«Il capitale umano è un attore imprescindibile e irrinunciabile del nostro modo di concepire il mondo non solo dell’arte. L’arte non è più un semplice ornamento per le pareti degli uffici, ma può diventare motivo di ispirazione, aggregazione e condivisione. Lo è oggi ancora di più grazie a questo nuovo format di Premio che ha trasformato i lavoratori in consapevoli giudici e collezionisti, dando loro voce e la possibilità unica di scegliere in modo diretto e insindacabile quale artista far entrare nel luogo in cui lavorano», questo il commento espresso da Sabino Maria Frassà, direttore artistico di Cramum.
PREMIO CRAMUM RETI FOR ART 2024
La X edizione del Premio Cramum si è arricchita e completata lo scorso 21 marzo a Busto Arsizio con l’assegnazione del secondo premio in palio. Dopo che il 19 gennaio era stato decretato Enrico Antonello quale vincitore assoluto, il “nuovo” Premio Cramum Reti for Art è stato riconosciuto direttamente dal Personale della Reti SpA, che ospita presso la propria sede di Busto Arsizio la mostra “Eroi?” con le opere dei dieci finalisti. Oltre 350 lavoratori sono così diventati “giudici d’arte” e hanno avuto due mesi per conoscere ed esprimere una valutazione sul/la migliore artista in mostra. Questo processo ha portato alla selezione di Betty Salluce quale vincitrice del premio acquisizione “Cramum Reti for Art”, dotato di 2500 euro. Grazie alla generosità del Presidente dell’azienda, Bruno Paneghini, e di sua moglie, Ilenia Carnio, l’opera Anisa dell’artista vincitrice sarà esposta permanentemente all’interno del Campus Reti.
L’IMPRESCINDIBILE CAPITALE UMANO
Premiati con una somma di denaro invece i tre lavoratori (Paolo Zaffaroni, Valentina Bandera ed Elisa Cattaneo, citati nell’ordine di selezione) che meglio hanno saputo spiegare la propria scelta. Tale selezione è stata effettuata da Sabino Maria Frassà, direttore artistico di Cramum e ideatore di questa iniziativa, che ha spiegato così la visione che ha portato alla nascita di questo nuovo format di premio: «Il Capitale umano è un attore imprescindibile e irrinunciabile del nostro modo di concepire il mondo non solo dell’arte. La collezione Paneghini si estende da anni in tutti gli ambienti in continuo divenire del Campus Reti, cuore dell’omonima società che quest’anno celebra il trentesimo anno di attività. Ho e abbiamo voluto fortemente questo nuovo premio per rafforzare ulteriormente il legame tra arte e azienda, in linea con la visione olivettiana per cui lavorare nel “bello” favorisce la crescita e il benessere sia dell’impresa sia delle persone. L’arte non è (più) un semplice ornamento per le pareti degli uffici, ma può diventare motivo di ispirazione, aggregazione e condivisione. Lo è oggi ancora di più grazie a questo nuovo format».
OLTRE LA SFERA LAVORATIVA
«In Reti crediamo che l’arte sia portatrice di due valori essenziali: la bellezza e la condivisione – ha al riguardo dichiarato Bruno Paneghini, presidente e amministratore delegato di Reti S.p.A. -, grazie al Premio Cramum non abbiamo soltanto avuto la possibilità di conoscere il lavoro e la poetica di giovani artisti emergenti, ma abbiamo inoltre potuto inserire una nuova opera nella nostra collezione. E a rendermi ancora più gratificato è il fatto che l’opera sia stata scelta dai dipendenti, che vivono quotidianamente gli spazi del campus. In questo senso l’arte si fa catalizzatore di riflessioni, pensieri condivisi e discussioni in grado di creare un ambiente che va oltre la sfera lavorativa e porta la relazione tra colleghi a un livello più umano e intimo». Entra così nella collezione Paneghini ospitata da Campus Reti “Anisa” di Betty Salluce, che racconta la struggente storia di una giovane donna immigrata in Italia dal Bangladesh.
