ARTE, esposizioni. Roma, Casa dell’Architettura: insospettabili luoghi della meraviglia fotografati da Stefano Cioffi

Nel servizio di Alessandra Battaglia (Monolite TV) la mostra rivelazione che è anche denuncia: come i siti feriti possono divenire paesaggi mitici

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a cura di Alessandra Battaglia giornalista di Monolite Notizie, 17 maggio 2024 – Colto e profondo come lo sguardo con cui ha saputo raccontare crateri, voragini , gallerie nella collezione di fotografie esposte fino al 23 maggio nello splendido Acquario Romano, Stefano Cioffi racconta ai microfoni di Monolite Notizie la mostra “Lo sguardo sottratto – Paesaggi di Cave”. L’esposizione, un viaggio davvero irrinunciabile per l’effetto emozionante che restituisce, è a cura di Maria Grazia Cianci che nel videoservizio espone l’impronta con cui si è scelto di connotare il viaggio narrativo della mostra presso la Casa dell’Architettura, a Roma. Dopo il vernissage dell’8 maggio scorso  i fortunati visitatori possono apprezzare le opere fotografiche ancora fino al prossimo 23 maggio.

UN PROGETTO NATO PER DOCUMENTARE

«Il mio progetto nasce per documentare operazioni a cuore aperto, finisce raccontando l’amore per scenari naturali rimodellati e nuove relazioni del paesaggio», spiega l’autore mentre sfilano in un allestimento sofisticato nella ricerca dei dettagli  e al contempo essenziale e comunicativo le cave di travertino di Tivoli  insieme a cave di tutta Italia. «La serie di foto sono iniziate a pochi chilometri da casa, a Tivoli – egli prosegue -, raggiungo Tivoli con la via Tiburtina, la strada consolare che percorrevano già i Romani. A Tivoli si estrae il travertino da oltre duemila anni, il marmo di Roma, il lapis tiburtinum. Il mio impatto con le cave di Tivoli è stato casuale e folgorante. Mi sono emozionato. Sulla stessa strada sono passati i blocchi di pietra con cui sono stati costruiti il Colosseo, il colonnato di San Pietro, la Fontana di Trevi. Storia e bellezza: un’evocazione potente».

«IL PAESAGGIO È NELLE MIE CORDE»

Nativo di Napoli e oggi cittadino della Capitale, Stefano Cioffi, oltre a collaborare con “La Stampa” e “La Repubblica” (testate giornalistiche per le quali ha curato oltre trecento galleries con ritratti di musicisti e attori), è stato più volte chiamato a esporre in sedi museali italiane e all’estero, in Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Stati Uniti d’America e Giappone. «Nelle mie corde c’è il paesaggio – sottolinea l’artista -, la mia è un’indagine nascosta nelle aree dimenticate, nello spazio che l’uomo crea e poi abbandona e la natura si riprende». Autore di numerosi libri fotografici, dal 2013 cura il workshop di fotografia del paesaggio all’interno del master Open di Architettura a Roma Tre. Nel ricco curriculum dell’eclettica personalità che spazia tra esperienze come docente universitario, passione per fotografia, giornalismo e arte, c’è anche il cinema: con il lungometraggio “Lotto 6A”, storia di una strada millenaria e “Senza Corpo” cortometraggio finalista al premio David di Donatello, opera che gli è valsa il premio come miglior regista sia al Festival International Cine de Alicante (in Spagna) sia al VII film festival Smallmovie di Calcinaia (PT). Più recente, del 2021, “Trentanni” documentario scritto e diretto dallo stesso Stefano Cioffi.

