ARTE, antropologia e devozione. Rosy: quando l’immagine è davvero iconica

Fino al 17 luglio 2024 presso Galleria Artètika a Palermo una mostra collettiva concepita assieme ad AGS, un evento mediante il quale gli artisti intendono celebrare la ricorrenza del Quattrocentesimo Festino aprendo una nuova prospettiva su una figura a tal punto cara e venerata, quella di Santa Rosalia. Essi non si limitano a rintracciarne e rievocarne le tradizioni millenarie, bensì esplorano nuovi linguaggi, rinvenendo così ulteriori significati: risposte complesse a domande difficili, colte tra le contraddizioni e le sfumature caleidoscopiche della vita e della devozione popolare della città nei confronti della sua patrona

Le visioni e le versioni (im)possibili di Rosy saranno in mostra dall’11 al 17 luglio 2024 presso gli spazi di Artètika Spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota 15 a Palermo. Una mostra collettiva, ideata da Artètika e AGS mediante la quale gli artisti hanno voluto celebrare la ricorrenza del Quattrocentesimo Festino, aprendo una nuova prospettiva su una figura tanto cara e venerata come quella di Santa Rosalia, non limitandosi a rintracciare e rievocare tradizioni millenarie, ma esplorando nuovi linguaggi e significati.

ROSALIA LA PATRONA

Lo scopo della mostra di queste opere è in fatti quello di fornire risposte complesse a domande difficili, addentrandosi tra le contraddizioni e le sfumature caleidoscopiche della vita e della devozione popolare della città nei confronti della sua patrona. Santa Rosalia non è solo una figura mistica, ma anche un simbolo complesso di identità, storia e tradizione. Le opere sono state selezionate non soltanto sulla base delle loro qualità artistiche, ma anche per la loro intrinseca capacità di indurre a una riflessione sulla natura mutevole dell’essere umano nel rapporto con la vita, oltreché nel protendersi verso l’eterno.

«SANTA E FIMMINA»

La figura di Rosalia, «Santa e fimmina», diviene metafora e personificazione della città medesima, avviando una narrazione che pone in luce l’umanità profonda dell’essenza palermitana, tra misticismo, concretezza, sofferenza e necessità di rinascita contro le pesti. Per questo la mostra si rivolge alla Santa con il nome di «Rosy», un vezzeggiativo fraterno ma sincero, tramite cui le preghiere si concretizzano in un dialogo sulle questioni quotidiane, tangibili, fragili, eterne, spirituali e contingenti.

UNA ESPOSIZIONE INCOERENTE

In questa esposizione incoerente, le opere si muovono partendo dall’iconografia classica e sospingendosi verso i confini dell’arte contemporanea, praticando linguaggi che vanno oltre l’arte appesa. Saranno infatti in mostra, oltre alle tele, installazioni che fluttuano nello spazio, performance in cui riecheggerà la voce di Rosy, proiezioni video, serigrafie di grande e piccolo formato, sculture e musiche.

LE OPERE

AGS: Oltre il velo; Anna Kennel: Viva Santa Rosalia; Antonino Margagliotta: Rosa Rosae; Fabio Mattaliano: Il silenzio delle rose; Francesco Lombardo: U triunfu; Gabriele Lombardo: La nuova peste; Kino Mistral: Rosalea tra le rose; Lapàrola: Rosalea vergine; Martina Billeci: Rosalia; Mattia Croce: 41 fogli; Nancy Trabona: Rusulia; Valerio Ganazzoli e Alessandro Guarino: Pharmacon.

ROSY

Presentata da Antonino Margagliotta, docente di Composizione architettonica e urbana presso l’Università degli Studi di Palermo, “Rosy” è una mostra che va oltre il semplice omaggio tradizionale, divenendo un ponte tra il passato e il presente, tra le radici della nostra cultura e l’orizzonte di nuove espressioni artistiche, l’occasione di scoprire insieme la Santa Rosalia che vive nei cuori e nelle menti dei palermitani, generando forza, speranza e una connessione profonda con la nostra storia, mettendo in crisi il nostro presente e tratteggiando direzioni di senso per il nostro futuro.

PRESENZA VIVA E TANGIBILE

La Santa, qui rappresentata, non è solo una celebrazione del miracolo compiuto, ma anche dei miracoli ancora da compiere e di cui necessitiamo: è una presenza viva, vicina e tangibile, che ci parla di una fragilità umana e della forza della fede nelle piccole cose, contro i problemi complessi.

Condividi: