ARTE, esposizioni. Roma, Palazzo Capizucchi: Artificialis

Fino al 24 maggio EPVS, Bankeri, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella trasformano l’ex biblioteca dello storico edificio in una grande «wunderkammern»; il testo critico è di Roberto Bilotti: opening 7 maggio presso Spazio espanso in piazza di Campitelli a Roma

Oggi, martedì 7 maggio, presso lo Spazio Espanso di Palazzo Capizucchi inaugura Artificialis, mostra collettiva voluta, curata e prodotta da EPVS, Bankeri, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella che trasforma l’ex biblioteca dello storico palazzo in una grande Wunderkammern. La mostra è visitabile tutti i giorni su appuntamento; info: +393479016034

UN CORTO CIRCUITO DI VERITÀ E FINZIONE

Fino al 24 maggio, lo Spazio Espanso ospiterà una natura sui generis che, poeticamente alterata dal tocco degli artisti, innesca volutamente uno corto circuito tra verità e finzione, tra naturalia e artificialia. Proprio come in un’antica wunderkammern gli spazi di Palazzo Capizucchi si popolano di elementi fantastici che, in silenzioso dialogo tra loro, indagano e riflettono sul concetto di “artificiale”, tema imprescindibile in quella che si potrebbe definire l’epoca della post riproducibilità tecnica, visto che le moderne tecnologie non sono solo in grado di riprodurre ma anche di produrre da zero.

RIFLETTERE SUL CONCETTO DI «ARTIFICIALE»

Ciascuno dei cinque artisti con due opere, realizzate appositamente per la mostra, sviluppa una propria visione del concetto di Artificialis che, derivato da artificio, a livello semantico, ha compiuto un lunghissimo viaggio; significando dapprima i prodotti creati dall’uomo ad imitazione del naturale, tra cui anche i manufatti artistici; poi i materiali non naturali; fino ad arrivare a connotare quanto realizzato dalla macchina ad imitazione dell’umano.  EPVS con Jungle e Flower, approfondisce il concetto di artificio che «ha l’enorme responsabilità di dover trovare l’equilibrio con la natura». L’artista, secondo la sua poetica caratterizzata da un aspetto giocoso e dalla ricerca di media rappresentativi e carichi di significato, veicola un messaggio che, nutrendosi di contrasti, parla di ecologia.

NULLA DI NATURALE

Adoperando materiali che non hanno nulla di naturale, come il plexiglas neon con cui crea un giungla psichedelica in Jungle e tessuti sintetici che poi vengono pesantemente schiacciati da barre di ferro in Flower, rappresenta la natura attraverso ciò che la distrugge, creando un ossimoro che si traduce in un allarmante verità. Bankeri con “It makes me wonder” crea un’installazione immersiva in cui le pareti della stanza si trasformano in un bosco a grandezza naturale, abitato da animali fantastici. Partendo dal recupero di atlanti geologici antichi, Bankeri, con il suo linguaggio pop, ironico e dissacrante, riflette sul concetto di comunicazione, che approfondisce nell’opera Bones Flowers in cui tramuta delle ossa in una perenne infiorescenza, dimostrando che non esiste una visione univoca della realtà, ma che la stessa può essere interpretata da diversi punti di vista.

INSTALLAZIONI IMMERSIVE E LAVORI NON CLASSIFICATI

Veronica Montanino, con i suoi lavori “N.C.” (non classificati) e Mappe Mondi, sottolinea come i sistemi classificatori di cui l’uomo si è sempre avvalso per spiegare razionalmente la natura siano ormai inefficaci. L’artista dimostra la fallacia di un sapere lineare a favore di una conoscenza reticolare, creando un ambiente immersivo in cui mette alla prova il visitatore giocando su una falsificazione bidimensionale, ove realtà e finzione convivono. Dimostrando che la complessità deve essere accettata per quello che è che Àciò che sfugge il più delle volte è incomunicabile anche mediante linguaggio articolato. Innocenzo Odescalchi, con Stati di Natura, in cui uomo, animale e macchina si fondono in un infinito disordine, parla di artificio a partire dall’arte, per dire che “l’opera d’arte non è un tramite verso una verità assoluta e non riveste neanche un ruolo pedagogico, ma piuttosto un artificio che dura da secoli».

