a cura di Antonio E. M. Giordano – La serata è stata aperta nel suggestivo giardino fondato dal generale Ricasoli, dal padrone di casa, Alessandro Corsini, che ha rievocato come Giacomo Puccini frequentasse sovente quel luogo poiché amico della sua famiglia, tanto che il marchese Cino, suo padre, aveva dato nome Turandot alla sua prima piccola barca.
IL RICORDO DI PUCCINI A CASA CORSINI
Il presidente della IUC ingegner Rinaldo Gentile, dopo aver ringraziato il mecenatismo di Corsini, ha accennato agli ottanta anni di attività della IUC, fondata nel 1944 e svolta nell’Aula Magna dell’Università di Roma La Sapienza, immortalata dal grande affresco “L’Italia tra le Arti e le Scienze”, dipinto da Mario Sironi. Ha quindi introdotto il Maestro Marco Scolastra e la bella e brava soprano Cinzia Forte. Il repertorio pucciniano ha spaziato tra arie celeberrime (“Vissi d’arte, vissi d’amore”; “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly) e composizioni per pianoforte e per voce lirica meno note al grande pubblico.
ARIE CELEBERRIME
Il Maestro Scolastra ha illustrato e spiegato le genesi di arie pucciniane e come il grande compositore toscano abbia spaziato nelle sue opere tra Oriente (Madama Butterfly) e Occidente (Far West) e come sia nato un tango per l’opera La fanciulla del West. L’apice di pathos del concerto è stato raggiunto ascoltando la commovente aria “Tu che di gel sei cinta”, tratta dalla prima scena del terzo atto di Turandot, ultima opera composta da Puccini nel 1926, prima della sua scomparsa. L’aria cantata da Liù, giovane schiava segretamente innamorata del principe Calaf, confidando nella vittoria del suo padrone (perché egli vinca ancora), prima di togliersi la vita per non essere costretta a rivelare il nome del proprio padrone, quando predice alla “principessa di gelo” che “lo amerai anche tu”.
TALENTUOSO VIRTUOSISMO DI SCOLASTRA
Grande successo di pubblico, che ha molto apprezzato il talentuoso virtuosismo pianistico di Marco Scolastra e la voce lirica di Cinzia Forte, perfettamente a proprio agio nei ruoli pucciniani.