Infatti, l’intelligenza artificiale costituisce la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica e la nuova sfida geopolitica tra le grandi potenze. La necessità di approvvigionamento di materie prime, di semiconduttori si unisce alla volontà di sviluppare strumenti di AI evoluti, in grado di supportare i processi organizzativi e decisionali aziendali. Nuove competenze sono in fase di affermazione, mentre si cerca di spostare sempre più in là il limite dello sviluppo tecnologico. Alla corsa al primato in questo campo si affiancano i rischi derivanti dall’adozione dell’AI, che richiede riflessioni di carattere etico, scientifico e sociale.
INNOVAZIONI E DIFFIDENZE
«Ogni innovazione tecnologica al primo impatto stupisce per le sue potenzialità e le possibili applicazioni, ma al tempo stesso può generare diffidenza, il più delle volte dovuta alla scarsa conoscenza dello strumento stesso – ha al riguardo dichiarato Simone Crolla, di Amcham Italy –, poiché col passare del tempo, una volta divenuta d’uso comune, ci si interroga sulle sue possibili nuove applicazioni in grado di generare valore. La storia recente è piena di esempi di tecnologie che hanno influito sulle nostre vite private e professionali, dagli smartphone ai motori di ricerca fino ai social network. Tra le tecnologie digitali di ultima generazione l’Intelligenza Artificiale è una delle più complesse e discusse, anche per via delle sue implicazioni profonde, perché è in grado di acquisire dati e informazioni che le permettono di imparare e interagire con l’ambiente. Oggi l’IA è praticamente ovunque e può essere utile anche alle imprese e allo sviluppo del business. Rappresenta dunque un’importante opportunità di crescita per l’ecosistema economico e sociale con possibili applicazioni in diversi settori: dalla finanza all’imprenditoria, dalle pubbliche amministrazioni alla sanità»
UNA POTENZIALE ARMA A DOPPIO TAGLIO
Le opportunità dell’intelligenza artificiale superano spesso i rischi e se essa non verrà adeguatamente controllata e indirizzata potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio. «La scarsa conoscenza ha generato sempre diffidenza, come nel caso dell’innovazione tecnologica che stiamo osservando oggi – prosegue lo stesso Crolla –, soprattutto stupiscono le sue potenzialità e le possibili applicazioni. L’AI è complessa e discussa, oggi si trova praticamente ovunque, ma non va dimenticato che può essere utile anche alle imprese e allo sviluppo del business e col passare del tempo, una volta divenuta d’uso comune, ci si interroga sempre più spesso, sulle sue possibili nuove applicazioni in grado di generare valore. D’altronde, è sotto ai nostri occhi la storia recente, piena di esempi di tecnologie che hanno influito sulle nostre vite private e professionali, dagli smartphone ai motori di ricerca fino ai social network».
L’EVENTO ROMANO
L’evento ha preso avvio con i saluti introduttivi di Simone Crolla (consigliere delegato di American Chamber of Commerce in Italy) e Courtney R. Nemroff (Minister Counselor for Economic Affairs U.S. Embassy; a seguire i saluti istituzionali di Bruno Frattasi (direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale) e di Giulio Tremonti (attualmente parlamentare della Repubblica e presidente delle Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, oltreché presidente dell’Aspen Institute Italia); quindi, moderati da Chiara Albanese (Rome Bureau Chief di Bloomberg) sono intervenuti Claudio Bassoli (presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia), Fabio Funari (Senior Sales Director Public Sector Dell Technologies Italia), Andrea Galvagni (Head of Italy Palantir Technologies) e Giulia Gasparini (EMEA South Small and Medium Business Area Lead Amazon Web Services, Head of Public Policy Google Italy); ha chiuso la mattinata di lavori Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma
AMCHAM ITALY
Affiliata alla Chamber of Commerce of the United States of America, network di 118 camere di commercio statunitensi in 105 paesi con oltre 3 milioni di imprese affiliate, l’American Chamber of Commerce in Italy è stata costituita nel 1915; le relazioni istituzionali e di business sviluppate nel corso di più di un secolo di attività fra Italia e Stati Uniti d’America costituiscono un valore posto a disposizione dei soci, così come lo sono i contatti governativi a livello locale e federale su entrambi i lati dell’Oceano Atlantico.