INDUSTRIA, famiglia Elkann e Governo Meloni. Per la Fim Cisl «Stellantis è strategica per occupazione ed economia in Italia»

Ad avviso del sindacato «la polemica politica non fa crescere le produzioni, né difende l’occupazione»

Roma, 23 gennaio 2024; a cura di Fim Cisl Nazionale – Il gruppo Stellantis ha prodotto 753.000 veicoli nel 2023 in Italia e c’è un impegno preciso a salire a un milione dei veicoli e proprio in questi giorni è in corso un confronto tra le organizzazioni sindacali, Stellantis, la filiera della componentistica, le Regioni e il MiMIT per definire la strategia complessiva, le risorse e gli impegni dentro un accordo di sviluppo del settore dell’auto. Stiamo recuperando il tempo perso in questi anni, mentre altri paesi in Europa hanno concretizzato interventi a sostegno del settore dell’auto dentro la transizione green e tecnologica.

CHIEDERE IMPEGNI PRECISI RIGUARDO AGLI INVESTIMENTI

Nel gruppo lavorano in Italia 47.000 lavoratori a cui si aggiunge una filiera della componentistica che per il 60% è legata alle produzioni del Gruppo e rappresenta, numeri alla mano, una realtà industriale importante e strategica per il nostro sistema industriale. Bisogna evitare che diventi oggetto di diatriba della polemica politica. È necessario invece chiedere impegni precisi rispetto agli investimenti negli stabilimenti italiani e all’assegnazione di nuove produzioni del Gruppo.

IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEGLI ANNUNCI

Per quanto riguarda gli incentivi, la politica degli annunci ha influito negativamente sulle vendite di alcuni veicoli che potranno beneficiare di questi vantaggi. Non bisogna annunciarli ma metterli in cantiere subito perché siano un volano per il settore. Per quanto ci riguarda gli incentivi sono fondamentali per alimentare le produzioni e sostenere anche la domanda di auto elettriche ma necessitano anche di ulteriori investimenti sulla rete di ricarica elettrica, come pure il tema di come rendere competitivi gli stabilimenti, a partire dal costo dell’energia che è il doppio rispetto ad altri paesi e aumentare la produzione e accompagnare la crescita di competenze dei lavoratori con la formazione.

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