È bene partire dall’inizio, cioè dal dibattito che ha avuto luogo il 5 giugno 2024 presso la Sala Einaudi di Confedilizia a Roma, evento organizzato in ricordo di due figure care all’universo liberale: Aldo Canovari e Corrado Sforza Fogliani, che ha evidenziato l’efficacia della collaborazione in campo editoriale tra LiberiLibri e Confedilizia; si tratta di due importanti attori economici in passato attivi sulla scena italiana, imprenditore il primo, avvocato e banchiere il secondo. Nell’occasione è stato presentato l’ultimo saggio di Carlo Lottieri, docente presso l’Università di Verona, “La proprietà sotto attacco”, oltreché, nella prolusione al dibattito, è stata colta l’opportunità per rilanciare la raccolta di firme ai fini della presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare relativa alla liberalizzazione die canoni di locazione degli immobili, precedentemente lanciata dal quotidiano “L’Opinione”.
PENSARE LIBERALE
È concretamente praticabile una soluzione economica al conflitto politico, magari mediante una teoria del diritto che abbia i medesimi fondamenti di quella economica? E ancora: è disponibile uno strumento che scardini il giuspositivismo? Da queste premesse ha preso avvio il dibattito, con continue sottolineature sull’asserito conflitto tra diritto e legislazione, poiché – si è affermato – «la legislazione è lontana, è l’antitesi del diritto». Ma, in sostanza, cosa vanno cercando questi iperliberisti? Essi lamentano che, nei fatti, la proprietà si trovi sotto attacco, in particolare quella immobiliare fonte di rendita, e citano quale esempio di vulnus la Direttiva europea “Case Green”, attraverso la quale «vengono imposti interventi onerosi di decine migliaia di euro per rendere conformi entro il 2025 gli edifici interessati dagli efficientamenti». Essi argomentano dunque l’esistenza di un pregiudizio nei confronti della proprietà, che conseguentemente «va difesa».
PROPRIETÀ SOTTO ATTACCO!
Ne sono convinti: «Occorrono strumenti scientifici e teorici a difesa della proprietà dalle ingerenze politiche», e c’è chi propone forme di contrasto e di contro narrativa (Raimondo Cubeddu, dell’Istituto Bruno Leoni), lavorando su «criteri teorici che consentano di interpretare fatti contingenti per renderli poi all’opinione pubblica sotto forme di strumenti tecnici», che tuttavia, «se non sarà in grado di assimilare i concetti dati, ci si dovrà indirizzare a quel segmento (colto) che al momento sarà in grado di comprenderli». La proprietà sarebbe sotto attacco in società come quella italiana che «è pianificata in quanto società di legislazione», dove il diritto sarebbe stato «ridotto a legge» anche in conseguenza di «un sistema rappresentativo che è un ulteriore moto attraverso cui la classe politica si seleziona».
LA LIBERTÀ È IL CUORE DEL DIRITTO
E a questo punto, diviene invitabile per gli iperliberisti ripartire da Bruno Leoni, che proprio nella «libertà» individuò il «cuore del diritto»., Un economista che i suoi discepoli affermano sia stato più avanti di tutti in un’Italia nella quale l’accademia si caratterizzava per l’arretratezza e dove la formazione sulla filosofia della scienza si sarebbe incrociata soltanto in seguito con i teorici liberali moderni (stranieri). Saremmo dunque di fronte a «stati insostenibili» nei quali la tassazione, per la sua qualità e quantità, avrebbe assunto la fisionomia del «rapinatore» (e qui Leoni e i suoi seguaci si richiamano anche a Kelsen), poiché a una certo punto la distinzione tra pretesa fiscale e furto diviene praticamente impercettibile. Soltanto una norma autorizzativa, che autorizzi cioè a sottrarre alla proprietà, una norma nella consuetudine riconosciuta, rende l’esattore titolare di una pretesa legittima, mentre quella del ladro viene considerata illegittima.
BRUNO LEONI L’EVERSORE
Insomma, la critica su diritto e imposizione è durissima: «Non è perché abbiano un fondamento giuridico che debbano venire considerati accettabili». Leoni era un insegnante di common laws, dunque tendeva a scardinare la legge, proponendo dal canto suo una soluzione economica del problema politico: attraverso l’affermazione del mercato e la certezza del diritto si addiverrà a una maggiore produzione e, dunque, alla conseguente distribuzione dei beni prodotti, pervenendo in questo modo alla riduzione della conflittualità sociale. Di tutt’altro avviso la posizione di Giorgio Cremaschi, che nel suo ultimo saggio giunge a considerare il modello liberale qualcosa dal «cuore fascista». Infatti, in “Liberal Fascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra” (volume edito per i tipi di Mimesis in vendita nelle librerie dal 24 maggio scorso), nel modello liberale l’autore rinviene una egemonia che avrebbe dapprima «coltivato», quindi «sdoganato i fascisti in Europa», al punto di renderli nuovamente «forza agente» nell’agenda politica e di governo, in Italia e non soltanto.
