Ritorna la città maledetta. Quella che nell’immaginario collettivo è stata, probabilmente con una certa forzatura, costretta nello schema socio-criminale del cosiddetto mondo di mezzo e dei suoi variegati addentellati. Una Roma con la quale molti autori si sono cimentati negli ultimi tempi, non sempre con successo, che è stata comunque adeguatamente descritta nei romanzi di Massimiliano Smeriglio, in particolare nella sua ultima opera, quel “Se bruciasse la città” nel quale la fotografa riprendendo il filo del romanzo scritto in precedenza, dopo una parentesi narrativa della durata di venti anni. Aggiornando quel contesto criminale che aveva lasciato nelle pagine finali della sua ultima fatica letteraria, poiché, nel frattempo, quella città che, inesorabilmente, aveva conosciuto una grossa trasformazione, era mutata ulteriormente.
UNA ROMA, TANTE ROMA
Ma, se Smeriglio ha puntualmente descritto al lettore dei suoi romanzi l’antropologia di una Roma che negli anni ha continuato a espandersi disordinatamente, accogliendo più o meno giocoforza genti da molte parti del mondo che, fisiologicamente, con il passare delle generazioni sono divenute romane, acquisendo i pregi e i difetti del ambiente esistenziale, quella di Gianfranco Tomei è una storia che non si concentra principalmente oltre il marchio dell’emarginazione, quell’immaginaria larga linea di asfalto che è il Grande Raccordo Anulare, poiché, pur insinuandosi in microcosmi, si potrebbe affermare pasoliniani 2.0, nei quali alcuni dei suoi personaggi agiscono, ambienta la sua storia in altre parti della città. Certamente, il «baretto» di Ostia Lido frequentato da Christian, uno dei negativi protagonisti del noir, si intreccia con quello che oggi rimane dell’universo aristocratico della nobiltà nera, a sua volta a contatto con borghesi plebei e faccendieri, oltreché con le nuove figure emergenti della società moderna.
THRILLER POLIFONICO
Nel thriller a sfondo sociologico di Tomei, nel quale ognuno degli attori ha la sua storia individuale, la trama si sviluppa lungo gli assi del conflitto. Un odio alimenta e anima l’agire dei protagonisti, tutti estremamente malvagi, chi per propria intrinseca natura, chi invece divenutoci suo malgrado. Christian, prima di tutto. L’ex militare ormai trentaduenne che ha la fortuna di poter vivere in un relativo benessere pur senza lavorare, poiché beneficia di una piccola rendita immobiliare di famiglia. Lui, ex militare che ha partecipato a missioni all’estero e che, una volta ritornato in Patria e congedatosi, cerca una propria dimensione nella sua città. Non è un uomo del tutto cattivo, ha le sue manie, per certi aspetti perfezionistiche, come le arti marziali che pratica, e ha anche un pregio, forse indice di una sua spasmodica ricerca di stabilità interiore: vuole lavorare nonostante possa evitare di farlo, inoltre si iscrive tardivamente all’università pensando di laurearsi. Ma la ricerca del grande profitto accentua però lo squallore della sua persona.
VALERIANO: IL «PRINCIPE NERO» DELLA MALAVITA ARISTOCRATICA
Veronica, la bella ragazza che è stata la sua fidanzata, lo ha appena lasciato per mettersi assieme ad Aureliano Casadei, nobile romano dagli istinti criminali, non è casuale al riguardo che lo abbiano soprannominato «il principe nero». Aureliano, svelto nel far valere le proprie discutibili ragioni, è un rampollo di quella citata nobiltà romana che ha avuto le sue fortune all’ombra della Chiesa. Sua madre rappresenta uno degli ultimi esponenti di questo mondo che, se ancora sopravvive a sé stessa, tuttavia si è camaleonticamente inserita nel proteiforme contesto di relazioni, intrighi, clientele e potere della Capitale. La baronessa madre è una donna forte, spregiudicata e altezzosa, che esercita un notevole ascendente sul proprio figlio. Ella ha un compagno, il patrigno di Aureliano, accettato da quest’ultimo, al quale dispensa utili consigli. Aureliano è il caratteristico esponente di quella che si potrebbe definire «malavita aristocratica», egli non ha certo bisogno di soldi, però delinque lo stesso e lo fa in modo spietato.
RISENTIMENTO E ODIO
Ed ecco qui, già un conflitto che anima la narrazione del Tomei. Ma ve ne sono anche altri in questo complesso intreccio di interessi, ad esempio quelli della piccola e grande criminalità con le esistenze quotidiane della gente. Esistenze a tratti crepuscolari, comuni, che di colpo, inaspettatamente, mutano per lasciare spazio alla tragedia. Incroci umani, sociali, metaforicamente stradali. Come quello dove rimane vittima la giovane Sonia, che a bordo del suo ciclomotore viene travolta dall’oltraggiosa autovettura evocatrice di lusso e spocchia condotta da Valeriano. Da quel momento prende avvio un altro inesorabile risentimento, quello dello zio della ragazza in fin di vita. Un ex sessantottino che ha partecipato alle violente contestazioni politiche del 1977. Anche lui un personaggio di altri tempi, fantasma di un mondo che ormai non c’è più. Il suo odio per Valeriano si sommerà, affiancandosi per un tratto della vicenda, a quello nutrito da Christian, che si è visto portare via la sua donna.
LA MODERNITÀ CATTIVA DELLA VERA PROTAGONISTA
Cadaveri, sangue, violenza; vita mondana e ambienti dello spettacolo; storie di persone malvage che hanno luogo in una grande città. La più grande del Paese, dove il male diffuso rende tutto insopportabile e dove tutto scorre quotidianamente nella normalità, come vi fosse un doppio legametra i suoi abitanti e il degradato scenario urbano. È il cuore nero di questa corrotta e incattivita metropoli, con criminali che restano impuniti e conseguente ingenerazione di bisogni di vendetta, più che di Giustizia. Infatti, pur se fino all’ultimo respiro i personaggi di “Videorama” si agiteranno per compiere le loro azioni e sopravvivere, è Roma la vera protagonista della storia narrata da Tomei, poiché la città non funge da mera ambientazione agli esseri umani in cerca di vendetta e alle vittime, bensì da fulcro di questa messa in scena triste quanto vitale della sua modernità cattiva.
VIDEORAMA
titolo: Videorama
autore: Gianfranco Tomei,
editore: Idrovolante Edizioni, 2019
pagine: 190
ISBN: 9788899564445