METAMORFOSI E ARTIFICI CHE DURANO DA SECOLI

Silvia Scaringella, con Metamorfosi dell’umano lavora sull’dea dell’uomo come «identità metamorfica, che si trasforma nelle epoche grazie alla sua capacità progettare un artificio», manifestando che, paradossalmente, «l’evoluzione umana configurandosi come una sempre più invadente progettazione dell’artificiale mette a rischio se stessa andando a distruggere l’ambiente che la ospita». Come emerge da questo rapido excursus, in maniera delicata, a tratti ironica e giocosa, i cinque artisti, attivando una natura incantata, mettono al centro l’uomo, dimostrando la necessità di abbandonare la fiducia in un sapere di stampo enciclopedico a favore dell’adozione di una visione critica e attiva della realtà.

TESTO CRITICO

a cura di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona – Le volte a padiglione, intersezione di semicilindri di rotazione, dal virtuosismo di Giacomo Della Porta, che esprimono insieme le anime dello scultore e dell’architetto, sono nate dai poliedrici processi tecnico-operativi e dagli insegnamenti michelangioleschi basati sull’indagine della natura tesa alla bellezza ideale. Questa viene qui rievocata e indagata da cinque artisti che basano la loro ricerca sulla natura vegetale, animale e sull’uomo e i suoi artifici.

INTERAZIONE TRA NATURA ED EDIFICIO

L’interazione natura-artificio nel tempo è stata variamente interpretata. La cultura umanistico-rinascimentale, alla quale si riferisce palazzo Capizucchi, l’ha idealizzata offrendo dapprima una visione umanizzata poi razionale e sottolineando la maestria del fare per cui il modello naturale può essere superato dalla bellezza dell’opera d’arte. Il palazzo diviene palcoscenico della metamorfosi natura-artificio, aggregazione di singoli processi di percezione visiva volti al coinvolgimento emotivo del pubblico. Lo studio della natura come riferimento ideale di bellezza è nella vasta sintesi che caratterizza tutta la scenografia di piazza Campitelli, con opere monumentali di ritmata chiarezza. Ne deriva un riscoperto punto unico di fuga nell’effetto prospettico dell’ortogonalità delle gallerie d’ingresso dei palazzi attigui. Progettazione urbanistica unitaria non solo concettuale ma fisica nell’acqua versata dal dispositivo della fontana dell’Acqua Felice proveniente dalla sorgente esquilina.

ESPRESSIONE VISIVE TRIDIMENSIONALI

L’elemento unificante è l’interesse per la natura, aspetto ideale e sostanziale nella compiutezza dell’ideazione e progettazione, analisi e sperimentazione che mettono in gioco il rapporto tra l’uomo e il mondo. La natura, l’uomo e i suoi artifici sono alla base comune delle elaborazioni avanzate nella ricerca di una verità che viene esaltata dalla resa tecnica e cromatica. Espressioni visive tridimensionali nate dall’assemblaggio di elementi naturali (rami, foglie, terra, insetti, ossa) i cui significati vengono ricodificati nel rapporto tra loro e con lo spazio con il quale confrontarsi e integrarsi. La storicità del palazzo, con le sue commistioni e contaminazioni che continuano a trasmettere le essenze del passato, è prestata all’arte attuale per rigenerare i luoghi. Nuova visione, nuovi scenari interattivi per un museo improprio che sollecita la percezione di palace art.

SPAZIO ESPANSO

Articolazione, proporzione, monumentalità, equilibrio e stabilità classica di Spazio Espanso trasformati da materiali deliberatamente poveri o quotidiani che gli conferiscono transitoria nuova identità. Una eterogeneità dovuta alla natura concettuale e astratta dove la relazione col contesto architettonico è strutturale. Dal 7 maggio installazioni animate da vitalismo affermano la concezione spazio e tempo come durata di dimensione della coscienza.  La mobilità interiore è sintesi dell’interconnessione tra arte e spazialità in cui l’ambiente diviene parte integrante. Sculture d’ambiente, aggregazioni, dipinti, convergono simultaneamente tra il dinamismo umano e ciò che lo circonda, trasfigurazione della realtà, sensazione visiva di compenetrazione dei luoghi che, partendo da una molteplicità di elementi raccolti, di percorsi autonomi, di visioni soggettive, di diversi linguaggi, giungono a una conclusione unitaria e a un’esposizione spaziotemporale essenziale, percettiva del lavoro di Bankeri, EPVS, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella.

