INDUSTRIA, siderurgia. Crisi acciaierie ex Ilva: per la Uilm «denunce del sindacato inascoltate; adesso si faccia piena luce sulla gestione Mittal»

Il segretario generale dell’organizzazione sindacale, Rocco Palombella, il 20 aprile scorso aveva inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti per materia allo scopo di denunciare la situazione venutasi a determinare nella ex Ilva, missiva il cui testo viene pubblicato integralmente di seguito. La vicenda relativa alla CO₂ non è che altra pioggia che cade sul bagnato e ora la cittadinanza e i sindacati auspicano una piena collaborazione da parte di tutti coloro che sanno e che possono aiutare la magistratura a pervenire a quella verità che viene richiesta da anni

«Le indagini che hanno portato oggi alle perquisizioni della Guardia di Finanza di Bari gettano nuove ombre sulla disastrosa gestione Mittal dell’ex Ilva – ha dichiarato ieri il segretario generale dei metalmeccanici della Uilm, Rocco Palombella -, noi abbiamo denunciato più volte la mancanza di trasparenza sull’utilizzo delle quote di CO₂ e non solo, anche con una lettera aperta inviata alla Presidenza del Consiglio e ai ministri competenti il 20 aprile 2023. Dopo più di un anno di mancate risposte, oltre al danno subiamo la beffa. I lavoratori non possono continuare a pagare il prezzo più alto di una gestione fallimentare. Ci auguriamo che a partire da oggi si faccia piena luce sulle vicende che hanno portato l’ex Ilva all’amministrazione straordinaria, alla fermata quasi totale degli stabilimenti con una richiesta di 5.200 lavoratori di ADI As in cassa integrazione e migliaia dell’appalto. Ci aspettiamo la piena collaborazione di tutti coloro che sanno e che possono aiutare la magistratura a fare quell’operazione verità che chiediamo da anni».

LETTERA APERTA A GOVERNO E VERTICI AZIENDALI

Roma, 20 aprile 2023,

protocollo RP 571 lt2023.

Al Presidente del Consiglio dei ministri On.le Giorgia Meloni,

al ministro delle Imprese e del Made in Italy On.le Adolfo Urso,

al ministro del Lavoro Dott.ssa Maria Elvira Calderone,

al ministro dell’Economia e delle Finanze On.le Giancarlo Giorgetti,

a Invitalia Dott. Bernardo Mattarella

p.c. Acciaierie d’Italia Dott.ssa Lucia Morselli, Dott. Franco Bernabè,

p.c. Ilva AS Dott. Antonio Lupo, Dott. Francesco Ardito, Dott. Alessandro Danovi.

Illustrissimi,

sono trascorse tre settimane dall’invio della nostra lettera di denuncia, rimasta purtroppo senza risposta, riguardo la situazione preoccupante in cui versano gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, in particolare quello di Taranto.

Registriamo un peggioramento progressivo e inesorabile delle condizioni dei lavoratori diretti e indiretti, un livello minimo di produzione, la prosecuzione di mancati pagamenti per le aziende dell’indotto e un aumento della cassa integrazione che coinvolge ad oggi tremila lavoratori, che si sommano ai 1.600 in Amministrazione straordinaria.

Con la presente ci rivolgiamo al socio pubblico di Acciaierie d’Italia, per porre delle domande che riteniamo ineludibili e che riguardano l’attuale situazione economica dell’azienda, lo stato dell’attuazione degli interventi ambientali e la prospettiva occupazionale e industriale.

In particolare, vogliamo conoscere le modalità di utilizzo e la destinazione dei 680 milioni di euro di fondi pubblici, previsti dal decreto legge n.2 del 2023 poi convertito in legge il 3 marzo scorso, e dei 70 milioni di euro del socio privato.

Allo stesso tempo vorremmo conoscere l’entità effettiva dell’indebitamento societario, dichiarato più volte dai responsabili dell’azienda in occasione di incontri ministeriali, ma mai quantificato realmente. Ricordiamo, contestualmente, che nel 2021 è stato certificato un utile di esercizio di 310 milioni di euro.

Dopo l’accordo separato sulla proroga della cassa integrazione straordinaria per tremila lavoratori che, tra l’altro, non ha visto la presentazione di alcun piano industriale né un programma di investimenti, chiediamo come si pensa di procedere per salvaguardare i posti di lavoro, diretti e indiretti e dei lavoratori in Amministrazione straordinaria, che in base all’accordo del 6 settembre 2018 dovranno essere reintegrati a partire da agosto 2023.

Dal punto di vista ambientale chiediamo a che punto si trova lo stato di avanzamento dei lavori rispetto alle prescrizioni definite dalla Magistratura per ottenere il dissequestro degli impianti dell’area a caldo. Nel maggio 2022, nella richiesta di dissequestro presentata dai commissari di Ilva AS, si dichiarava che era stato realizzato l’88% degli interventi previsti. Data la vicina scadenza del 23 agosto 2023, vogliamo sapere se ci sarà il completamento delle prescrizioni ambientali oppure, in caso negativo, come si pensa di procedere.

Infine riguardo la produzione di acciaio, vogliamo conoscere quali siano gli impedimenti reali che ostacolano la risalita produttiva a sei milioni di tonnellate, limite previsto dalla Magistratura, mai raggiunto negli ultimi anni e che consentirebbe l’equilibrio finanziario.

Attualmente nel sito di Taranto si marcia con due altiforni su tre disponibili (con il conseguente deterioramento di quello fermo), con un livello produttivo simile a quello dello scorso anno, che si chiuse con il record negativo di 3,4 milioni di tonnellate. A questo proposito vorremmo si facesse chiarezza definitivamente sulla quantificazione delle quote CO₂ e dei certificati verdi detenuti attualmente o che deteneva l’azienda e se questi siano legati alla mancata risalita produttiva e della richiesta di cassa integrazione per tremila lavoratori.

La Uilm continuerà ad utilizzare ogni strumento a disposizione affinché si faccia finalmente un’operazione verità sulla reale situazione dell’azienda e quali misure e interventi si vorrebbero mettere in campo, con un cronoprogramma verificabile e attuabile. Con la presente chiediamo nuovamente un incontro al Ministro Adolfo Urso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy nel più breve tempo possibile.

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