La Repubblica Islamica dell’Iran ha negli ultimi anni consentito ai ribelli yemeniti Houti di avviare una campagna di attacchi mediante l’impiego di missili e velivoli armati a pilotaggio remoto (unmanned combat air vehicle, UCAV) contro navi mercantili in transito attraverso il Mar Rosso. Alla metà del mese di dicembre 2023 molte delle maggiori compagnie di navigazione del mondo vennero costrette a evitare la rotta in quel bacino marittimo a causa degli elevati rischi.
L’ALLEANZA TRA LA REPUBBLICA ISLAMICA E GLI HOUTHI
L’alleanza tra l’Iran e gli Houthi si era andata rafforzando dal 2015, un’intesa che ha consentendo alla milizia sciita yemenita di contrastare efficacemente il governo del Paese divenendo al contempo una minaccia per nel Medio Oriente. Si tratta di una relazione che, con molte probabilità, si protrarrà a lungo nel tempo, poiché Teheran rinviene negli Houthi uno strumento utile a estendere la propria influenza nella regione, mentre attraverso il sostegno iraniano vengono posti nelle condizioni di incrementare le proprie capacità militari.
L’AZIONE SI ESTENDE DALLO YEMEN
Settembre 2014: i combattenti Houthi prendono il controllo di Sanaa, la capitale yemenita; nell’aprile del 2015 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu impone un embargo sulle armi dirette alle milizie ribelli sciite; 2015-2023: gli Stati Uniti d’America e i loro alleati nella coalizione intercettano almeno diciotto navi che contrabbandano missili iraniani e sistemi d’arma avanzati destinati agli Houthi; nell’aprile del 2017 un anziano religioso iraniano rivela che la Repubblica islamica fornisce armi avanzate agli Houthi; nel maggio del 2018 questi ultimi effettuano un attacco missilistico contro una nave portarinfuse turca che trasporta un carico di grano; lo stesso tipo di sistema missilistico era stato sequestrato da una spedizione proveniente dall’Iran.
IMPIEGO DI MISSILI BALISTICI E SOSTEGNO AD HAMAS
Nell’agosto del 2019 gli Houthi annunciano il loro primo impiego di un missile balistico a medio raggio. si tratta del Burkan-3, ordigno di progettazione iraniana; nell’ottobre del 2023 un portavoce militare degli Houthi dichiara che la milizia sciita yemenita ha fatto uso di missili e velivoli armati a pilotaggio remoto contro Israele in sostegno dell’organizzazione armata islamista sunnita palestinese Hamas; nel dicembre del 2023 il ministro della Difesa iraniano Mohammad Reza Ashtani ammonisce la task force navale a guida statunitense che era stata inviata in missione nel Mar Rosso che «nessuno può fare una mossa in una regione in cui abbiamo il predominio».
LE ARMI DEI «PROXI»
Dal 2014 il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane Quds Force (IRGC-QF) rifornisce agli Houthi un crescente arsenale di sofisticati sistemi d’arma sofisticate, unitamente al supporto nelle necessarie attività addestrative del personale destinato a impiegarli. Queste armi verranno utilizzate per attaccare le navi mercantili in transito nel Mar Rosso, i porti civili e le infrastrutture energetiche nell’intera regione mediorientale. Tra il 2015 e il 2023, gli Stati Uniti d’America e i loro alleati hanno intercettato almeno diciotto navi che contrabbandavano componenti di missili balistici e di razzi, UAV, missili guidati anticarro, migliaia di fucili d’assalto destinate agli Houthi.
INCREMENTO DELLA MINACCIA DEGLI UAV HOUTHI
A partire dalla seconda metà del decennio scorso il complesso militare industriale iraniano ha realizzato una serie di velivoli senza pilota tecnologicamente avanzati che sono stati successivamente impiegati in diversi teatri bellici nel mondo. Queste macchine si caratterizzano per il loro esteso raggio d’azione, i bassi costi di produzione e il carico utile della testata di guerra recata, tutti aspetti che li rendono alla portata di attori impegnati in conflitti come, appunto, gli Houthi, le altre milizie alleate di Teheran e, financo, la Russia. Di seguito verrà esposto un elenco con annessa relativa sintetica descrizione di questi sistemi d’arma.
