CULTURA, fotografia e memoria storica. In mostra gli scatti della «bella spia»

Fino al 5 maggio 2024 al Museo di Roma in Trastevere permarranno esposte oltre cento immagini opera della fotografa Hilde Lotz-Bauer, che in gioventù, dal 1934 al 1943, visse in Italia, paese del quale era innamorata e dove sarebbe tornata per restare fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1999. Le migliaia di fotografie di questa pioniera del reportage e della «street photography» costituiscono un patrimonio anche dal punto di vista della testimonianza sulla fisionomia di luoghi che il tempo e gli eventi hanno in parte mutato, quando non addirittura stravolto, come i piccoli paesi del Mezzogiorno distrutti dai bombardamenti durante la guerra o dai terremoti che li colpirono negli anni seguenti. Una mostra di estremo interesse rispetto alla quale è possibile ricavare un approccio ottimale grazie alla registrazione audio della guida che, sala per sala, ne hanno fatto alla stampa le due curatrici nel corso della presentazione dell’evento, che ha avuto luogo il 16 gennaio scorso (registrazione audio insidertrend.it A608)

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Ora Hilde Lotz-Bauer riposa nella quiete del Cimitero acattolico di Roma, accanto ad August von Goethe, Percy Bysshe Shelley e Antonio Gramsci, lei, cittadina tedesca che in questa città visse a lungo e operò. Era innamorata dell’Italia, un Paese che visitò e fotografò a lungo e intensamente, cogliendone gli aspetti artistici quanto sociali, animata da un interesse per la fotografia che correva e mutava in parallelo alla sua personalità.

IL RIPOSO DI HILDE

A piazza Sant’Egidio, nel quartiere di Trastevere, presso il Museo di Roma è stata aperta al pubblico l’esposizione di un centinaio di sue fotografie scattate nel periodo intercorrente tra il 1934 e il 1943, immagini rese per la prima volta fruibili al pubblico. Si tratta di un evento di estremo interesse per diversi aspetti: in primo luogo poiché Hilde Lotz-Bauer viene considerata una pioniera della «fotografia di strada», o street photography; inoltre, in ragione del suo sguardo personale mediante il quale fu in grado di ritrarre il quotidiano con attenzione e sensibilità, ma sempre nella sua neutralità; infine, in virtù del grande valore documentale potenzialmente rivestito dal notevole volume di testimonianze storiche fissate attraverso l’obiettivo della sua Leica.

PIETRE ED ESISTENZE DI UMANI

Si rifletta al riguardo sui particolari relativi ai piccoli paesini del Mezzogiorno, oltreché al territorio loro circostante, immortalati dalla Lotz-Bauer in una fase anteriore alla diffusa antropizzazione e sfruttamento del territorio, come anche di quegli eventi sismici che in non pochi casi ne hanno radicalmente mutato la fisionomia. Così come le città, incluse quelle d’arte e, ovviamente, la Capitale. L’obiettivo di Hilde si fissò su tutta una serie di particolari rendendoci a posteriori importanti informazioni visive unitamente a chiavi di lettura in grado di aiutare a comprendere meglio spaccati sociali ormai lontani nel tempo. Basti pensare agli sventramenti della città di Roma dei tempi di Mussolini, con gli operai intenti al lavoro a Borgo, nei pressi della basilica di San Pietro, oppure ai ponti sul fiume Arno a Firenze, fotografati dapprima nella loro quotidiana normalità e in seguito, in macerie, immediatamente dopo la loro distruzione da parte dei genieri della Wehrmacht, atto che preluse il ritiro delle truppe tedesche occupanti.

GIOVANE DONNA IN GIRO NELL’ITALIA DEGLI ANNI TRENTA

Una giovane donna in giro per l’Italia in un periodo nel quale, gli anni Trenta, la cultura dominante non era certamente il massimo in termini di apertura. Eppure Hilde la girò in lungo e in largo, godendo di una ampio grado di libertà a un certo punto “rafforzato” da una sorta di lasciapassare concessole dal responsabile della cultura tedesca in Italia che le aveva commissionato l’opera: fissare le immagini, appunto, nella loro neutralità. E Hilde fotografò tutto, quasi senza farsi notare, al punto da vedersi affibbiato il nomignolo di «bella spia». Ma chi fu veramente la Lotz-Bauer? Formatasi alla scuola di Monaco dopo aver conseguito un dottorato in Storia dell’arte, giunse a Roma alla fine del 1934 grazie a una borsa di viaggio ottenuta dalla Biblioteca Hertziana. Di questa città si innamorò perdutamente, come per altro del resto dell’Italia, dove avrebbe soggiornato per una prima volta fino al 1943.

