RUSSIA, guerra in Ucraina. Bombardamenti terroristici sugli obiettivi civili: il ruggito del coniglio

Gli attacchi ucraini alle linee di rifornimento russe hanno lasciato le unità russe senza cibo e senza rifornimenti. La mancanza di cibo, acqua e munizioni sta ostacolando le manovre che i russi hanno avviato da qualche settimana nella regione nord-orientale di Kharkiv. Secondo alcune intercettazioni radio e telefoniche captate dai centri di ascolto ucraini e dagli interrogatori dei prigionieri russi catturati o che si sono arresi agli ucraini emerge un quadro devastante dello stato in cui versano le prime linee russe al fronte. Di seguito il resoconto e l’analisi di scenario fatta da Ciro Maddaloni, esperto di e-government internazionale

a cura di Ciro Maddaloni (esperto di e-government internazionale), pubblicato il 9 giugno 2024 sul “Giornale Diplomatico”, https://www.giornalediplomatico.it/russia-il-ruggito-del-coniglio.htm Ci risiamo: i codardi russi continuano a bombardare da grande distanza i civili ucraini. Il barbaro attacco di ieri all’ospedale oncologico infantile di Kyev ne è l’ennesima drammatica conferma. Questo perché non riescono a piegare il fiero popolo ucraino e perché i soldati russi al fronte continuano a cadere come le mosche.

BOMBARDATO L’OSPEDALE PEDIATRICO ONCOLOGICO

Gli attacchi ucraini alle linee di rifornimento russe hanno lasciato le unità russe senza cibo e senza rifornimenti. La mancanza di cibo, acqua e munizioni sta ostacolando le manovre che i russi hanno avviato da qualche settimana nella regione nord-orientale di Kharkiv. Secondo alcune intercettazioni radio e telefoniche captate dai centri di ascolto ucraini e dagli interrogatori dei prigionieri russi catturati o che si sono arresi agli ucraini emerge un quadro devastante dello stato in cui versano le prime linee russe al fronte. Le intercettazioni e gli interrogatori dei prigionieri dipingono un quadro di truppe di terra russe sempre più disperate, che stanno perdendo personale e slancio dopo aver avviato le nuove azioni d’assalto al confine ucraino nel mese di maggio.

LE DIFFICOLTÀ DELL’ARMATA DI PUTIN

Nella trascrizione di una conversazione radio intercettata a giugno, un soldato russo ordina a un altro di assicurarsi che le truppe in arrivo incaricate di trasportare i rifornimenti capiscano che c’è una grave carenza di cibo e acqua e di non credere a coloro che dicono che «l’acqua non serve, il cibo non serve, c’è tutto qui», afferma un militare; «qui non c’è niente», gli replica urlando un altro. Sulla carta le forze armate di Mosca sono in numero abbondantemente superiore a quelle schierate sul campo di battaglia dalla Difesa ucraina. Questo dà loro un forte vantaggio sul teatro di guerra. Inoltre, le truppe russe sono supportate anche da centinaia di “bombe plananti”, enormi ordigni anche di tre tonnellate di peso che si abbattono settimanalmente sulle posizioni ucraine lungo la linea del fronte.

NESSUNA SIGNIFICATIVA AVANZATA, MA TROPPI MORTI

Ma le truppe ucraine sono riuscite comunque a impedire alle forze di invasione russe di conseguire guadagni territoriali significativi. Secondo gli analisti dell’intelligence britannica, nel mese di maggio la Russia ha subito il più alto numero di perdite giornaliere dall’inizio dell’invasione, avvenuta a partire dal febbraio 2022: si tratta di almeno 1.200 soldati russi uccisi o feriti ogni giorno, cifra che ha portato il numero complessivo di caduti e feriti russi sul fronte ucraino all’incredibile bilancio di oltre mezzo milione di uomini. Le forti perdite e le condizioni degradate delle unità russe sul fronte mostrano come l’invasione dell’Ucraina si sia tradotta da subito, dopo la tentata conquista della capitale Kiev, in una guerra di logoramento. Al momento non si prevedono spostamenti territoriali significativi sulla prima linea del fronte nelle prossime settimane.

UNA GUERRA DI LOGORAMENTO

Probabilmente, Vladimir Putin aveva sperato in un cambiamento di rotta nella politica francese (e, di conseguenza, anche di quella europea) a seguito delle elezioni francesi, ma è noto in Francia non sono mutati gli equilibri e il presidente Emanuel Macron può ancora contare sul supporto del Parlamento. Forse al Cremlino si spera ancora che gli Stati Uniti d’America cambino atteggiamento nei confronti dell’Ucraina dopo le elezioni presidenziali di novembre, ma anche in questo caso non c’è nulla di sicuro. Putin, sempre più isolato e sempre più in difficoltà, prova allora a giocare ancora la carta del terrorismo a danno della popolazione civile ucraina, bombardando a tappeto tutto il Paese. La disperazione lo acceca a tal punto da non fargli comprendere neppure che proprio queste azioni codarde rafforzano ulteriormente il presidente Zelensky e il suo popolo.

IL MONDO DI FRONTE ALLA BARBARIE

Oggi la Polonia si è offerta di fornire copertura antimissile all’Ucraina, mentre tutti i Paesi europei hanno condannato queste barbarie. Soltanto l’Onu è rimasta in silenzio: giusto un breve comunicato pubblicato sul suo sito web e nient’altro. Bene ha fatto allora il presidente Zelensky a richiedere la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non servirà a nulla, ma almeno porrà tutti di fronte alle loro responsabilità.

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