riflessione nel paese sia maturata e, se si superano steccati ideologici, si può pervenire a una riforma condivisa. Da troppi anni quasi un milione di bambini e bambine nati in Italia attende l’aggiornamento di una legge non più rispondente ai bisogni che risale al 1992, dunque sarebbe grave frustrare le attese di queste persone per un po’ di chiacchiere estive. Quindi spero che ognuno affronti responsabilmente la questione», conclude il parlamentare formatosi nella Comunità di Sant’Egidio lanciando un chiaro messaggio ai potenziali interlocutori politici».