Tra il 2019 e il 2022 le registe di documentari sono passate dal 17% al 25%, e dall’11% al 13% quelle di lungometraggi di finzione. Attualmente non sono disponibili dati statistici ufficiali che riguardano l’equilibrio di genere in altre professioni cinematografiche, come direttori della fotografia, compositori, sound designer o montatori. In Italia, inoltre, non esistono dati ufficiali sulle persone non binarie che ricoprono queste posizioni chiave dell’industria cinematografica.
LO STUDIO DEL LAB FEMMES DE CINÉMA
Il Trieste Film Festival – https://triestefilmfestival.it/ – ha tradotto in italiano uno studio sul ruolo e la posizione delle donne registe in Europa prodotto dal Lab Femmes de Cinéma, un think tank francese che si occupa di parità e diversità nell’industria cinematografica e audiovisiva. Lo studio, messo a disposizione sul sito triestefilmfestival.it., viene redatto e aggiornato annualmente e segue l’evoluzione delle politiche attuate dai diversi Paesi europei. Commenta al riguardo Fabienne Silvestre, direttrice del Lab Femmes de Cinéma, che «i paesi con la migliore uguaglianza di genere nell’industria cinematografica, come ad esempio l’Islanda con il 37% di registe donne, sono quelli che hanno adottato già da alcuni anni delle politiche ambiziose e multidisciplinari che miravano a promuovere una maggiore uguaglianza nel cinema. Nonostante l’Italia abbia fatto molti sforzi negli ultimi anni, di questo passo la parità è lontana almeno di cinque decenni».
SOSTENERE LA PARITÀ DI GENERE
Sottolinea Nicoletta Romeo, direttrice artistica del Trieste Film Festival, come il Trieste Film Festival sostenga la parità di genere attraverso il proprio programma e grazie a numerose azioni mirate, «tra queste il focus che dedichiamo ogni anno alle registe europee, Wild Roses, un omaggio al talento e alla creatività femminili, scegliendo ogni un anno un paese europeo diverso. È nostra intenzione incoraggiare altri festival cinematografici e altre realtà culturali a noi affini ad utilizzare e diffondere lo studio prodotto da Lab Femmes de Cinéma, per continuare a fare rete su iniziative comuni che ci vedono impegnate a sostenere la parità di genere nell’industria audiovisiva italiana in modo efficace e costante».
IL «SOFFITTO DI CRISTALLO»
I dati elaborati dal Lab Femmes de Cinéma evidenziano come nei Paesi europei esista ancora un «soffitto di cristallo» per le donne registe. Infatti, sulla base dei dati rilevati in diciotto Stati un numero abbastanza equo di donne e di uomini si diploma alle scuole di cinema, ma meno di un quarto delle donne arriva al primo o al secondo lungometraggio e solo una donna su sei dirige il terzo lungometraggio. Inoltre, nel 2023, solo alcuni centri cinematografici nazionali hanno promosso delle misure per migliorare la situazione dei registi non binari. Lo studio annuale è stato elaborato in collaborazione con l’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo (OEA) e l’associazione European Film Agency Directors (EFAD), con il sostegno del Ministero della Cultura francese e del Centro nazionale del cinema (CNC). La sua traduzione è in lingua francese, inglese, italiano, lituana e serba grazie al supporto del network Moving Images – Open Borders (MIOB).
DOCUMENTI
studio 2023 del Lab Femmes de Cinéma (in lingua italiana): https://femmesdecinema.org/wp-content/uploads/2024/03/%C3%89tude-Lab-2023-Italie.pdf;
sintesi dello studio (in lingua italiana): https://femmesdecinema.org/wp-content/uploads/2024/03/Synth%C3%A8se-%C3%A9tude-Lab-2023-Italie.pdf
INFO E CONTATTI
femmesdecinema.org (lo studio è disponibile in lingua inglese, francese, serba, lituana e italiana);
Lise Perottet, Lab Femmes de Cinéma, General Coordinator of the Lab Femmes de Cinéma: +33750499567, lperottet@femmesdecinema.org;
Goda Januškevičiūtė, Moving Images – Open Borders (MIOB), Head of Communications: +37061034427, info@miob.info;
Carolina Stera, Moving Images – Open Borders (MIOB), Project Manager: +390403476076, aac@alpeadriacinema.it.