MEDIO ORIENTE, conflitti. Sanità nelle aree di guerra: le missioni di Medici senza frontiere

Nella striscia di Gaza l’organizzazione non governativa ha aperto una clinica all'interno dell'Indonesian Hospital di Rafah, dove fornisce cure post-operatorie alle persone sfollate; essa è inoltre attiva anche nel Libano meridionale, zona dalla quale migliaia di sfollati fuggono nel nord del Paese per sfuggire all’escalation del conflitto

articolo di Giacomo Galeazzi, pubblicato il 16 gennaio 2024 su “In Terris”, periodico fondato da don Aldo Buonaiuto, https://www.interris.it/copertina/msf-guerra/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera Medici senza frontiere ha attivato cliniche mobili per assistere gli sfollati dal sud del Libano. A migliaia, infatti, fuggono verso nord per l’escalation di violenze. Continuano a intensificarsi, infatti, le attività militari e i bombardamenti tra forze israeliane e Hezbollah lungo il confine meridionale del Libano.

MIGLIAIA DI SFOLLATI

Migliaia sono le persone fuggite per cercare rifugio più a nord o nelle grandi città, attraverso cliniche mobili Msf supporta due centri sanitari nel distretto di Nabatieh. Qui l’organizzazione umanitaria svolge attività mediche per malattie croniche e supporto psicologico per gli sfollati. Privi di generi di prima necessità e dei farmaci essenziali. «Soccorriamo persone costrette a lasciare le proprie case all’improvviso. Molte di loro interrompono le cure, anche quelle per le malattie croniche», riferisce la dottoressa Aida Hassouni, operatrice sanitaria dell’équipe mobile di Msf, che aggiunge che «siamo qui per colmare questo divario, offrendo cure per le malattie croniche. Questo assicura che le persone possano continuare a curarsi fino a quando non potranno riprendere la loro vita regolare».

EMERGENZA SANITARIA

Il sistema sanitario libanese, come altri settori del Paese, era già provato da quattro anni di crisi economica. Una situazione di emergenza che ha portato due cittadini su tre in uno stato di povertà. Incidendo pesantemente sul potere d’acquisto di beni e servizi di base. Tra cui cibo e assistenza sanitaria. I centri sanitari locali sono già al limite della capacità. E potrebbero subire una pressione sempre maggiore se dovessero far fronte alle crescenti esigenze mediche degli sfollati. «La gente ha bisogno di materassi, vestiti e medicine – spiega Abbas Chite da Kfarkila, nel sud del Libano -, abbiamo lasciato tutto quando i bombardamenti sono diventati pesanti, non possiamo nemmeno tornare a prendere le nostre ricette mediche o i nostri vestiti». Abbas prima lavorava nell’industria edile, ma ora non c’è più lavoro e non riesce più a mantenere la sua famiglia. «Lavoro nell’edilizia, ma dall’inizio della crisi economica tutto si è fermato».

LE ATTIVITÀ UMANITARIE DEI SANITARI DI MSF

Da ottobre le équipe di Msf hanno predisposto preventivamente dieci tonnellate di materiale medico. In vari ospedali e strutture mediche del Libano, fornendo formazione al personale ospedaliero in tutto il paese per la cura dei traumi d’emergenza e la gestione di eventi con vittime di massa, questo in conformità con il piano di preparazione e risposta alle emergenze del ministero della Sanità pubblica e in collaborazione con altri partner sanitari. Oltre un centinaio di persone sono state formate in nove ospedali (…) prosegui la lettura dell’articolo su “In Terris” all’indirizzo web https://www.interris.it/copertina/msf-guerra/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera

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