CINEMA, western. Horizon

È l'epopea del West, la sua conquista e il conflitto con i nativi, raccontati dal cinema in favolose epopee, quella che il film che vede protagonista (e co-produttore) Kevin Kostner, “Horizon – An American Saga”, dispiega con una coralità di personaggi e punti di vista, oltre a una magnificenza di orizzonti e paesaggi tipici del genere epico dai tempi di Omero

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a cura di Mario Sesti, articolo pubblicato il 10 agosto 2024 su “filmimpresa.it”, https://www.filmimpresa.it/digital-fluency/horizon?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_term=2024-08-11&utm_campaign=Digital+Fluency+5+Horizon&utm_content=Digital+Fluency+Horizon+di+Kevin+Costner+e+l+Impresa+del+Western Gli Apache che guardano i primi coloni della San Pedro Valley recintare la terra. Una carovana di pionieri popolata da personaggi di ogni natura, da contadini e mandriani ad artisti del vecchio mondo. E infine un mercante di bestiame, Hayes Ellison (Kevin Costner) che va incontro a inesauribili disavventure per proteggere la giovane Marigold, che un padre padrone sta cacciando in tutto il West.

L’EPOPEA DEL WEST

È l’epopea del West, la sua conquista e il conflitto con i nativi, raccontati dal cinema in favolose pellicole, quella che Horizon – An American Saga, dispiega con una coralità di personaggi e punti di vista, e una magnificenza di orizzonti e paesaggi, tipici del genere epico dai tempi di Omero. Uno studioso americano ha fatto notare che la fortuna del genere western, che nel cinema inizia addirittura con la scoperta del racconto nell’era del muto (The Great Train Robbery del 1903 è il primo film che racconti consapevolmente una storia come la intendiamo oggi) è durata più degli anni dell’epopea che narra, nel periodo a cavallo della guerra civile americana. Dal rinascimento spettacolare a partire dal 193,9 con “Ombre rosse” di John Ford, diventa il genere principe dell’immaginario hollywoodiano almeno fino agli anni Settanta.

UN GENERE AFFERMATOSI GIÀ AL TEMPO DEL CINEMA MUTO

Per tutta la Hollywood del periodo d’oro, non eri davvero un regista di fama se non avevi fatto almeno un buon western, anche se per le generazioni più recenti, il western non ha più lo stesso appeal del passato: uomini solitari, spazi immensi, nativi dietro ogni roccia e donne coraggiose e di solido governo familiare, non abitano più nella fabbrica dei sogni comuni. «Ciò che è importante per me è mantenere una promessa per chi è disposto ad andare al cinema e fare un viaggio», ha dichiarato Kevin Costner a Cannes, dove il film (diviso in due parti, Capitolo 1 e Capitolo 2) è stato presentato con grande successo, riscuotendo decine di minuti di applausi dal pubblico.

LE MOLTEPLICI VESTI DI KEVIN KOSTNER

Horizon, che è ora disponibile sulla pay dopo che il Capitolo 1 è passato nelle sale cinematografiche (il 2 lo sarà nella seconda metà d’agosto), vede Costner autore, attore (recita un mandriano che ha un silenzioso codice d’onore scolpito nella propria natura schiva e impassibile personaggio che ricorda i cow boys di Henry Fonda e Gary Cooper), padre di uno degli interpreti (c’è anche un figlio di tredici anni che vi recita), ma soprattutto imprenditore, visto che ai fini della realizzazione del film ha investito ben trentotto milioni dollari.

ANDARE AL CINEMA PER «FARE UN VIAGGIO»

«È difficile che riesca a ottenere il medesimo successo di “Balla coi lupi”, che nel 1988 vinse una manciata di Oscar e scalò il box office di tutto il mondo, anche se al cinema ho visto molti giovani e adolescenti catturati nel film, forse per la prima volta dal mito del deserto che diventa giardino, dal riflesso d’oro dei cavalli al galoppo: dalla solitudine di nativi e uomini senza macchia che combattono ogni sorta di ingiustizia». È la forza di una storia e di un mondo che ha ancora una volta spinto un autore (e imprenditore) a rischiare qualunque cosa per riuscire a portare quante più persone possibili a condividere lo stesso sogno e lo stesso viaggio.

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