Il 12 maggio del 1974 a Roma fa caldo. Per la città i seggi elettorali sono pronti a ricevere gli italiani chiamati a esprimersi sull’abolizione della legge Fortuna-Baslini, un referendum che avrebbe consentito il divorzio. La Lazio allenata da Tommaso Maestrelli, dopo due anni di intensa salita (era partita dalla Serie B e passata attraverso contraddizioni e morti premature nel contesto sociale caratterizzato dalla violenza politica degli anni Settanta) si apprestava a vivere una domenica unica: quel pomeriggio, infatti, i biancazzurri conquistarono il loro primo scudetto.
LA LAZIO DEL 1974: UNA BANDA DI PAZZI
Ad avviso dell’autore «fu l’attesa di quel momento la vera protagonista: le due giornate che sconvolsero il calcio italiano». Prosegue Chiappaventi: «La Lazio del ‘74 era una banda di peones: giocatori senza pedigree e senza regole che portavano le pistole negli spogliatoi. Essi erano divisi in due clan fratricidi: il leader, Giorgio Chinaglia, era un emigrante di ritorno, un misto tra Achille e Porthos; il capitano della squadra, Giuseppe Wilson, invece un inglese napoletano di famiglia borghese dotato di intelligenza aguzza; la guida, infine, Tommaso Maestrelli, era un ex partigiano dal carisma gentile che si trovò a dover regolare un gruppo di pazzi.
CLIMA PLUMBEO A LAZIO-FOGGIA
Con uno spogliatoio storicamente fra i più riottosi, una squadra divisa fuori dal campo ma unita e vincente sul campo al momento di giocare la partita, l’attesissimo match contro il Foggia vide lo Stadio Olimpico gremito in ogni ordine di posti. Furono ottantamila gli spettatori presenti sugli spalti quel giorno. Una domenica che giungeva dopo un inverno considerato tra i più duri della storia della Repubblica, quello dell’austerità e dell’incremento del livello dell’azione terroristica delle Brigate, con gli artefici della strategia della tensione che contestualmente preparavano nuove bombe stragiste.
IL LIBRO DI CHIAPPAVENTI
Vent’anni dopo “Pistole e palloni e cinquanta dopo quel formidabile scudetto”, Guy Chiappaventi torna sull’argomento per raccontare, mescolate tra i propri ricordi personali, le due giornate che segnarono la storia del club biancazzurro e anche del calcio italiano. Egli riconduce il lettore alle ultime ore prima della vittoria: la notte, tra sigarette, le Confessioni di Sant’Agostino e le partite a carte; la paura di non farcela e, finalmente, la partita di calcio, con lo stadio che ribolliva e poi restava ammutolito al momento del rigore decisivo; quindi l’angoscia in dieci contro undici fino al fischio finale.
12 MAGGIO, CINQUANT’ANNI DOPO: L’AUTORE
Guy Chiappaventi giornalista, inviato e volto noto del telegiornale de La7, si occupa di cronaca, politica e attualità. Autore di diversi libri sulla sua passione per la squadra di calcio della Lazio, ha scritto “Pistole e palloni” un classico sulla storia del calcio e degli anni Settanta, del quale “12 maggio” è l’ideale prosecuzione. Per Milieu ha pubblicato “Laziali bastardi”, volume illustrato da Emanuele Palucci, e “La scomparsa del calciatore militante”. Chiappaventi è uno degli autori della docuserie “Lazio, grande e maledetta”, attualmente in onda su Sky.
INFO
12 maggio, cinquant’anni dopo
autore: Guy Chiappaventi
editore: Milieu edizioni
collana: Parterre, 15
formato: 14×21
pagine: 144
ISBN: 979-12-80682-73-4
prezzo: euro 16,50