IL «TOPOS» ALLA BASE DI OGNI RACCONTO
L’artista spiega che «l’eroe, inteso quale figura archetipica, attraversa la cultura umana fin dalla sua codificazione. Il percorso dell’eroe è il topos alla base di qualsiasi racconto, ricalca codici che si perdono nella storia della narrativa, sia orale sia scritta. L’eroe per eccellenza è Ulisse, che, con il suo corpo, attraversa terre e pericoli, per tornare ad una casa da cui la guerra troiana l’aveva allontanato. L’emigrazione incarna uno delle mille sfaccettature dunque dell’eroe. L’epopea del viaggio e l’incontro con una cultura altra definiscono un percorso di crescita decisivo, che al mondo si apre per sfuggire al proprio Paese, quando questo diventa un teatro vuoto di umanità e serenità. “Anisa” è, dunque, prima di tutto il ritratto di un eroe, una ragazza del Bangladesh, da cui il quadro prende il nome, ma anche un ritratto corale, che vuole dar forma visiva all’emigrazione e alla sua epopea tanto mitica quanto sofferta e ingiusta. La mano si abbandona, si mostra nel suo aspetto più intimo, il palmo, racconta il passato e promette il futuro, futuro che rimane fuori dal ricamo che ne delinea il contorno, una separazione netta quanto labile, la linea non è continua ma tratteggiata. I ricami colorati spezzano il grigiore circostante, andandosi a intrecciare con le “linee della vita”, che nella cultura popolare rappresentano la vita umana nelle varie fasi che questa attraversa. L’artista ne crea di nuove, le moltiplica, ne cambia i percorsi, attraverso i ricami, dona ad Anisa le strade fatte e quelle solo sognate, ne celebra la partenza e ne traccia un ritorno, non ad un luogo preciso ma ad uno stato dell’animo, ad una quiete ed al silenzio dei giusti. Un futuro in cui non c’è bisogno di eroi è l’unico futuro di pace possibile, la storia mai scritta che pone fine a tutte le storie possibili».
IL CONTATTO E IL DONO
Riguardo ai lavoratori premiati, il primo classificato, Paolo Zaffaroni, ha vinto per la riflessione proposta sulla ricerca artistica di Gisella Chaudry: «L’impressione che lascia l’opera “Punto di contatto” di Gisella Chaudry è quella di un paesaggio desolato e brullo. Se relazioniamo tale elemento al titolo dell’opera, può sembrare che il contatto degli altri lasci su di noi abbia un effetto devastante e di desolazione. Ma, se si affronta il tema da un altro punto di vista, ogni cratere può essere interpretato come un dono di una parte di sé, inteso anche come pura condivisione di esperienza, di conoscenza, di punti di vista, di emozioni. Del resto già secoli fa l’apostolo Paolo spiegava che vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Ogni cratere diventa così un’opportunità e occasione per ricevere dagli altri le stesse esperienze. Tutto ciò richiama uno dei valori fondanti di Reti: creare connessioni tra le persone per ottenere insieme qualcosa di più grande della somma dei singoli».
TRASPARENZE E INTERRUZIONE DELLO SPAZIO
Valentina Bandera, seconda classificata, ha commento così il suo voto per l’opera “Words. Are just words?” di Enrico Antonello: «Un’opera che con le sue trasparenze si fonde con l’ambiente circostanze e interrompe lo spazio con le sue linee decise e razionali. Bastano pochi istanti per rimanere ipnotizzati dalle luci che, accendendosi e spegnendosi, guidano lo sguardo dell’osservatore tra le parole. Scatta così un’associazione di idee che dà vita ad un viaggio introspettivo. I pensieri sono continuamente interrotti dalle parole che riescono a rompere il silenzio anche se – qui – non c’è una voce a scandirle: a prenderne il posto è il rumore secco dei circuiti che si attivano e donano nuova vita e dinamicità all’opera».
