In serata si è concluso a Palazzo Chigi il vertice su Acciaierie D’Italia che ha visto confrontarsi le organizzazioni sindacali e il Governo, rappresentato nell’occasione dai ministri dell’Industria e del made in Italy Adolfo Urso, delle Politiche del Lavoro Marina Calderone e dell’economia Giancarlo Giorgetti (in video collegamento), oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i commissari straordinari di Acciaierie D’Italia. Questi ultimi hanno illustrato la situazione relativa allo stato degli impianti a seguito dei rilievi effettuati in questi mesi, evidenziando una situazione più grave del previsto, con oltre mille interventi tra messa in sicurezza e manutenzione che si rendono necessari alla produzione in condizioni di massima sicurezza. L’80% degli interventi riguarda il siderurgico tarantino.
IL PRESTITO EUROPEO PER TENERE IN VITA L’IMPIANTO DI TARANTO
Un piano ritenuto dai commissari funzionale alla garanzia della restituzione del prestito ponte di 320 milioni di euro, indispensabile al fine di addivenire alle pre-condizioni per la sopravvivenza dell’impianto pugliese. Il ministro Urso ha reso noto lo stanziamento di 150 milioni da parte del Governo, funzionali a tenere in attività il siderurgico in attesa del prestito ponte del quale si attende l’erogazione da parte dell’Unione europea. Il Piano presentato prevede inoltre un intervento sull’altoforno 4 (Afo4) già nelle prossime settimane, questo per sfruttarne la piena capacità produttiva, nel mentre ci saranno interventi per la riattivazione della produzione su Afo2, ed entro il primo trimestre del 2025 la ripartenza di Afo1.
VOLUMI PRODUTTIVI PREVISTI
Questo per raggiungere un tonnellaggio pari a sei milioni entro la fine del 2025, volume produttivo che consentirebbe la restituzione di una parte del prestito ponte a partire dal 2027. Gli investimenti su due altoforni elettrici, alimentati con il pre-ridotto, dovrebbero giungere nel primo semestre del 2025 e terminare nel primo semestre del 2027, subito dopo la messa in marcia degli stessi. Il Governo ha comunicato ai sindacati che nelle prossime settimane ha in programma incontri con imprese interessate. «Da quanto emerso oggi – dichiarano mediante un comunicato congiunto Valerio D’Alò e Ferdinando Uliano, rispettivamente, segretario nazionale e segretario generale di Fim Cisl -, il piano presentato è costruito per garantire la sopravvivenza del Gruppo ex-Ilva, si basa esclusivamente sulla necessità di riattivare gli attuali altoforni in piena sicurezza e in grado di poter sviluppare quei volumi produttivi necessari per creare la liquidità utile alla restituzione del finanziamento europeo».
RIATTIVARE GLI ALTOFORNI
«Come Fim – prosegue D’Alò – abbiamo ribadito la necessità di approfondire nel dettaglio il piano presentato nelle prossime settimane, oltre che consentire alle parti sindacali un confronto nei prossimi mesi al fine di presentare un programma industriale di sviluppo del futuro gruppo siderurgico, anche dopo l’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali, in grado di garantire livelli occupazionali e volumi produttivi al pari di quanto conseguito nei momenti migliori e nelle condizioni di maggiore sostenibilità ambientale».