USA, elezioni presidenziali 2024. Kamala Harris cerca di blindare la candidatura, dovrà scegliere un vice che equilibri il ticket

Biden lascia designando l'erede

Se Kamala Harris sarà confermata candidata del Partito Democratico alla presidenza degli USA, una delle sue prime e più importanti decisioni sarà quella di scegliere con attenzione il suo compagno di corsa. La definizione del “ticket” è una decisione importante e richiede molta riflessione. Nella scelta del vice la geografia politica è un fattore di rilievo. Sebbene molti candidati siano poco noti agli elettori, Kamala Harris può scegliere tra un ventaglio di persone altamente qualificate, alcune delle quali provenienti da quegli Stati chiave che potrebbero dare una spinta immediata nella corsa della Casa Bianca.

IL PRIMO OSTACOLO E’ UN TEST QUALIFICATO

Il primo ostacolo di un candidato alla vicepresidenza è superare il test “qualificato”, poi il candidato presidente cercherà di selezionare un vice che possa controbilanciare le proprie caratteristiche, in particolare guardando a genere, razza, etnia e ideologia, allo scopo di equilibrare e rendere performante il “ticket” elettorale. Diversi politici dem hanno dimostrato capacità di ottenere risultati superiori alle aspettative in gare elettorali difficili contro i loro competitors e probabilmente fornirebbero ai centristi e ai repubblicani scontenti un approdo sicuro in una corsa in cui ci sono molti elettori scontenti.

I POSSIBILI CANDIDATI VICEPRESIDENTI

Tra i possibili candidati della Harris ci sono l’ex deputato statunitense Tim Ryan dell’Ohio, il senatore statunitense Mark Kelly dell’Arizona, il governatore del Kentucky Andy Beshear, il governatore della Carolina del Nord Roy Cooper, il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e il governatore del Minnesota Tim Walz. Alcuni sono outsider che possono vantare alcuni atout indiscutibili, come quello di provenire dagli stati della rust belt, la cintura della ruggine dove maggiore è stato il declino economico, in cui la vittoria elettorale è appesa a poche migliaia di voti; oppure di avere un buon rapporto con il sindacato o un orientamento conservatore.

RECUPERARE AL VOTO I DEMCOCRATICI DELUSI

In altre parole, il futuro candidato vicepresidente che sarà scelto da Kamala Harris dovrà piacere perlopiù agli elettori indipendenti e ai repubblicani che non amano Donald Trump, ma dovrà anche far tornare l’entusiasmo agli elettori dem i quali, chiamati a votare per un Biden malconcio, valutavano di astenersi dal voto del 5 novembre.

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