A chi non è mai capitato di domandarsi se le scelte compiute fino a quel momento gli appartengano o se siano piuttosto il frutto dei sogni di qualcun altro e se, quindi, il futuro che gli si staglia davanti sia quello giusto oppure se è il caso di mettere un punto e ricominciare tutto daccapo? Chi non si è mai fermato a chiedersi: ma io… lo voglio?
ELENA, L’ETERNA SECONDA
Elena è una eterna seconda che ha iniziato la sua carriera nel ciclismo per amore del padre. Antonio ci si è tuffato per passione ma da ex-gregario si ritrova ad allenare una squadretta di terz’ordine con il sogno di portare a casa la vittoria di un Tour de France. È proprio qui che si incontrano: lei ha trent’anni e non sa più se la strada che ha scelto è quella giusta, lui tutto vorrebbe meno che una ciclista stanca e confusa nella sua squadra. In questo contesto sconfortante, i due si ritroveranno ad affrontare insieme la bellezza di fallire. Lo spettacolo affronta le tematiche della prestazionalità, della ricerca del successo a ogni costo, degli inesorabili fallimenti che spesso non siamo in grado di accettare e dell’ansia o frustrazione che ne derivano, con cui dobbiamo convivere quotidianamente.
RICERCA DEL SUCCESSO E ANSIA DA PRESTAZIONE
L’arco temporale copre dalla stagione invernale, quella degli allenamenti e delle corse minori, fino all’estate, quella dei giri più importanti e seguiti. Lo scorrere del tempo è definito dai cambi di abito, a vista, che i personaggi in scena sono costretti ad eseguire. Essi infatti sono come figurine svuotate dalla loro volontà le cui decisioni, parole, visioni sono completamente condizionate – per non dire imposte – da un sistema esterno e condiviso, inpersonificato dalla televisione in scena dalla quale si sente la voce di un cronista che parla loro con fare incalzante e provocatorio durante tutto l’atto unico. Lo stesso spazio scenico genera per loro alcuni oggetti con i quali dovranno interagire, obbligandoli a mostrare fragilità e trasfigurazioni come esseri malleabili e talvolta non consenzienti. Gli elementi di scenografia, oltre alla televisione, sono due blocchi che rimandano sia ad un ambiente casalingo che ad uno sportivo, in uno spazio contaminato e mutabile che può essere attraversato e gestito a piacimento, ma di chi?
LO SCIAME: STORIA DI UN FALLIMENTO
Lo sciame, storia di un fallimento: regia di Dario Costa; testo: Aurora Di Gioia; con Giorgia Narcisi e Andrea Zatti; aiuto regia: Daniele Tagliaferri; movimenti scenici: Melita D’Uffizi; realizzazione scenografia: Andrea Zatti; musiche e sound design: Dario Costa; uno spettacolo di Risacca Teatro realizzato in co-produzione con Spintime
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