VATICANO, relazioni internazionali. La Santa Sede, Taiwan e la Cina Popolare

La diplomazia pontificia e l’insediamento a Taipei del neoelettro presidente Lai Ching-te, investito ufficialmente del mandato presidenziale lo scorso 20 maggio. La Santa Sede, unica in Europa a intrattenere relazioni diplomatiche con Taipei (gli altri stati, infatti, intrattengono relazioni con Pechino) è stata rappresentata da un inviato speciale del Pontefice, l’arcivescovo Charles Brown, attuale nunzio apostolico nelle Filippine. Contestualmente aveva avuto luogo a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, un convegno in occasione della celebrazione del centesimo anniversario del “Concilium sinense”, nel corso del quale vi è stato un lungo indirizzo da parte del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Il porporato ha auspicato, tra l’altro, l’apertura di un ufficio della Santa Sede a Pechino. Ventiquattro ore dopo, il portavoce del ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese «non aveva risposto negativamente a un quesito posto riguardo alla specifica questione». Un segnale ritenuto importante

ne riferisce Andrea Gagliarducci, vaticanista presso l’agenzia giornalistica ACI Stampa https://www.acistampa.com/story/25149/diplomazia-pontificia-tra-santa-sede-cina-e-taiwan – Il 20 maggio scorso il neoeletto presidente di Taiwan.

CENTO ANNI DAL CONCILIUM SINENSIS

Il giorno seguente, presso la Pontificia Università Urbaniana aveva avuto luogo un convegno in occasione della celebrazione del centesimo anniversario del Concilium sinense, da quando cioè, nel 1924, venne dato avvio al processo che avrebbe condotto alla prima ordinazione di vescovi cinesi. Nel corso dei lavori si era registrato un lungo indirizzo da parte del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che aveva tra l’altro auspicato l’apertura di un ufficio della Santa Sede a Pechino. Alla conferenza era presente il vescovo di Shanghai Giuseppe Shen Bin, nel 2023 nominato unilateralmente dal Governo di Pechino, nomina successivamente sanata da Papa Francesco. Questi, in un suo successivo intervento, aveva inteso difendere la costituzione dell’Associazione patriottica cinese, sostenendo che essa «non si pone in contrasto con l’adesione alla fede cattolica, ma costituisce piuttosto un modo di superare o di contrastare la mentalità colonialista dei missionari».

PECHINO NON RISPONDE NEGATIVAMENTE

Ventiquattro ore dopo, il portavoce del ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese «non rispondeva negativamente a un quesito posto riguardo alla specifica questione». Si tratta di segnali ritenuti importanti, giunti alla vigilia di una settimana che avrà un notevole peso, dato che per la prima volta dovrebbe svolgersi a Roma un incontro sino-vaticano sull’accordo tra Santa Sede e Repubblica Popolare relativo alla nomina dei vescovi. Finora erano state le delegazioni vaticane formate dai membri della Segreteria di Stato e di Propaganda Fide a recarsi in Cina, viaggio che si prevede si ripeta nel prossimo mese di ottobre.

CONTESTUALI DINAMICHE IN ATTO A TAIWAN

Nel frattempo a Taipei si insediava il neoeletto presidente della Repubblica Taiwan Lai Ching-te, evento che è stato seguito dalla nomina da parte del Pontefice dell’arcivescovo Charles Brown (attuale nunzio apostolico nelle Filippine), quale suo rappresentante speciale alla cerimonia di insediamento alla Presidenza di Lai Ching-te che si è svolta il 20 maggio. La Santa Sede costituisce per Taipei un partner essenziale, questo in particolare da quando Taiwan non è più riconosciuto dalle Nazioni Unite, con la diplomazia di oltre Tevere che ha tuttavia comunque mantenuto una nunziatura nel Paese asiatico, denominata «la nunziatura di Cina», finora sempre posta sotto la responsabilità di un incaricato di affari e non da un nunzio.

UNA SCELTA CONSIDERATA NATURALE

Entro le Mura leonine la scelta dell’arcivescovo Brown viene ritenuta una «scelta naturale», poiché, si asserisce, la nunziatura nelle Filippine è quella alla quale viene collegata la Missione di studio della Santa Sede nella Cina continentale, che ha sede a Hong Kong. L’arcivescovo Brown si è recato a Taiwan dal 19 al 21 maggio e ha portato al presidente Lai le congratulazioni del Pontefice, oltre alla preghiera di prosperità e successo per tutte le persone dell’isola. Il religioso ha partecipato anche al banchetto di Stato in onore della presidente uscente Tsai Ing-wen. Monsignor Stefano Mazzotti, chargée d’affaire della nunziatura a Taiwan, ha accompagnato Brown alla cerimonia di insediamento oltre che ad alcuni altri eventi e all’udienza concessa dal presidente Lai.

I CRISTIANI NELL’ISOLA

Il ministero degli Esteri di Taipei ha in seguito sottolineato come Taiwan e la Santa Sede abbiano un’amicizia solida e profonda «basata sui valori universali condivisi di libertà, pace e diritti umani», e che «la relazione tra Taiwan e la Santa Sede e ricca e piena di sfaccettature», ribadendo l’impegno assunto da Taiwan di proseguire nella collaborazione con la Santa Sede allo scopo di «promuovere il benessere umano globale e la dignità». I cristiani a Taiwan costituiscono il 4% del totale della popolazione, tra di essi i cattolici sono all’incirca 300.000, distribuiti su un territorio articolato su una arcidiocesi e sei diocesi. Taiwan non ha status sovrano all’Onu, tuttavia intrattiene relazioni diplomatiche con quattordici stati e relazioni commerciali con quarantasette.

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