La notizia è stata diffusa di recente: le forze armate canadesi riceveranno presto nuovi elicotteri tattici, velivoli per la sorveglianza e l’allarme rapido, oltreché missili a lungo raggio, tutto questo in vista di un incremento della presenza militare di Ottawa nell’Artico, missione prevista nel quadro delle più aggiornate linee di politica di Difesa del Paese americano.
MAGGIORE IMPEGNO MILITARE DI OTTAWA NELL’ARTICO
Lunedì scorso il primo ministro Justin Trudeau ne ha annunciato i dettagli nel corso di una conferenza stampa tenuta nella base militare di Trenton, nello Stato dell’Ontario. Nell’occasione, egli ha fatto riferimento alla «necessità di affrontare una situazione sempre più imprevedibile sul piano della sicurezza», ma questo orientamento risulta essere in linea con la maggiore enfasi posta da qualche tempo sull’Artico e i territori settentrionali del Canada, anche alla luce del fenomeno di riduzione della massa di ghiaccio conseguente ai mutamenti climatici nel Pianeta, che ha delineato nuovi scenari sia in campo energetico, che in quello delle rotte marittime e del confronto militare tra potenze. «Il cambiamento climatico sta rapidamente rimodellando il nostro Nord – ha dichiarato al riguardo Trudeau -, il nostro Artico si sta riscaldando a un ritmo quattro volte superiore alla media globale, rendendo una regione vasta e sensibile più accessibile agli attori stranieri che hanno capacità crescenti e ambizioni militari regionali».
MUTAMENTI CLIMATICI E NUOVE STRATEGIE DIFENSIVE
Si tratta di concetti fissati in termini programmatici nel nuovo Documento strategico di Ottawa, che concentra un particolare focus sul settore settentrionale, prevedendo ulteriori stanziamenti in bilancio per la Difesa, pari a 8,1 miliardi di dollari canadesi (5,9 miliardi di dollari Usa), cifra destinata alla copertura di spese militari da effettuare nel prossimo quinquennio, con un conseguente incremento del bilancio della difesa canadese dagli attuali 30 miliardi di dollari ai 50 previsti entro il 2029. Tra i materiali d’armamento e i sistemi da acquisire figurano sensori marittimi, elicotteri tattici e missili a lungo raggio. Prevista inoltre una nuova flotta di velivoli early warning, necessari ai canadesi ai fini del miglioramento delle loro capacità di monitoraggio delle minacce aeree, oltreché per garantirsi una risposta maggiormente rapida e coordinata con gli Stati Uniti d’America nel caso essa si rendesse necessaria.
LA «LISTA DELLA SPESA» DI OTTAWA
Nella “lista della spesa” di Ottawa sono presenti inoltre nuovi sistemi di comunicazione satellitare e per operazioni informatiche. Si rileva infine che, concentrandosi sull’Artico, dove verrà costruita anche una nuova stazione satellitare, le forze armate canadesi stabiliranno propri centri di supporto logistico e di aderenza nell’estremo nord. Per il momento il programma di acquisizioni viene enunciato nei suoi termini generali, poiché ma non sono state ancora rese note date certe relative al processo di acquisizione dei materiali d’armamento e dei sistemi di comunicazione. Nell’ultimo anno, Ottawa ha annunciato l’acquisto di nuovi materiali per una cifra pari a 30 miliardi di dollari, inclusi i velivoli Lockheed Martin F-35 e il Boeing P8-8A Poseidon, mentre, contestualmente, proseguono le acquisizioni del General Atomics MQ-9B e, per quanto concerne la Royal Canadian, il progetto di acquisizione di nuovi sottomarini
QUANTO SPENDE IL CANADA
Nell’aprile dello scorso anno Ottawa ha annunciato di procedere all’acquisizione di un nuovo radar (artico) a largo raggio concepito allo scopo di proteggere le città del Nord America, destinato a venire installato nel sud dell’Ontario, onde prevenire le minacce in direzione dell’Alaska. Risale invece al febbraio di quest’anno l’annunciato relativo a una spesa di 316 milioni di dollari per nuovi sistemi di difesa aerea e anti-droni, oltreché per missili anticarro destinati ad armare i contingenti di truppe canadesi in Lettonia, operanti nel quadro della NATO, alleanza dalla quale il Governo di Ottawa avrebbe ricevuto pressioni ai fini di un maggiore impegno in termini finanziari. Attualmente, il Canada in bilancio stanzia alla voce Difesa l’1,3% del suo prodotto interno lordo. Ad avviso dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Canada, David Cohen, che sempre lunedì si è espresso sull’argomento, questo «aggiornamento in termini politici» si configura come «un acconto sostanziale nel raggiungimento dell’obiettivo di spesa posto dalla NATO».
WASHINGTON E LA CONTESA PER L’ARTICO
Nel frattempo, dagli Stati Uniti d’America giungono tuttavia rassicurazioni sulla ipotesi di una militarizzazione spinta della regione artica. Nel corso dell’annuale conferenza sulla dimensione aeronavale promossa e organizzata dalla Navy League, dal Maryland il viceammiraglio Douglas Perry, comandante della seconda flotta della US Navy, ha pubblicamente dichiarato che «Washington non vuole creare uno spazio di battaglia conteso nell’Artico». Allo specifico riguardo egli ha poi aggiunto che «gli Stati Uniti e i loro partner non mirano a creare un ambiente conteso in quella regione, malgrado vi si registri un aumento della presenza e delle esercitazioni. Al contrario, sappiamo che parlare a bassa voce e portare un grosso bastone è un bisogno fondamentale dei paesi che apprezzano la libertà in un’area che nel prossimo futuro vedrà sempre più traffico e competizione per le risorse». Ad avviso dell’alto ufficiale americano questo, però, non significa che ci si debba disimpegnare militarmente dall’area, poiché ciò vorrebbe dire «cedere spazio ai russi o a qualcun altro, uno spazio che a quel punto potrebbe anche diventare teatro di un conflitto».