INSOSPETTABILI LUOGHI DELLA MERAVIGLIA

Nella sua introduzione “Gli insospettabili luoghi della meraviglia”, Cioffi sintetizza qual è il motore pulsante che lo motiva: «Guardavo le cave già da bambino. Erano sempre una sorpresa. Le ricordo benissimo. Quando mi arrivavano davanti avevo un sussulto, era una visione forte. Le cave sono immense macchie nel nostro paesaggio. Così le ricordavo e così le ho ritrovate a cinquant’anni quando ho iniziato a fotografare cave dalla Sicilia al Trentino. Le ho fotografate per sei anni di fila. Volevo raccontare quelle profonde lacerazioni nel cuore della terra. Crateri, voragini, gallerie. Grandi ferite, e poi cicatrici. Quelle erano visioni impresse nella memoria». Perché ripescare immagini così conturbanti? «Un sentimento oscuro ma un’attrazione evidente – spiega Cioffi -, qualcosa bolliva dentro la terra, qualcosa bolliva dentro di me. Da sempre. Una polarizzazione irresistibile». Quindi, prosegue illustrando l’attrazione irresistibile che lo porta, macchinetta fotografica alla mano, a farsi testimone di questa evoluzione di panorama.

SENTIMENTI ANTITETICI

«Convivo con due sentimenti antitetici: denuncia e meraviglia. Il primo mi ha portato davanti a questi luoghi, il secondo me li ha fatti amare. Da un lato dolore per azioni predatorie dell’uomo, dall’altro stupore per gli esiti armonici che questi interventi hanno avuto nel tempo». Il magnifico catalogo della mostra che raccoglie gli scatti in esposizione è consultabile con piacevolezza e fa rivivere l’esperienza della visita diretta a “Lo sguardo sottratto”. Curatrice dell’evento è Maria Grazia Cianci, docente ordinario di Architettura presso l’Università Roma Tre, che oltre a numerose pubblicazioni di prestigio, concentra la sua attività progettuale nel rapporto tra archeologia, storia e natura, interessa testimoniato in tante pubblicazioni a sua firma diffuse anche al livello internazionale. Ella sottolinea come il paesaggio delle cave sia un universo di suggestioni «dove la natura e l’opera umana si fondono in una danza eterna tra creazione e sottrazione. Le cave con le loro pareti scolpite e le profondità che si arpono verso l’ignoto, offrono un’esperienza visiva e sensoriale unica, invitando chi le osserva a immergersi in un mondo di meraviglia e mistero».

NEL CUORE DELLE CAVE

Riferendosi a Cioffi, la Cianci afferma poi che «nel cuore delle cave, tra le rocce scolpite e gli spazi vuoti, possiamo trovare una quiete interiore e una sensazione di meraviglia di fronte alla bellezza e alla complessità del mondo. È qui che possiamo contemplare il mistero dell’esistenza umana e avventurarci nell’indagine filosofica sulla nostra natura, sul nostro scopo e sul destino dell’universo infinito. È proprio da queste considerazioni che parte “Lo sguardo sottratto”, un progetto fotografico che guarda al paesaggio attorno ai luoghi di estrazione italiani, le cave, da nord a sud, dal Trentino alla Sicilia realizzato dal fotografo Stefano Cioffi. Le sue fotografie raccontano proprio l’ambivalenza di questi paesaggi fuori dal comune, sono anche capaci di evocare altri luoghi e trasportare indietro nel tempo. Osservandole fotografie sembra di rivivere ambientazioni orientali, o sentirsi immersi in siti archeologici, o in luoghi lontani o in architetture della classicità antica. Le geometrie che le immagini mettono in risalto sono gli assi cartesiani della cultura di quel luogo, il passato e il presente, stratificazione della sua storia, ricchezza inestimabile da abitare e godere con gli occhi della nostra contemporaneità. L’altro aspetto fondamentale per il quale considero il suo lavoro interessante e importante è la capacità di far sembrare i luoghi feriti come paesaggi mitici. È moderno grazie al taglio delle sue inquadrature. Mette ordine tra gli elementi e allo stesso tempo mostra il sapere, contemporaneamente espressione e immagine di ciò che si sta guardando».

INFO

Insospettabili luoghi della meraviglia: Lo sguardo sottratto – Paesaggi di Cave;

mostra Fotografica di Stefano Cioffi curata da Maria Grazia Cianci;

esposizione aperta al pubblico fino al 23 maggio 2024 presso la Casa dell’Architettura, Acquario Romano Roma;

catalogo de “Lo sguardo sottratto” di Maria Grazia Cianci.

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