VIVIDI CROMATISMI
Infine, Elisa Cattaneo, classificatasi terza, ha spiegato il perché del suo voto a favore di Betty Salluce: «La sua opera mi ha colpito subito per i colori sgargianti dei fili intrecciati: vivaci, vivi, vividi. Colori che evocano passione ed energia. Solo dopo ho posto lo sguardo su tutta la mano: scura, cupa, reale, normale: è la mano di una donna con tutte le sue bellezze e le sue imperfezioni. Una mano lasciata andare, affaticata, abbandonata, ma in cui scorre ancora sangue, colore, coraggio, forza, vita. Mi ha colpito questo contrasto cromatico che rispecchia la contrapposizione tra normalità ed eccezione. In fondo chi è un eroe? Una persona come me, che pur trovandosi a vivere eventi straordinari nel bene e nel male, non può che rimanere sempre nell’intimo una persona normale»
EROI?
Sarà possibile visitare la mostra “Eroi?” e ammirare tutte le opere dei finalisti, insieme a quelle dell’artista fuori concorso Francesca Piovesan, fino al 4 maggio iscrivendosi sul portale dell’azienda https://reti.it/visita-campus-reti/ (ingresso da Via Giuseppe Mazzini, 11 Busto Arsizio). Artisti in mostra: Enrico Antonello, Mattia Barbieri, Giulio Boccardi, Gisella Chaudry, Edson Luli, Simone Mazzoleni, Monica Mazzone, Guido Mitidieri, Francesca Piovesan, Caterina Roppo, Betty Salluce.
Campus Reti, Via Giuseppe Mazzini, 11, 21052 Busto Arsizio (VA). Per visitare la mostra a cura di Sabino Maria Frassà aperta al pubblico fino al 4 maggio 2024, è necessario registrarsi al seguente link: https://reti.it/visita-campus-reti/
CRAMUM
Cramum è un progetto non profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa “crema”, la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l’italiano e su cui si è plasmata la nostra cultura. Cramum promuove attivamente mostre e progetti culturali volti a valorizzare Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte. Dal 2014, sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà, Cramum intraprende con successo un piano di sviluppo di progetti di Corporate Social Responsibility in ambito artistico con numerose aziende tra cui Grandi Stazioni e Gaggenau. Nel 2015 ottiene tra i diversi riconoscimenti anche la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. Dal 2013 Cramum promuove l’omonimo premio per giovani artisti, giunto alla sua 10° edizione.
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RETI
Costituita a Busto Arsizio nel 1994, Reti (RETI:IM – ISIN IT0005418204), B Corp e società benefit quotata su Euronext Growth Milan, è tra i principali player italiani nel settore dell’IT Consulting, specializzata nei servizi di System Integration. Con oltre 350 professionisti altamente qualificati, supporta da 30 anni Mid & Large Corporate nella trasformazione digitale, offrendo servizi di IT Solutions, Business Consulting e Managed Service Provider, realizzati attraverso le principali Key Enabling Technologies (KET). Reti vanta un portafoglio di oltre 150 clienti altamente fidelizzati principalmente operanti nei settori «IT spending» quali BFSI, IT, Telco e Manufacturing e consolidate partnership di lunga durata con i principali IT Vendor internazionali (Microsoft, Cisco, Sophos, ecc.). La caratteristica distintiva della Società è il “Campus tecnologico”, laboratorio interno di innovazione tecnologica e ricerca suddiviso in Centri di Identity, Business Consulting. Parte essenziale del “Campus tecnologico” è la Reti Academy, learning provider attraverso il quale i talenti vengono formati per diventare professionisti altamente qualificati. La strategia di sostenibilità di Reti si basa su un modello sostenibile incentrato sulla promozione della trasformazione digitale e dell’innovazione improntata sulla ricerca e sullo sviluppo applicati per favorire le idee e per sostenere le filiere produttive oltre allo sviluppo sostenibile e inclusivo grazie al quale l’innovazione viene messa al servizio delle persone, delle comunità e dei territori.