SAYAD (SAMMAD)
Autonomia massima dichiarata dagli Houthi: 1.800 km; carico bellico utile: 20-50 kg; gli Houthi hanno iniziato a utilizzare il Sammad (che condivide elementi costitutivi con il Sayad iraniano, denominato anche KAS-04) nel 2018. Entrambi i velivoli a pilotaggio possiedono un pattino di atterraggio sotto la cellula e una coda a V. Ulteriori caratteristiche comuni sono il tubo di Pitot (strumento per la misurazione della corrente d’aria) esteso dal cono di prua, una fusoliera snella e superfici di controllo alle estremità alari. Tali caratteristiche sono state chiaramente rilevate a seguito del recupero di un Sammad utilizzato dagli Houthi nell’attacco compiuto nel luglio del 2018 contro l’Arabia Saudita.
SHAHED-136 (WAID 2)
Autonomia stimata: 2.500 km; portata stimata: 50 kg; gli Houthi hanno esibito pubblicamente per la prima volta il Waid 2 nel marzo 2021 a Sanaa. Si tratta di un velivolo a pilotaggio remoto che condivide gran parte delle ccomponenti con l’iraniano Shahed-136, infatti, gli stabilizzatori alari, il muso corto, i tubi di Pitot e la fusoliera a tubo sono praticamente eguali. In particolare, gli stabilizzatori alari del Waid 2 esibiti dagli Houthi nello Yemen corrispondono in dimensioni e forma delle alette a quelli dello Shahed-136 iraniano, oltreché con i resti del relitto di un Geran-2 (denominazione russa dello Shahed-136) recuperati a seguito di un attacco compiuto in Ucraina.
SHAHED-131 (WAID 1)
Autonomia stimata: 900 km, carico utile stimato 20 kg; il Waid 1 in uso agli Houthi condivide elementi con lo Shahed-131 iraniano. Questi ultimi si caratterizzano per gli esclusivi stabilizzatori alari posti al di sopra del caratteristico corpo con ali a delta. Entrambi i sistemi a pilotaggio remoto sono inoltre dotati di un muso corto, tubi di Pitot e fusoliera estesa fino al centro della cellula. Forma, dimensioni e marcature sugli stabilizzatori alari del Waid 1 degli Houthi appaiono coerenti con quelli alari dello Shahed-131 e del Geran 1.
CAPACITÀ IN CAMPO MISSILISTICO DEGLI HOUTHI E SUPPORTO IRANIANO
Almeno dal 2015 l’Iran ha fornito agli Houti un arsenale diversificato di missili balistici e da crociera a corto e medio raggio, includente alcune varianti anti-nave, sistemi d’arma relativamente complessi che hanno consentito alle milizie sciite yemenite l’effettuazione di diversi attacchi contro obiettivi sia terrestri che marittimi.
QIAM/REZVAN (BURKAN-3)
Raggio d’azione dichiarato: 1.200 km; testa di guerra: 250 kg; nel 2019 gli Houthi hanno lanciato per la prima volta contro il territorio dell’Arabia Saudita il missile balistico a medio raggio (medium range ballistic missile, MRBM) Burkan-3. tre anni dopo hanno impiegato un sistema d’arma sostanzialmente identico ma denominato diversamente: il Zulfiqar. Il Burkan-3/2 Zulfiqar sembra coerente con l’MRBM iraniano Qiam/Rezvan. I missili Burkan-3/2 Zulfiqar e il Qiam/Rezvan condividono in pratica le medesime caratteristiche in termini di carico utile e di alette posteriori. Sempre a partire dal 2019, gli Houthi hanno impiegato il missile Burkan-3 contro diversi paesi della regione mediorientale, mentre nel 2020 l’Iran ha lanciato varianti del Qiam nel corso del suo attacco contro la base aerea di al-Asad in Iraq.
SHAHAB-3 (TOOFAN)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 1.950 km; testa di guerra: 800 kg; gli Houthi hanno rivelato per la prima volta l’esistenza del loro missile balistico Toofan nel corso di una parata militare che ha avuto luogo nel settembre del 2023 a Sanaa. La configurazione del Toofan, inclusa la sezione, il carico utile e le alette posteriori, risulta essere simile a quella del MBRM iraniano Shahab-3. Allo stato attuale non è noto se le forze armate della Repubblica Islamica e le milizie Houthi abbiano impiegato operativamente il sistema d’arma.
