CINEMA, dive e donne. Fiore di fuoco: le due vite di Marisa Mell

Chi è stata davvero questa attrice e «femme fatale» dalla forza primordiale e dall’esistenza segnata anche da infelicità? Cosa rimane nell’immaginario collettivo di quella «bomba sexy» scomparsa prematuramente trentadue anni fa? Probabilmente, lo sfasamento della sua immagine di vamp, consolidatasi attraverso il cinema di genere che la vide spesso interprete, cela la vera Marisa Mell, donna vulnerabile dall’esistenza costellata da problemi drammatici. Un lungometraggio di Markus Mörth, autore e regista austriaco come lei, ne ripercorre l’intera esistenza, rendendone un profilo più autentico e diverso. Feuerblume: die zwei leben der Marisa Mell, è stato proiettato per la prima a un pubblico italiano presso il Forum Austriaco di Cultura a Roma. L’evento è stato anche l’occasione per un dibattito sul personaggio; insidertrend.it era presente con i suoi microfoni (registrazione audio A627)

Marlies Theres Moitzi, in arte Marisa Mell, nacque a Graz, in Austria nel 1939. Da giovane studiò presso il Max-Reinhardt-Seminar e, divenuta in seguito attrice, conobbe la fama con i film “Casanova ‘70” e “Diabolik”, entrambi girati in Italia. Per lei, considerata una «bellezza cinematografica», si aprì quindi una fase di successo e di notorietà a livello internazionale.

A ROMA TROVÒ LA FELICITÀ

Una volta giunta sulle rive del Tevere elesse Roma quale propria città di elezione, un luogo di cui si innamorò a prima vista che legò a sé fino ai suoi ultimi anni di vita. Fu la sua dimensione ideale, dove trovò calore, felicità e amore, malgrado la sua esistenza sarebbe stata ben presto turbata da momenti di infelicità. Recitò sotto la direzione di registi del calibro di Mario Monicelli e Mario Bava, tuttavia, il suo talento emerse raramente nei ruoli che le fecero ricoprire, seppure seppe sempre conferire un valore aggiunto ai film di genere che interpretava. Delusioni come nel caso della Mata Hari del musical di Vincente Minnelli, rappresentato a Broadway nel 1967, un fallimento che le sarebbe pesato per tutta la vita. Femme fatale per eccellenza, nella sua carriera recitò al fianco di alcune delle più grandi star del cinema di allora, da Marcello Mastroianni a Giuliano Gemma, da Michel Piccoli a Tony Curtis, fino a Helmut Berger, uomo col quale ebbe un’intensa relazione sentimentale. Ma chi era veramente Marisa Mell?

ASCESA DI UNA DIVA

Nel periodo migliore della sua esistenza, quello che coincise con il maggiore successo come attrice, Marisa visse in una favola. Era una donna dalla forte personalità e dal carattere espansivo e, forse, anche per questo si trovò bene a Roma. Bella e amata fu una grande diva che assorbì tutto l’intero spazio che la circondava. Però, contestualmente, il personaggio che si era creato in lei la assorbì a sua volta, ed ella non fu più in grado di scindere le due proprie essenze. Si tratta di un fenomeno che ha interessato anche molti altri come lei, un gorgo che alla fine la trascinò giù in basso. A un certo punto, col passare del tempo diminuirono le scritturazioni e Marisa dovette giocoforza reinventarsi. Lei, che era stata una diva e splendida donna, dovette accettare dei compromessi per poter continuare a lavorare.

IL VIALE DEL TRAMONTO

Ma purtroppo mal gliene incolse, poiché la stampa scandalistica approfittò di queste sue sofferte scelte per specularci sopra in maniera strumentale, rimarcando la preminenza della sua avvenenza fisica sulle sue qualità artistiche e umane. Poi il breve salto nel porno, erano gli anni Ottanta e Marisa aveva ormai imboccato il viale del tramonto, seppure negli ultimi anni della sua intensa vita avrebbe recitato in teatro, completando così la propria personalità di attrice, pubblicando nel 1990 la propria autobiografia, “Coverlove”. Infine il crepuscolo: un giorno mentre provava sul palcoscenico ebbe un malore e svenne; trasportata in ospedale le diagnosticarono un tumore. Da allora perse la voglia e l’interesse per tutto. Da Roma, dove aveva vissuto per decenni, fece ritorno in Austria, a Vienna, dove si spense il 16 maggio del 1992.

LA PROIEZIONE E IL DIBATTITO AL FORUM AUSTRIACO DI CULTURA

Il documentario “Feuerblume: die zwei Leben der Marisa Mell” (titolo italiano: Fiore di fuoco. le due vite di Marisa Mell), diretto da Markus Mörth, esplora queste due esistenze contrapponendo le due personalità: l’attrice famosa Marisa Mell e la donna Marlis Moitzi (vero nome della Mell)  con il suo privato, non infrequentemente dai tratti drammatici. Il lungometraggio, presentato al pubblico italiano in anteprima presso il Forum Austriaco di Cultura a Roma lo scorso 25 marzo, vede la partecipazione delle compagne di viaggio dell’attrice, Christine Kaufmann ed Erika Pluhar, oltre alla sua amica Petra Regensburger, intervenuta nel corso del dibattito che ha seguito la proiezione assieme al regista Markus Mörth, a Petra Regensburger, Ada Vallorani e al critico cinematografico Stefano Finesi.

FEUERBLUME: DIE ZWEI LEBEN DER MARISA MELL

L’opera di Mörth approccia il personaggio con grande rispetto e dignità, pur senza nascondere alcun aspetto della sua esistenza. Essa è stata ispirata da due testi, uno della compagna di corso della Mell, la Pluckardt, l’altra una biografia dell’attrice. Feuerblume: die zwei Leben der Marisa Mell pone inoltre degli interrogativi sul ruolo della donna nel mondo del cinema dagli anni Sessanta agli Ottanta, inquadrando quel particolare periodo nella prospettiva attuale e alla luce del movimento #MeToo.

Feuerblume: die zwei leben der Marisa Mell (titolo italiano: Fiore di fuoco. le due vite di Marisa Mell); documentario, regia e sceneggiatura di Markus Mörth; Austria, 2023; durata: 64 minuti; disponibile una versione in lingua originale con sottotitoli in italiano.

A627 – CINEMA, DIVE E DONNE: FIORE DI FUOCO, LE DUE VITE DI MARISA MELL. Chi è stata davvero questa attrice e «femme fatale» dalla forza primordiale e dall’esistenza segnata anche da infelicità? Cosa rimane nell’immaginario collettivo di quella «bomba sexy» scomparsa prematuramente trentadue anni fa?
Probabilmente, lo sfasamento della sua immagine di vamp, consolidatasi attraverso il cinema di genere che la vide spesso interprete, cela la vera Marisa Mell, donna vulnerabile dall’esistenza costellata da problemi drammatici. Un lungometraggio di Markus Mörth, autore e regista austriaco come lei, ne ripercorre l’intera esistenza, rendendone un profilo più autentico e diverso. Feuerblume: die zwei leben der Marisa Mell, è stato proiettato per la prima a un pubblico italiano presso il Forum Austriaco di Cultura a Roma il 25 marzo 2024. L’evento è stato l’occasione per un dibattito sul personaggio, al quale sono intervenuti MARKUS MÖRTH (autore e  regista del lungometraggio), PETRA REGENSBURGER (amica dell’attrice), ADA VALLORANI (Forum Austriaco di Cultura) e STEFANO FINESI (critico cinematografico).
Condividi: