OPERE PUBBLICHE, investimenti e cantieri. Le dichiarazioni del Governo sul Pnrr rischiano di essere fuorvianti

La scorsa settimana il governo Meloni ha pubblicato una nuova relazione sul Pnrr italiano. Il documento pone molta enfasi su alcuni dati trascurandone altri. Questo rende molto difficile avere un’idea del reale stato di avanzamento del piano

5 agosto 2024, a cura di Open Polis: https://www.openpolis.it/le-dichiarazioni-del-governo-sul-pnrr-sono-fuorvianti-e-incomplete/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=pnrr La scorsa settimana il governo ha diffuso la quinta relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel documento, così come nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa, l’esecutivo ha posto grande enfasi sui risultati raggiunti finora omettendo però molti aspetti critici. A partire dai dati sulla spesa. Nei primi sei mesi dell’anno i fondi erogati sono stati pari a 8,5 miliardi ma, in base alle informazioni disponibili sulla programmazione finanziaria, il nostro paese dovrebbe arrivare a spendere una cifra intorno ai 43 miliardi entro la fine del 2024. Traguardo che sembra davvero difficile da raggiungere a meno di un clamoroso cambio di passo.

MOLTA ENFASI MA POCA CONTESTUALIZZAZIONE

Questa e altre informazioni contenute nella relazione devono però essere contestualizzate per non rischiare di risultare fuorvianti. Il fatto che le misure siano state attivate, ad esempio, non implica automaticamente che i vari progetti siano già nella fase di concreta realizzazione. Da questo punto di vista un indicatore più significativo è quello relativo alla spesa sostenuta. Non si trovano però riferimenti all’obiettivo di spesa previsto per l’anno corrente. Cifra che, in base alle informazioni più recenti disponibili pubblicate dalla Corte dei Conti, dovrebbe aggirarsi attorno ai 43,2 miliardi di euro. Traguardo che sembra davvero difficile da raggiungere a meno di un clamoroso cambio di passo. Da contestualizzare anche il confronto con gli altri Stati europei. Infatti, il governo ha sottolineato come l’Italia sia il paese con il maggior numero di traguardi e obiettivi, le cosiddette «scadenze», già conseguiti. Se da un lato questo è vero in termini assoluti, dall’altro occorre tuttavia evidenziare che gli adempimenti completati rappresentano meno del 40% del totale. Diversi paesi da questo punto di vista riportano percentuali più alte.

PROCEDURE DI ATTIVAZIONE E SPESA SOSTENUTA

Un ultimo elemento che vale la pena sottolineare è quello relativo al fatto che la relazione cita le valutazioni di diversi organismi internazionali sull’operato italiano: dalla Commissione Europea all’Ocse, al Fondo monetario internazionale. Il documento governativo evidenzia gli elogi riconosciuti al nostro paese, ma omette quasi del tutto che tali soggetti abbiano anche riportato la presenza di criticità ancora non risolte. Passiamo ora a esaminare le procedure di attivazione e la spesa sostenuta. Il governo ha posto molta enfasi sulle cosiddette «misure attivate», termine mediante il quale ci si riferisce in particolare a quegli investimenti contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per i quali sono state avviate le procedure per la selezione dei progetti da finanziare, così come dei soggetti attuatori che dovranno realizzare gli interventi; il valore complessivo delle misure già attivate è pari a circa 164,8 miliardi, sui 194,4 totali assegnati all’Italia (dunque l’85% circa).

DATI AGGREGATI PER «MISSIONE»

Aggregando i dati per missione (le macro aree di intervento con cui si categorizzano le diverse misure) emerge che 3 su 7 sono già attivate per oltre il 90% degli importi previsti. La percentuale più alta è quella della Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) che arriva al 99 per cento. In base a quanto riportato dalla relazione governativa, gli interventi non ancora attivati riguardano misure nuove (con particolare riferimento a quelle contenute nella Missione 7) o che hanno cambiato amministrazione titolare a seguito della revisione del piano e ad altre misure per le quali la fase di selezione dei progetti da finanziare è in via di conclusione. Si tratta in prevalenza di interventi che prevedono l’erogazione di incentivi o di forniture di beni e servizi per i quali sono state espletate le procedure di selezione e sono in corso le attività di verifica. La relazione fornisce inoltre le medesime informazioni, ma facendo riferimento soltanto a quegli interventi che richiedono procedure di affidamento, quali i bandi, gli avvisi e i decreti di finanziamento per l’assegnazione delle risorse.

MISURE ATTIVATE

Per questo sottoinsieme di progetti, la presenza di procedure di affidamento è un indicatore affidabile di avanzamento perché la messa a gara presuppone una serie di atti procedurali e attuativi riguardanti la definizione delle specifiche modalità di realizzazione del progetto stesso. Sulla base della quinta Relazione del Governo sullo stato di attuazione del Pnrr, resa pubblica il 22 luglio scorso, gli investimenti che rientrano in questa categoria valgono complessivamente 133 miliardi di euro, dei quali 122 relativi a misure già attivate. A livello di missione quella che riporta il valore più alto è ancora la numero 3, laddove la totalità delle risorse che richiede procedure di questo tipo è stata attivata. Soltanto le Missioni 4 (Istruzione e ricerca) e 5 (Inclusione e coesione) presentano un valore inferiore al 90 per cento. In questo caso specifico, però, è forse più interessante valutare la percentuale di risorse che sono già state messe a gara. L’importo che risulta associato ad almeno un bando ammonta a 111 miliardi, pari al 91% del valore delle misure attivate. Tutte le missioni presentano una percentuale pari o superiore al 90% con la sola eccezione della Missione 5 (76%), mentre il dato più alto risulta essere ancora quello della Missione 3 (97%).

