Almeno cinque militari americani sono rimasti feriti. A seguito dell’attacco compiuto con due razzi, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant hanno concordato nel corso di una telefonata che un attacco da parte di agenti iraniani contro le truppe statunitensi in Iraq «segna una pericolosa escalation».
ATTACCO ALLA BASE USA IN IRAQ
Intanto, da Washington il presidente Joe Biden ha riferito che i tempi e la natura dell’attacco iraniano contro lo Stato ebraico non sono ancora chiari. Austin ha inoltre ribadito «l’incrollabile impegno degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele di fronte alle minacce provenienti dall’Iran, dall’Hezbollah libanese e da altri gruppi di milizie allineati alla Repubblica Islamica». Attualmente 2.500 militari americani sono di stanza in Iraq, 900 invece in Siria. Venerdì scorso il Pentagono aveva annunciato l’assunzione di una serie di misure volte a rafforzare il dispositivo militare nella regione mediorientale, questo in vista di una eventuale azione di difesa del territorio israeliano dai prevedibili attacchi iraniani e dei loro proxi.
IL PENTAGONO RINFORZA IL SUO DISPOSITIVO MILITARE
Allo scopo due cacciatorpediniere dell’US Navy, la USS Laboon e la USS Cole, sono in navigazione dal Golfo dell’Oman al Mar Rosso, mentre è in atto anche un rafforzamento del dispositivo aeronautico mediante il rischieramento nell’area di ulteriori aerei da combattimento. Un funzionario statunitense ha riferito ad Axios che nei prossimi giorni il Pentagono si attende altri attacchi da parte delle milizie filo-iraniane nella regione. Egli ha sottolineato che le crescenti tensioni nella regione fanno sì che queste milizie si sentano meno frenate da Teheran nell’attaccare le forze statunitensi rispetto a quanto non lo fossero negli ultimi mesi.
IL COMNDANTE DI CENTCOM A TEL AVIV
L’elemento apicale di US Centcom, generale Erik Kurilla, ha incontrato ieri presso il quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv il ministro della Difesa dello Stato ebraico Yoav Gallant, unitamente al capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (IDF), tenente generale Herzi Halevi. Con i suoi interlocutori israeliani ha discusso del coordinamento delle attività nel campo della Difesa e delle modalità idonee a ingrandire la coalizione internazionale a fronte di azioni aggressive poste in essere dall’Iran e dei suoi alleati. Il viaggio di Kurilla in Medio Oriente, già pianificato in precedenza, è stato anticipato alla luce della minacce di vendetta di Teheran dopo l’eliminazione fisica di Ismail Haniyeh.