KHIEBAR SHEKAN (HATEM)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 1.450 km; testa di guerra: 500 kg; nel settembre del 2022 la milizia sciita yemenita ha mostrato il missile balistico Hatem, sistema d’arma che condivide gran parte delle sue componenti caratteristiche con il MRBM iraniano Kheibar Shekan. Teheran ha impiegato il Kheibar Shekan contro l’ISIS in Siria nel gennaio 2024, mentre non è noto se gli Houthi abbiano impiegato l’Hatem.
FATEH-110 (KARAR)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 300 km; testa di guerra: 500 kg; gli Houthi hanno esibito il missile balistico Karar nel 2022 e nel 2023, esso è quasi identico al sistema a corto raggio iraniano Fateh-110, che ne ha impiegato alcune varianti contro obiettivi in Iraq nel 2020 e nel 2022, mentre non è noto se gli Houthi abbiano impiegato questo sistema d’arma.
MISSILI ANTI-NAVE KHALIJ FARS (ASIF)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 400 km; testa di guerra: 500 kg; nel 2022 gli Houthi hanno fatto sfilare in parata il missile balistico antinave Asif, sistema d’arma che condivide la quasi totalità dei propri elementi con la variante antinave iraniana derivata dal Fateh-110, nota come Khalij Fars. Dalla fine dello scorso mese di novembre gli Houthi hanno lanciato questi ASBM contro navi in transito attraverso il Golfo di Oman e il Mar Rosso, mentre l’Iran non ha impiegato in teaatri operativi il Khlaij Fars.
MISSILI BALISTICI ZOHEIR (TANKEEL)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 500 km; testa di guerra: carico utile non noto; nel 2023 gli Houthi hanno fatto sfilare in parata le varianti anti-nave e superficie-superficie del missile balistico Tankeel. Entrambe tali varianti condividono gran parte dei propri elementi con lo Zoheir iraniano. Allo stato attuale non risulta che né gli Houthi né gli iraniani abbiano impiegato in teatri operativi questi sistemi d’arma.
MISSILE DA CROCIERA 351/PAVEH (QUDS-4)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 2.000 km; testa di guerra: carico utile non noto; i missili da crociera per attacco a obiettivi terrestri (LACM) della serie Quds-4 disponibili dalla milizia sciita yementita hanno caratteristiche progettuali e componenti simili alla serie iraniana denominata Project 351. Il LACM Paveh, recentemente presentato dall’Iran, ha un design simile sia ai sistemi realizzati nel quadro del Progetto 351 che a quelli della serie Quds-4 (apparato propulsore, pinne posteriori e booster). Almeno a partire dal 2019 Teheran ha fornito componenti agli Houthi ai fine della produzione dei Quds-4.
RELITTI DI SISTEMI D’ARMA IMPIEGATI DAGLI HOUTHI IN ATTACCHI
Dal 2019, aseguito degli attacchi condotti mediante LACM contro i territori dell’Arabia Saudita e di Israele, le intelligence militari e industriali hanno potuto analizzarne i relitti rinvenuti sul terreno, ottenendo la conferma di una corrispondenza alle componenti dei sistemi d’arma prodotti e impiegati dall’Iran. Ali, propulsori, sezioni di coda, alette posteriori e staffe di sostegno dei relitti dei Quds impiegati negli attacchi terroristici del 2023 contro Israele corrispondono infatti a quelli dei LACM recuperati a seguito di un attacco iraniano compiuto nel 2019 contro l’Arabia Saudita e a quelliripetutamente esibiti ufficialmente nel corso di eventi e cerimonie che hanno avuto luogo nella Repubblica Islamica.
358 (SAQR)
Raggio d’azione dichiarato dagli Houthi: 100-150 km; carico bellico: testata esplosiva a elevato potenziale; il missile terra-aria (surface to air missile, SAM) Saqr in possesso degli Houti evidenzia elementi quasi identici all’iraniano 358, sistema d’arma esibito ad alcuni ufficiali russi a Teheran nel settembre del 2023. La milizia sciita filoiraniana ha fatto ricorso a questo sistema d’arma per attaccare gli UAV statunitensi nello Yemen e nel Golfo di Oman. Oltre agli Houthi, l’Iran ha fornito i missili 358 ai suoi alleati e «proxi» in Libano e Iraq.