AGRICOLTURA, legge ripristino natura. Bruxelles approva: le principali novità della normativa europea

Via libera, seppure in virtù di una maggioranza «risicata», al regolamento sul ripristino della natura, l’insieme delle regole volte a riportare almeno il 20% delle terre e dei mari europei allo stato originale entro il decennio

pubblicato su “Agricultura.it” il 17 giugno 2024, https://www.agricultura.it/2024/06/17/il-ripristino-natura-passa-a-bruxelles-e-diventa-legge-ecco-le-principali-novita-della-normativa-europea/uyf    Un’approvazione in via definitiva giunta sul filo di lana all’ultimo momento utile, come voluto da una parte del Consiglio Ue, e con una maggioranza molto risicata, non tanto sul numero dei Paesi richiesti dal meccanismo di voto a maggioranza qualificata, quanto sulla percentuale di popolazione Ue rappresentata dai vari «sì». Venti Stati su ventisette approvano il regolamento, a fronte a una quota minima di quindici, per una popolazione pari al 66,07%, con la soglia minima fissata al 65 per cento.

L’ITALIA VOTA CONTRO

Nel voto che permette alla presidenza belga di turno del Consiglio dell’Unione europea di portare a casa un altro risultato, si registra però il voto contrario dell’Italia, che si unisce al mini-blocco dei Paesi del Nordest europeo, che hanno censurato uno dei dossier più delicati del Green Deal europeo. Infatti, Italiana, Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia hanno fatto mancare il sostegno al provvedimento, mentre il Belgio invece ha scelto la via dell’astensione. Il regolamento stabilisce che tutti gli habitat terrestri, lacustri, marini e fluviali in cattive condizioni dovranno venire recuperati al loro 30% entro il 2030, con obiettivi vincolanti che salgono al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.

RECUPERO DEGLI HABITAT NATURALI

Pulizia, bonifica, rimboschimento, se e dove necessario, messa in sicurezza, sono tutte attività che ogni Stato membro dovrà portare avanti senza indugio. La priorità è data alle aree terrestri e marittime: il 20 per cento di queste dovrà essere strappata al degrado entro la fine del decennio. In questo percorso di ripristino della natura gli Stati membri dell’Unione europea dovranno definire dei piani nazionali da presentare successivamente alla Commissione europea. Le strategie elaborate dovranno dimostrare come raggiungere gli obiettivi e i governi saranno inoltre tenuti a monitorare e riferire sui loro progressi, sulla base di indicatori di biodiversità fissati a livello dell’Unione europea.

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