REALE CANTIERIZZAZIONE DELLE OPERE

Il fatto che la percentuale di risorse attivate sia alta, così come anche quello delle misure già andate a gara è certamente un’indicazione importante. Anche perché molti osservatori, tra i quali figura l’Ufficio parlamentare di bilancio, hanno rilevato che proprio gli aspetti procedurali sono quelli più difficili da portare a conclusione, mentre una volta che i cantieri partono si riesce a procedere abbastanza speditamente. Occorre tuttavia rilevare che queste informazioni non forniscono nessuna indicazione circa lo stato di realizzazione dei vari interventi. L’attivazione di una misura infatti è abbastanza irrilevante a fronte delle procedure per la selezione degli operatori per la realizzazione degli interventi, di cantieri che procedono lentamente o che ancora devono partire. In questo senso, il dato della spesa già sostenuta può rappresentare un’indicazione più consistente. Nella relazione sono forniti dati aggiornati anche su questo aspetto. Cifra che corrisponde al 31% se si considera il valore totale delle risorse rientranti nelle misure attivate e che scende al 26% considerando l’importo totale del Pnrr italiano.

RISORSE RICEVUTE DALL’ITALIA

Per quanto riguarda le risorse già ricevute, l’Italia si trova ampiamente al primo posto anche senza considerare gli importi legati alla quinta rata che ancora devono essere erogati. Nel nostro paese sono già arrivati 102,45 miliardi di euro. Il secondo dato più elevato è quello della Spagna che però si ferma a 38,41 miliardi. Segue la Francia con 30,86 miliardi. Occorre però tenere presente che l’importo dei Pnrr varia da paese a paese. Per cui per fare un confronto omogeneo è utile valutare il rapporto tra risorse già erogate e dotazione finanziaria totale. In questo caso al primo posto troviamo la Francia (76,6%) seguita dall’Estonia (53,7%); l’Italia si trova al quarto posto (52,7%) superata di poco anche dalla Danimarca (53%).

CRONOPROGRAMMA DELLE EROGAZIONI

Non tutti i Pnrr prevedono l’invio di dieci richieste di pagamento: un ultimo elemento da tenere in considerazione è quello legato al cronoprogramma delle erogazioni dei fondi da parte delle istituzioni europee. Il piano italiano prevede dieci rate ma non per tutti è così. Solo altri sette Pnrr infatti prevedono il pagamento in dieci rate. Oltre all’Italia anche Croazia, Slovacchia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Cipro. Non deve sorprendere più di tanto che questi paesi siano anche quelli che hanno già presentato il maggior numero di richieste di pagamento. Tra questi paesi effettivamente l’Italia è l’unica che ha già presentato la richiesta della sesta rata. La Croazia ne ha presentate cinque, Spagna, Slovacchia e Portogallo quattro.

RIFORME STRUTTURALI: IL CONVITATO DI PIETRA

Come abbiamo spiegato anche in un precedente articolo, per quanto l’Italia abbia fatto dei passi avanti, nell’attuazione del Pnrr c’è ancora molta strada da percorrere e non può essere dato per scontato che il Paese riuscirà a conseguire tutti gli obiettivi prefissati. Dopo aver passato in rassegna alcuni dei dati contenuti nella Quinta Relazione sul piano è però opportuno fare alcune precisazioni: in primo luogo a partire dai dati sulla spesa. Questi restituiscono infatti un’immagine comunque parziale dello stato di avanzamento del Pnrr, anche perché non dicono nulla riguardo all’attuazione delle riforme. Misure che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno fondi a disposizione, ma che risultano essere comunque una componente fondamentale del Pnrr. Da questo punto di vista è il rispetto delle varie scadenze l’indicatore da prendere in considerazione.

ANDAMENTO DELLA SPESA NEGLI ANNI

L’Esecutivo ha inoltre sottolineato come sia fisiologico un livello limitato di spesa nei primi anni che poi tenderà ad aumentare nelle fasi finali, mano a mano che i vari cantieri si completeranno. È corretto attendersi una concentrazione della spesa nella seconda parte dell’orizzonte temporale di attuazione del Piano poiché nei primi anni di attuazione erano prevalenti gli obiettivi qualitativi. Si evidenzia inoltre come i dati a questo proposito possano essere sottostimati a causa di una tardiva rendicontazione da parte dei soggetti attuatori. Ostacolo che peraltro ha portato a un rallentamento delle erogazioni con conseguenti problemi di liquidità delle realtà coinvolte. A questo proposito, l’articolo 2 del già citato decreto Pnrr quater aveva imposto ai soggetti attuatori di aggiornare il cronoprogramma procedurale e finanziario entro trenta giorni dall’entrata in vigore della norma. Tale processo, stando a quanto si legge nella relazione, avrebbe raggiunto un livello di copertura pari all’85,8% dei progetti.

OSSERVATORIO OPEN POLIS SUL PNRR

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPnrr, realizzato per analizzare e approfondire il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ogni lunedì Open Polis pubblica un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Vengono inoltre poste a disposizione gli open data, che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per una semplice consultazione.

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