TERRITORIO, verde pubblico e cementificazione. Roma, lago Bullicante ex Snia Viscosa: l’opposizione alla cantierizzazione dell’area

La ripresa delle attività delle ruspe della Ponente 78 tra Via di POrtonaccio e Via Prenestina ha allarmato chi in quell’area vorrebbe che si mantenesse la vegetazione e non si edificasse. Di fatto, avrebbe preso avvio la cantierizzazione del progetto di polo logistico, un’opera del volume pari a 280.000 metri cubi di cemento. La denuncia del Forum Parco delle Energie viene ripresa dei consiglieri all’Assemblea capitolina di Avs

«Quelle delle ultime ore sono operazioni antincendio o sono in atto preparativi per il polo della logistica? In questi giorni sono partite delle operazioni di rimozione del verde, e nello specifico la vegetazione all’interno del perimetro confinante con il Monumento naturale, ottenuto il nullaosta da Roma Natura per ridurre il rischio legato agli incendi. A parte i rischi ambientali per l’ecosistema del lago Bullicante, siamo certi che sia davvero così? Oppure queste operazioni sono un modo per accelerare il percorso di costruzione edilizia del polo della logistica? Ribadiamo la nostra posizione contraria all’ulteriore consumo di suolo e il nostro impegno affinché tutta l’area diventi monumento naturale anche attraverso una procedura di esproprio dell’area privata. Per questo continuiamo a sollecitare il dipartimento ambiente e l’ufficio del ciclo dei rifiuti a fare una stima dei costi della bonifica necessaria per espropriare l’area e annetterla al parco naturale».

EDILIZIA E POLO DELLA LOGISTICA

Così si sono espressi nel pomeriggio di ieri attraverso una nota diffusa alla stampa i consiglieri all’Assemblea capitolina dell’Alleanza Verdi-Sinistra Alessandro Luparelli, Michela Cicculli, Nando Bonessio. Sempre sullo specifico e controverso argomento, il giorno precedente il Forum Parco delle Energie aveva reso noto che da mercoledì 26 giugno la proprietà Ponente 78 aveva «rimesso di nuovo in azione le ruspe. Il responsabile dei lavori ci riferisce che è partita di fatto la cantierizzazione del progetto di polo logistico dai 280.000 metri cubi di cemento, autorizzato dal permesso di costruire rilasciato da Roma Capitale nel 2022». Nel comunicato diffuso dal Comitato si aggiungeva che le operazioni al momento avrebbero interessato soprattutto la rimozione del verde e nello specifico la vegetazione all’interno del perimetro del Monumento naturale avendo ottenuto il nulla osta da Roma Natura.

COLPITA LA FORESTA NEL PERIODO DI MASSIMA CRESCITA

«Nonostante le limitazioni poste dall’Ente gestore Roma Natura – proseguiva la nota del Forum Parco delle Energie -, che consentono l’intervento ai soli fini della prevenzione antincendio boschivo, la foresta cresciuta in maniera spontanea verrà colpita nel periodo di massima crescita e della riproduzione dell’avifauna. In una stagione in cui periodi di caldo torrido, con temperature oltre i quaranta gradi, si susseguono a intense precipitazioni, continua l’assurda e incomprensibile azione di privati volta a distruggere l’unico argine ai cambiamenti climatici e al consumo di suolo. Tale azione si sta rendendo possibile, per il mancato allargamento del Monumento naturale a tutta l’area privata determinato dal dietro front della Regione Lazio e, ora, grazie anche ai ritardi dell’Amministrazione comunale, che non sta procedendo per sottrarre questi ultimi quattro ettari dalle mani della speculazione, venendo incontro alla richiesta di esproprio e realizzazione del verde pubblico».

COSTI DELL’ESPROPRIO E DELLA SUCCESSIVA BONIFICA

«Un ritardo – conclude la nota del Forum – che ha sempre meno giustificazioni dato che le narrazioni sui costi elevati dell’esproprio e della presunta bonifica, ascoltati nelle Commissioni sono state entrambi smontati, la prima dal Dipartimento all’Urbanistica, la seconda da un documento della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), che ha condotto uno studio sui reali possibili costi e realizzato un piano di caratterizzazione».

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