Sta cambiando qualcosa riguardo alle prospettive di Ilaria Salis, la giovane donna detenuta nel carcere Gyorskocsi Ucta di Budapest e attualmente sotto processo per aggressione con un arma impropria di alcuni giovani nel corso di una manifestazione politica nella capitale ungherese? Forse sì, ma è presto per dirlo.
ALCUNI FLEBILI SEGNALI DI SPERANZA
Naturalmente, al riguardo va mantenuta la massima cautela, tuttavia, questo non esime dall’indurre a formulare alcune considerazioni sulla base di, pur flebili, segnali percepiti negli ultimi giorni. Come quello della visita in carcere alla detenuta concessa dalle autorità magiare a un parlamentare della Repubblica italiana, l’Onorevole Paolo Ciani, segretario nazionale del partito Democrazia Solidale (Demos) e autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio. Le disumane condizioni detentive della Salis, che non avendo patteggiato la pena di anni undici di reclusione per il reato ascrittole dall’autorità giudiziaria ungherese, ora, a seguito di un’eventuale sentenza di condanna, sulla base della legge magiara rischia dai due ai ventiquattro anni di reclusione.
UNA DONNA IN CATENE
Il suo caso giudiziario è oltremodo noto, ella è stata tradotta nell’aula del tribunale per l’udienza letteralmente in catene. Inoltre, la Salis lamenta un regime carcerario oltremodo duro e dai tratti marcatamente in violazione con i diritti umani. Tuttavia, in questi giorni si sono registrati dei comportamenti delle autorità ungheresi che potrebbero fare sperare. Il fatto che gli agenti di custodia del carcere di Gyorskocsi Ucta abbiano iniziato a rivolgersi a lei anche in lingua inglese oltreché nell’incomprensibile (ai più) idioma ugro-finnico e la concessione di una visita da parte di un rappresentante del Popolo italiano andrebbero forse letti come flebili segnali di apertura da parte di Budapest. Soprattutto se considerati unitamente alla ricerca in corso di effettuazione da parte del padre della Salis (fatto reso noto poche ore fa) di un appartamento nella capitale ungherese, che, si ritiene presumibilmente, possa accogliere la ragazza in una sua futura fase di regime detentivo domiciliare.
INDIGNAZIONE E DISCREZIONE
Sta dunque cambiando qualcosa riguardo alle prospettive di Ilaria Salis? Ovviamente, al netto dell’esito del procedimento giudiziario che pende sulla sua persona, l’auspicio è che possano migliorare le sue condizioni detentive, magari grazie alla concessione degli arresti domiciliari. E, a questo punto, è forse possibile affermare che, se il clamore suscitato da quelle brutte immagini di una donna in catene hanno portato alla luce il caso alimentando l’indignazione dell’opinione pubblica, la discrezione e il tatto di possibili eventuali trattative potrebbero risolverlo positivamente. E, a ragion veduta, è d’obbligo il condizionale. A insidertrend.it (A613) ne ha parlato un diretto testimone, l’Onorevole Paolo Ciani, parlamentare della Repubblica e segretario nazionale di Democrazia Solidale (alla Camera dei Deputati nel gruppo Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista) oltreché autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio, che la Salis ha recentemente incontrato in carcere.