CULTURA, eventi. IV Biennale del Disegno di Rimini 2024: Le vie dei riti, l’Oceania sacra di Domeny de Rienzi

L’esposizione delle illustrazioni di questo affascinante quanto misterioso personaggio che fu avventuriero, esploratore, geografo nonché fantasmagorico narratore, verrà aperta al pubblico dal 4 maggio al 28 luglio presso la Sala Des Verge della Biblioteca Gambalunga; una mostra curata da Rosita Copioli e Alessandro Giovanardi

La Biennale del Disegno di Rimini 2024, aperta al pubblico dal 4 maggio al 28 luglio, a cura di Massimo Pulini e organizzata dal Comune di Rimini, si conferma  una miniera di scoperte e disvelamenti, come il preziosissimo nucleo di disegni originali “Océan”, matita su carta, di Grégoire Louis Domeny de Rienzi nato nel 1789 e morto suicida nel 1843, o forse nel 1850.

QUELLO CHE ERA «LO SCONOSCIUTO CONTINENTE AUSTRALE»

Le opere in esposizione illustrano quello che all’epoca era lo «sconosciuto continente australe». Si tratta di 285 disegni su carta, oggi patrimonio della Biblioteca Gambalunga, custoditi negli armadi della Sala Des Verges. La mostra allestita al Museo Civico, presenta una selezione di questi interessanti documenti visivi affiancati da un altrettanto selezionato nucleo di oggetti rituali, questi ultimi tratti dalla collezione del Museo degli Sguardi e da quello delle Culture Extraeuropee Dinz Rialto di Rimini, uno dei principali musei italiani dedicati interamente, sia a livello etnologico che archeologico, alle culture dell’Africa, dell’Oceania, dell’America precolombiana e in parte minore dell’Asia.

LO SGUARDO DELL’OCCIDENTE SULL’ESOTICO

Ed è proprio lo sguardo a essere il filo conduttore di questa raffinata esposizione, poiché il focus viene infatti concentrato sullo  sguardo dell’Occidente della prima metà del XIX secolo sulle civiltà religiose dell’Oceania e sui loro molteplici riti, costumi, simboli sacri, assimilabili alle culture sacre sia dell’Australia, sia dell’India e dell’Indocina. Così come lo   sguardo   sui paesaggi esotici. L’autore, Grégoire Louis Domeny de Rienzi, fu egli stesso avventuriero, esploratore, geografo nonché fantasmagorico narratore. Di lui si conosce molto, tuttavia è difficile discriminare tra ciò che è la sua storia e quello che invece è leggenda, spesso autoalimentata. Leggendo la sua autobiografia si apprenderebbe che discenda addirittura da Cola di Rienzo, eroico protagonista di infinti fatti d’arme sotto le più diverse bandiere. Di certo c’è il suo viaggio in Oceania, quindi a Canton e all’Isola Bourbon (oggi Réunion), dove venne eletto deputato.

L’AVVENTUROSA ESISTENZA DI DOMENY DE RIENZI

Nel 1831 lo si trova a Parigi, tributato di riconoscimenti in virtù delle sue esplorazioni, ma dove però si scontra con Champollion. Nella capitale francese pubblica, soffermandosi sulla descrizione soprattutto dei costumi tribali,  tre volumi su Oceania, Melanesia Micronesia e Polinesia. Non risulta essere certa neppure la data del suo suicidio, infatti, per alcuni risalirebbe al 1843, mentre per altri sette anni più tardi, nel 1850: un epilogo del tutto proprio dell’estrosa ambiguità del personaggio. «Il nostro obiettivo – sottolinea Massimo Pulini – è la valorizzazione attraverso alcuni exempla il preziosissimo patrimonio di 285 disegni a matita su carta custoditi nel Fondo Des Vergers, recuperando un’idea di Rosita Copioli mai realizzata per la II edizione della Biennale del Disegno, in rapporto con manufatti etno-antropologici del Museo degli Sguardi poco noti o esposti. Si tratta di una importante sezione della Biennale dedicata a un fondo appartenente al Comune di Rimini, d’interesse internazionale e di perfetta adesione al tema della Biennale».

www.biennaledisegnorimini.it

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