MEDIO ORIENTE, guerra a Gaza. Annunciate le prossime «wet operations» di Bibi

Su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu le principali agenzie di intelligence israeliane starebbero lavorando all’elaborazione di piani per l’individuazione degli elementi di Hamas che attualmente vivono in Libano, Turchia e Qatar. La campagna di eliminazioni mirate si configurerebbe come «un’estensione delle operazioni clandestine che Israele conduce da decenni». Intanto a Doha proseguono i colloqui tra i direttori del Mossad e della CIA, alla ricerca di elementi di mediazione che portino alla liberazione degli ostaggi segregati dai miliziani armati palestinesi nella Striscia

a cura di Shorsh Surme, pubblicato da “Panorama Kurdo” il 13 maggio 2024, https://www.panoramakurdo.it/2024/05/13/israele-netanyahu-ordina-una-catena-di-omicidi-allestero-per-eliminare-hamas/ Funzionari israeliani hanno riferito al quotidiano “Wall Street Journal” che una volta terminato il conflitto attualmente in corso nella striscia Gaza, in tutto il mendo verrà data la caccia agli esponenti di Hamas, un intento dichiarato che pone le basi per operazioni che si protrarranno negli anni.

UNA LUNGA SERIE DI «ELIMINAZIONI MIRATE» ALL’ESTERO

Su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu le principali agenzie di intelligence israeliane starebbero lavorando all’elaborazione di piani per l’individuazione degli elementi di Hamas che attualmente vivono in Libano, Turchia e Qatar. La campagna di eliminazioni mirate si configurerebbe come «un’estensione delle operazioni clandestine che Israele conduce da decenni». Nell’articolo pubblicato dal quotidiano finanziario newyorkese vengono inoltre riportati una serie di casi nei quali gli agenti del Mossad, travestiti da donne o da turisti, comunque sotto mentite spoglie, hanno dato la caccia ai militanti palestinesi a Beirut, ucciso un leader di Hamas a Dubai e, secondo ex funzionari dello Stato ebraico, utilizzando un’autobomba hanno assassinato un leader di Hezbollah in Siria, mentre, ricorrendo a un’arma da fuoco telecomandata, nei pressi di Teheran hanno eliminato lo scienziato Mohsen Fakhrizadeh, figura di punta del programma nucleare degli ayatollah.

I MONITI DI NETANYAHU E GALLANT

Sempre secondo il WSJ, i nuovi piani costituirebbero una «seconda possibilità» per Netanyahu, che nel 1997 ordinò un di avvelenare il leader di Hamas Khaled Meshaal in Giordania, tentativo poi fallito, mentre riuscì l’eliminazione della guida spirituale del movimento islamista radicale palestinese, lo sceicco Ahmed Yassin, ucciso con un missile Hellfire a guida laser. Tra la costernazione di alcuni funzionari israeliani, che desidererebbero che su questa pianificazione si mantenga il massimo riserbo, il primo ministro aveva invece iniziato a renderla nota in un discorso pronunziato alla nazione lo scorso 22 novembre. «Ho dato istruzioni al Mossad – affermò in quell’occasione – di agire contro i capi di Hamas ovunque si trovino». In seguito, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, affermò senza mezzi termini che i leader di Hamas vivevano «in un tempo preso in prestito» e che quindi erano «segnati a morte», concludendo poi con la considerazione che «la lotta è mondiale, sia dei terroristi a Gaza che di coloro che volano su aerei costosi».

OBIETTIVO DICHIARATO: ANNICHILIRE DEFINITIVAMENTE HAMAS

Generalmente gli apparati dell’intelligence israeliana cercano di mantenere segreti i loro piani, tuttavia, i leader dello Stato ebraico non hanno avuto riserve nel rivelare l’intenzione di dare la caccia ai responsabili dell’attacco del 7 ottobre, come fecero con i responsabili dell’eccidio degli atleti israeliani perpetrato durante le Olimpiadi di Monaco nel 1972. Il WSJ ha ventilato che gli attuali piani costituirebbero una estensione della guerra combattuta dalle forze armate israeliane nella striscia di Gaza, con l’obiettivo di «garantirsi che Hamas non possa mai più costituire una seria minaccia per lo Stato ebraico», similarmente a quanto fecero gli Stati Uniti d’America quando guidarono una coalizione militare globale contro i miliziani dell’Isis che avevano proclamato il califfato in alcune aree dell’Iraq e della Siria.

UNA ULTERIORE IPOTESI: L’ESPULSIONE FORZATA

Quale parte di questo sforzo complessivo, gli israeliani starebbero altresì valutando l’espulsione forzata di migliaia di combattenti del movimento islamista radicale palestinese dalla striscia di Gaza, questo allo scopo di abbreviare il conflitto attualmente in corso. Ha sottolineato il WSJ che «le esecuzioni mirate all’estero possono violare il diritto internazionale e provocare la reazione degli Stati nei quali nei quali i killer, senza la concessione di un preventivo permesso, opererebbero» e, citando dei funzionari dello Stato ebraico, il quotidiano americano ha altresì evidenziato come alcuni settori della sicurezza israeliana avrebbero voluto lanciare una campagna immediata allo scopo di uccidere Khaled Meshaal e gli altri leader di Hamas che vivono fuori dalla Palestina.

MOSSAD E CIA: I COLLOQUI VANNO AVANTI A DOHA

Secondo quanto trapelato alla stampa, non è noto che Israele abbia effettuato operazioni di eliminazioni mirate in Qatar, ma farlo dopo il 7 ottobre potrebbe vanificare gli sforzi finora profusi al fine di ottenere il rilascio delle persone sequestrate dai palestinesi e ancora tenute in ostaggio. Sono preoccupazioni che hanno contribuito a mitigare lo slancio col quale si sarebbe voluta avviare immediatamente la campagna di omicidi. Comunque la pianificazione di essi continua, affermano le fonti del WSJ. Ad avviso di quest’ultimo, il Qatar sarebbe divenuto il fulcro dei colloqui in ordine agli ostaggi, che hanno visto Doha all’inizio di questa settimana il direttore del Mossad, David Barnea, incontrare il suo omologo della Central Intelligence Agency, William Burns a Doha per ulteriori colloqui. Il Qatar ha contribuito al rilascio di decine di ostaggi israeliani tenuti segregati dai militanti palestinesi nella striscia di Gaza, quale contropartita del rilascio dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane.

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