INSTALLAZIONI ANIMATE DA VITALISMO

Bankeri It makes me wonder. Poliedrico sperimentatore di tecniche e supporti differenti. Muri, tele, stampe fotografiche, su cui scomporre e ricomporre elementi del quotidiano, frammenti di un immaginario primordiale. Trasposizione di elaborati collage di vegetazione rosa fluorescenti e materiale osseo, installati su cumuli di terriccio. La sala diviene immersione naturalistica, ambiente totalizzante della natura in cui diversi elementi si incontrano e si uniscono come in un gioco. Ossa che diventano fiori vivendo l’ossimoro della loro materia sospesa tra vitalità e immortalità. L’insieme degli elementi, reso dalla continuità tra parete e suolo, dà vita ad un ambiente fantastico, al limite con l’onirico, che restituisce una visione olistica immaginifica della natura.

POLIEDRICA SPERIMENTAZIONE

In questa rappresentazione della natura diverse specie di animali, reali e non, convivono, dialogano e rivelano, attraverso l’intervento artistico, tratti nascosti e surreali. Il cambio di proporzioni subito dalle immagini, da principio piccole e ora di dimensioni più ampie, permette una fruizione immediata e collettiva di strumenti originariamente utilizzati per l’osservazione individuale. Le tavole illustrative originali, allora, prendono vita grazie al contributo del pubblico che non le sfoglia o consulta, piuttosto le abita in modo immersivo. La scenografia dedicata al mondo animale, reale e immaginario, ricopre intere pareti; la commistione tra tecniche e linguaggi, tra modi della tradizione e innovazione tecnologica offrono nella versatilità la chiave della sua ricerca.

JUNGLE AND FLOWERS

EPVS Jungle and Flowers la metamorfosi attuata dall’uomo prevarica le leggi della natura. L’elaborazione plastica esprime la giungla animata da insetti mutati a fianco di soffici cuscini schiacciati da pesanti barre di ferro. Fotografia, metallo, oggetti plastici e polimaterici multicolori interpretano la natura e i profili ecologici. Elementi con i quali viene comunicato il proprio mondo interiore emozionale e concettuale nella percezione di ciò che ci circonda, esternando con modalità ludiche il messaggio di responsabilizzazione. Installazioni interattive divengono racconti che prendono la scena, invadono lo spazio coinvolgendo i visitatori in forma diretta. Questa installazione specifica, esclude una interazione attiva e cerca una più profonda e pacata riflessione.

FUSIONE TRA OPERA E SPAZIO

Veronica Montanino, N.C. non classificati il supporto del lavoro si estende allo spazio e a ciò che contiene (mobili, soffitto, pareti, porte) una fusione globale, interconnessione tra l’opera e la sua spazialità, fusione tra esteriore e interiore. Il lavoro penetra lo spazio, lo incarna.  «Pezzi di natura»,  rami, radici, licheni, funghi, insetti, resi artificiali da colle, plastiche, colori industriali, mescolati ad oggetti d’uso quotidiano artigianali e seriali. Più libri assemblati in un corpo unico, simboleggiano il sapere, si aprono con continuità in un ventaglio a 360 gradi aggiungendo altri valori simbolici, sociali, politici e di messaggi cifrati. La grande libreria rivive con altri elementi tridimensionali che ne occupano gli spartiti, cassetti di antichi mobili a caratteri tipografico costituiscono la stratificazione, la proiezione di immagini sovrapposte in dissolvenza. Ricorre il dualismo tra naturale/artificio, natura/cultura, installazione/proiezione, antico/contemporaneo.

CIÒ CHE L’ESSERE UMANO TRASFORMA

Innocenzo Odescalchi Stati di natura uomo, animale e macchina interagiscono disordinatamente, in un artificio continuo che trascende verso una essenza magica. Umani che perdono la connessione con l’ambiente e i suoi cicli vitali con il rischio dell’implosione. Il lavoro è una «finestra» sul rapporto tra la realtà che non è prodotta dall’uomo e tutto ciò che egli trasforma. Sulla crescente difficoltà visiva di distinguere il naturale dall’artificiale, del trasformato, del geneticamente modificato dalle biotecnologie genera confusione identitaria “Bisogna avere un caos, per ordinarlo e poi permettergli di rompersi di nuovo in mille pezzi” come scriveva Nietzsche. Silvia Scaringella Metamorfosi dell’umano che incessantemente si trasforma e trasforma ciò che lo circonda. Progetti architettonici abitativi, infrastrutturali, ambientali, fanno rivivere visioni, calcoli e annotazioni del passato a cui, cuciti, si sovrappongono alberi quali affermazione della natura.

