SOCIETÀ, eventi. Roma: kermesse all’Ambasciata irachena alla Camilluccia

È stato il frutto del progetto culturale del giovane Ambasciatore Saywan Barzani, noto al mondo diplomatico dell’Urbe per la sua creatività e il suo modo di concepire i rapporti umani, la diplomazia e le relazioni commerciali, artistiche e culturali; ne riferisce in un dettagliato articolo Rosario Sprovieri

a cura di Rosario Sprovieri – Roma, un appuntamento davvero speciale. Un evento serale di classe; ospitato in un luogo istituzionale come l’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq, in Via della Camilluccia, presso le pendici di Monte Mario.

UNA SERATA BEN COSTRUITA

Una serata ben costruita, alla cui base c’è quel valido progetto culturale, nato per volontà del giovane Ambasciatore dell’Iraq a Roma: S. E. Saywan Barzani, noto al mondo diplomatico dell’Urbe per il perseguimento costante e creativo del proprio modo di concepire rapporti umani, diplomazia, e interscambi antropologioci, commerciali, artistici e culturali. Cosa che dichiarò sin dal suo insediamento, quando  presentò le proprie credenziali assieme all’augurio di poter innescare «mille gemellaggi tra le regioni, le città e le camere di commercio di Italia e Iraq per far fiorire i rapporti economici in tutti i settori». In  assoluta continuità con le sue prime dichiarazioni d’intenti, oggi propone un apposito allestimento per una selezione di opere di maestri italo-tedeschi e Iracheni.

IL PATHOS DELL’ANIMA

“Contemporanea-mente”, questo è il titolo dato alla composita esposizione di pittura e calligrafia araba che si fa arte. Ogni mostra costituisce indubbiamente un’occasione privilegiata, sia per lo sviluppo della conoscenza delle arti che dei saperi, ed è proprio attraverso l’arte che raccontiamo tanto di noi stessi, è così che affiora tutto il pathos della nostra anima,  la ricchezza del sentire dentro, le sensibilità del cuore, le visioni impercettibili ad uno sguardo superficiale e distratto. Tutto è qui, in quel tocco pittorico  di quella umanità straordinaria che ha scelto come proprio linguaggio l’arte e la pittura. Oggi qui, in bella mostra sono esposte le opere di artisti quali: Karen Thomas  di nazionalità tedesca, Nestore Bernardi e Mauro Russo italiani e  Amjed Rifaie, invece irachena. Ad arricchire l’evento, come le tessere più preziose di un mosaico, la presenza di numerosi esponenti del mondo diplomatico: ambasciatori, personale delle Nazioni Unite, l’Ambasciatore della Repubblica dell’Iraq presso la Santa Sede S. E. Rahman Farhan al-Ameri, e le missioni diplomatiche accreditate al Quirinale, la Repubblica di Malta, San Marino e il Vaticano.

ARTE LINGUAGGIO COMUNE DELL’UMANITÀ

«Arte quale linguaggio comune dell’Umanità, l’arte dai colori della pace», Art, the common language of Humanity, art with the colors of Peace, sono le sottolineature più accorate (bilingue) del discorso dell’Ambasciatore Barzani. Il seguito è stato un viaggio alla scoperta dell’arte in mostra; a iniziare dalle tante opere della Thomas, la pittrice della luce, con il suo universo di cromie, con “I Colori della Luce, i Colori della Pace”, e quel suo martellante, ritmico messaggio: «Destatevi, svegliatevi dal sonno alla vita». A seguire le opere di un maestro, innovativo, geniale, di una concretezza assoluta, Nestore Bernardi, aquilano di Montereale, giramondo instancabile, artista tutto tondo, restauratore, scultore, pittore. È stato davvero impressionante trovarsi innanzi a “Il dramma dei Kurdi”, la sua opera più imponente realizzata nel 1991, oramai entrata nella storia di questo popolo perseguitato e sofferente. Volti e gesti segnati dalla sciagura sono i segnali più potenti dell’alfabeto Morse: ti aggrediscono al cuore, ti pungono l’anima. E quegli occhi?

OCCHI SMARRITI

Occhi smarriti e perduti, ricordano gli occhi sulla coppa, o su quel piatto che mostra la nostra Santa Lucia. Non vedete pietà? Non vedete tragedia? Non vedete misericordia ? Non vede più neanche Dio ? Il male è una nebbia crudele: ti prende alla gola, ti nega il respiro; cosa può, un popolo inerme, oltre il dolore, oltre la preghiera? Resta solo la speranza che il pianto delle “Madri della vita” possa sconfiggere per sempre i singhiozzi delle “Madri della morte”. Altre grandi opere intense, sono frutto della creatività visionaria dell’Artista abruzzese quali: le città del Futuro e Orfeo e Euridice. Innanzi alla bella vetrata del primo piano, sul lato destro, sono esposte le opere di Mauro Russo Calabrese di nascita, che si è perfezionato a Brera e che oggi è Pittore e  punto di riferimento degli artisti di Roma. Per via di Tele Cusano, emittente televisiva dove il giovane artista conduce una trasmissione sulle arti e gli artisti. Russo è un pittore poliedrico capace di spaziare fra le varie espressioni della pittura, che riesce a dominare in ogni senso, dal magma del colore sino a tutto ciò che può essere usato per portare a termine una visione, un sogno, un paesaggio, una composizione astratta, un materico pesante.

PITTORI POLIEDRICI

Sullo stesso lato di Russo sono collocate le delicatissime opere pittoriche dell’artista iracheno Amjed Rifaie, l’artista si serve della calligrafia che è parte principale del patrimonio culturale dell’Islam, basando sull’espressione estetica di immagini spirituali che vanno al di là della parola e  che assumono tutte le qualità di un’opera astratta pulita e definita alla maniera dei più grandi incisori e dei grandi cultori delle mirabili opere di grafica dei secoli scorsi, ma oggi, in questa nuova forma anch’esse «opere della modernità» del nuovo millennio. Per la mondanità dell’Urbe, segnalo fra gli ospiti convenuti Adriana Russo (attrice, figlia del pittore Mario), Franco Mariotti (direttore di Cinecittà Holding), Nadia Bengala (Miss Italia 1988), Giò Di Sarno (cantante e presentatrice di Tele Cusano), Alessandro Cerreoni (direttore della rivista “GP Magazine”), Francesco Caruso Litrico (giornalista), Sergio Ferroni (LN International) e il prefetto Fulvio Rocco De Marinis.

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