a cura di di Shorsh Surme, pubblicato il 21 febbraio 2024 su “Panorama Kurdo”, https://www.panoramakurdo.it/2024/02/21/kurdistan-iraq-stragi-di-anfal-trovati-altri-172-corpi-in-fosse-comuni/ – I corpi delle 172 vittime della campagna Anfal, che si trovavano in un obitorio di Baghdad, sono stati consegnati alle autorità curde della regione del Kurdistan. Alla cerimonia hanno partecipato i parenti di alcune vittime, il ministro della Sanità iracheno, il supervisore dell’amministrazione indipendente di Garmiyan e il sindaco del distretto Chamchamal di Kirkuk.
LE STRAGI DI KURDI
I corpi erano stati rinvenuti nel 2019, quando le squadre forensi irachene avevano scoperto una fossa comune nel deserto di Samawah, nel governatorato di Muthanna, nel sud dell’Iraq. Si trattava principalmente di donne e bambini, i corpi furono inviati ai laboratori necroscopici per gli esami medici forensi. Il regime Ba’athista massacrò 182.000 kurdi e, successivamente, ne occultò i cadaveri, seguendo protocolli che comportavano l’incarcerazione, la tortura e, successivamente, la morte per esecuzione. Si ritiene che ci siano più di cento le fosse comuni situate nei pressi della prigione di Nugra Salman e nel deserto di Samawa, contenenti migliaia di corpi di vittime curde di Anfal.
NUGRA SALMAN E IL DESERTO DI SAMAWA
La prigione di Nugra Salman, situata a Muthanna, era uno dei campi di prigionia più famosi del paese, dove la maggior parte delle vittime curde veniva torturata e interrogata. Ogni anno, il 14 aprile nella regione del Kurdistan irachena si celebra il ricordo di Anfal, quando le forze armate di Saddam lanciarono l’assalto a Garmiyan. Anfal iniziò ufficialmente nel 1988, tuttavia alcuni storici considerano quale inizio vero e proprio del genocidio la campagna del 1983 contro il clan Barzani, quando 8.000 membri del gruppo curdo furono catturati e sistematicamente giustiziati. Le motivazioni della campagna di sterminio ebbero origine nelle accuse del partito Ba’ath, secondo le quali i kurdi collaboravano militarmente con l’Iran di Khomeini durante la sanguinosa guerra iniziata nel 1980 e terminata nel 1988.