MUTAZIONE VEGETALE

La metamorfosi vegetale ha inizio con il seme che in sequenza si schiude, germoglia e cresce realizzati in marmo dal suolo in carbone. Sette vasi trasparenti rivelano lo sviluppo costretto dalla strategia della produzione, la manipolazione delle entità e attività del modo naturale, l’interazione delle specie viventi, il clima e le risorse naturali del ciclo della vita. Unità ecologiche universali e fenomeni fisici privi di confini – aria, acqua, clima, energia, radiazioni, magnetismo – che fino ad ora hanno permesso l’esistenza della vita. Alla natura erano attribuite caratteristiche esoteriche, mitiche, rituali qui rappresentate attraverso modelli sequenziali. L’azione umana indica l’artificio non sempre migliorativo da cui sono derivati i primi allarmi divenuti poi consapevolezza critica e  necessità di porsi nei confronti della natura in termini olistici.

EPVS

EPVS, Germania: vive e lavora a Roma

2023: SCREENS Fortezza Orsini, Sorano; Arte in Nuvola, Roma; Paratissima, Torino

2022: Opera permanente Culture Club arte pubblica per il comune di Roma

2021: installazioni site specific, Istituto di Cultura Mazowiecki di Varsavia, Roma, Torino, Palermo e Rossano

2020: BIAS, Venezia e giardino storico Barbarigo di Valsanzibio

2019: THE POOL, Macro, Roma

2018: MUTma(ß)ungen on the bridge, Macro, Roma | ART MONSTERS ARTICOLO 3 Museo Palazzo della Penna, Perugia

2016 -2018: BIAS Biennale dell’Arte Sacra, Palazzo Donà dalle Rose Venezia e Museo Palazzo Riso, Palermo

2013 – 2018: interventi al MAAM di Roma, al DIF Museo Diffuso di Formello e alla Cittadellarte – Fondazione Pistoletto

BANKERI

Bankeri (Francesco Bancheri): vive e lavora a Roma

2022/23: Metamorfosi, Struttura Roma

2022: 8 minuti dal sole, Gerace (RC)

2021: Eventualmente femminile #lamateriasensibile, Palazzo Capizucchi, Roma

2021: Hide ‘N Seek, Art Gallery Temple University Roma

2019: DreamOn/Dreamoff e Stardust, Museo MACRO, Roma

2019: Microcosmo, Palazzo Doria Paphilj,Valmontone Roma

2018: Atelier, residenza presso MACRO di Roma

INNOCENZO ODESCALCHI

Innocenzo Odescalchi: vive e lavora a Roma

2023: Geografie Cosmiche, Nuova Pesa, Roma

2022: Oltre, Associazione culturale Canova, Roma

2020: La Musa Evasiva, Museo Carlo Bilotti, Roma

2019: Infinito presente, GNAM, Roma

2018 Manifesto Palazzo Oneto, Palermo

VERONICA MONTANINO

Veronica Montanino: vive e lavora a Roma

2023: Speculare, Sculture in Campo, Bassano in Tevrerina;

2022: In casa Esperimenti di trasparenza, edificio Lucio Passarelli, Roma;

2022: Meshwork, Palazzo Hercolani, Art City – Arte Fiera, Bologna;

2022: Appariscenze, Chiesa di San Martino, Gerace, Fondazione Rocco Guglielmo;

2020-21: Rami, Musei di Villa Torlonia, Roma; 2019 Isola Croma, Macro, Roma;

2018 Interno domestico, Galleria Russo, Roma; 2018: Disallineamenti, MARCA Museo delle Arti di Catanzaro;

2018: Abstracta Un secolo di astrattismo italiano Da Balla alla street art, Museo Gagliardi, Noto

SILVIA SCARINGELLA

Silvia Scaringella: vive tra Roma e Carrara, dove ha il suo studio

2024: Scultura pubblica, fondazione Fiumara D’arte Antonio Presti, Catania

2023: Parcours, Dakar, Senegal

2022: Murales scultoreo pubblico in collaborazione con Zedone street artist, Carrara

2021: Senza titolo, Museo di arte contemporanea di Palermo, Riso, Palermo

2021: Scultura, Circolo Ministero Affari Esteri, Roma

2020: Scultura, Tsigtao, Cina

2019: Scultura, Aeroporto di Roma Fiumicino / Aereoporto di Ciampino | WIP – mudaC museo d’arte contemporanea Carrara

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