IL «CUORE FASCISTA» DEL LIBERALISMO
Tuttavia, non si tratterebbe di deviazione dell’oggi, poiché ad avviso di Cremaschi sarebbe già accaduto in passato con il nazismo in Germania e il fascismo in Italia. Egli, cercando conferme alla sua tesi nella storia e nelle attuali dinamiche politiche, attraversa inevitabilmente la stagione «dell’offensiva liberista» della Thatcher e di Reagan (cara invece ai seguaci di Bruno Leoni, di cui sopra) che ebbe luogo negli anni Ottanta, denunciandone gli «effetti negativi sul piano sociale, economico, politico e culturale», concentrando in particolare il focus «sull’impronta liberista impressa all’Unione europea fin dal suo trattato costitutivo, Maastricht, entrato in vigore nel 1992». Per Cremaschi aveva ragione Pietro Gobetti, liberale sì, ma profondamente progressista, che affermò il fascismo essere una «rivelazione di quello che c’era dentro il paese», una sorta di autobiografia della nazione.
UN FENOMENO REAZIONARIO DI MASSA
Secondo Cremaschi «i livori della pancia profonda di un paese, le sue voglie di ritorsione e di vendetta sociale, le frustrazioni che non riescono a diventare coscienza di classe, vengono sistematicamente incentivate e approfondite dalle misure economiche liberiste e dalla supponenza morale e ideologica del liberalismo contro la plebe. I fascisti devono poi passare solo a raccogliere e rappresentare questo cumulo di doglianze e aspettative sociali disattese per rovesciarle contro lavoratori o studenti in cerca di riscatto o ambiti culturali, come nel caso della scuola, ritenuti parassitari rispetto alla materialità della società dei consumi. Una connessione sentimentale tra liberali e fascisti che oggi dilaga proprio nell’Occidente collettivo e capitalistico, dove alla prosperità diffusa dal compromesso sociale del welfare state si sono sostituite disuguaglianze sociali e competizione interna crescenti».
A646A – ECONOMIA, TEORIE E LIBRI: MENO TASSE PER TUTTI …O MENO LEGGI E NIENTE STATO? Nel giorno del ventesimo anniversario della scomparsa di Ronald Reagan (che assieme alla premier britannica Margareth Thatcher fu protagonista di quella particolare fase storica iniziata alla fine degli anni Settanta) insidertrend.it ha raccolto le opinioni di un qualificato quanto sfrenato (e perché no, anche un poco sfacciato) cenacolo di pensatori iperliberisti, la «famigliola» orfana di Bruno Leoni, che nella sede romana di Confedilizia il 5 giugno 2024 hanno dato libero sfogo ai loro convincimenti e alle loro recriminazioni.
Al dibattito che ha avuto luogo presso la Sala Luigi Einaudi sono intervenuti MICHELE SILENZI (LiberiLibri, moderatore), GIORGIO SPAZIANI TESTA (Confedilizia), RAIMONDO CUBEDDU (Istituto Bruno Leoni), CARLO LOTTIERI (Università di Verona), SERENA SILEONI (Istituto Bruno Leoni).
A646B – ECONOMIA, TEORIE E LIBRI: MENO TASSE PER TUTTI …O MENO LEGGI E NIENTE STATO? Nel giorno del ventesimo anniversario della scomparsa di Ronald Reagan (che assieme alla premier britannica Margareth Thatcher fu protagonista di quella particolare fase storica iniziata alla fine degli anni Settanta) insidertrend.it ha raccolto le opinioni di un qualificato quanto sfrenato (e perché no, anche un poco sfacciato) cenacolo di pensatori iperliberisti, la «famigliola» orfana di Bruno Leoni, che nella sede romana di Confedilizia il 5 giugno 2024 hanno dato libero sfogo ai loro convincimenti e alle loro recriminazioni.
In seguito, insidertrend.it ha interpellato sull’argomento un sindacalista di lungo corso attualmente impegnato in politica con Potere al Popolo, GIORGIO CREMASCHI, e approfittando della presentazione del suo ultimo saggio intitolato “Liberal Fascismo: come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra”, gli ha aperto i microfoni ponendolo nelle condizioni di esprimere tutto il suo disappunto riguardo all’orientamento economico di cui sopra, criticandolo duramente.
Ascolta gli audio allegati:
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