INCUNABOLI DI UNA PIONIERA DELLA STREET PHOTOGRAPHY

Iniziò fotografando disegni per conto del suo primo marito, il celebre studioso di arte italiana Berhnard Degenhart. In seguito accompagnò con i suoi scatti le ricerche di numerosi storici dell’arte, dei quali si ricordano i progetti sui castelli di Federico II nell’Italia meridionale di Leo Bruhns e quello sull’urbanistica fiorentina Friedrich Kriegbaum. In quegli anni la Lotz-Bauer fu l’unica professionista del suo settore a operare presso gli Istituti storici di Roma e Firenze, realizzando impeccabili immagini di scultura, disegno, architettura e urbanistica. Sia in occasione dello sviluppo di progetti su commissione, che per il puro piacere della scoperta, ella percorse quasi tutta Italia muovendosi tra la gente con la sua piccola Leica portatile, catturando la vita dei grandi centri urbani così come le zone rurali più isolate, cogliendo l’umanità che le popolava durante il periodo del regime fascista.

IN MOSTRA L’OPERA DELLA LOTZ-BAUER

Molto della sua produzione artistica oggi noto è fortemente incentrato sugli eventi quotidiani, sulle festività, in particolare in Abruzzo. La Lotz-Bauer ha infatti immortalato nei loro costumi realizzati a mano le donne ritratte nella sua serie su Scanno, facendole apparire come «opere d’arte viventi» attraverso l’attenta cura la composizione estetica e i dettagli. In questo modo i suoi reportage vennero trasformati in opere artistiche uniche, ricche di spunti personali e documentaristica anche critica e sociale. Alla fine degli anni Settanta le sue fotografie vennero esposte per la prima volta a Firenze, Bonn e Londra e godettero di un buon giudizio da parte della critica. Nel 1993 collaborò con il fotografo Franz Schlechter, che restaurò e stampò ottanta scatti effettuati con la Leica per una personale di Hilde allestita in seguito al Museo Reiss di Mannheim. Al Museo di Roma in Trastevere viene presentata la sua opera complessiva realizzata nel decennio 1934-1943, ponendo in luce e in dialogo quella frutto delle commissioni degli storici dell’arte con i reportage.

INFO

Hilde in Italia: arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer; in esposizione presso il Museo di Roma in Trastevere, piazza Sant’Egidio, 1/B Roma, dal 17 gennaio al 5 maggio 2024; evento promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali; organizzazione: Archivio Hilde Lotz-Bauer in collaborazione con Officine Fotografiche Roma e Goethe Institut, evento curato da Federica Kappler e Corinna Lotz; servizi museali Zètema Progetto Cultura;

orari di apertura al pubblico: dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 20:00, ultimo ingresso consentito un’ora prima della chiusura; chiusura al pubblico il giorno 1 maggio 2024;

info e biglietti: +39060608 (utenza attiva tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 19:00),

www.zetema.it,

www.museodiromaintrastevere.it,

www.museiincomune.it.

A608 – CULTURA, FOTOGRAFIA E MEMORIA STORICA: in mostra gli scatti di Hilde Lotz-Bauer. Fino al 5 maggio 2024 al Museo di Roma in Trastevere permarranno esposte oltre cento immagini della fotografa tedesca, che in gioventù, dal 1934 al 1943, visse in Italia, paese del quale era innamorata e dove sarebbe tornata per restare fino alla propria scomparsa, avvenuta nel 1999.
Le migliaia di fotografie di questa pioniera del reportage e della «street photography» costituiscono un patrimonio anche dal punto di vista della testimonianza sulla fisionomia di luoghi che il tempo e gli eventi hanno in parte mutato, quando non addirittura stravolto, come i piccoli paesi del Mezzogiorno distrutti dai bombardamenti durante la guerra o dai terremoti che li colpirono negli anni seguenti. Una mostra di estremo interesse rispetto alla quale è possibile ricavare un approccio ottimale grazie alla registrazione audio della guida che, sala per sala, ne hanno fatto alla stampa nel corso della presentazione dell’evento le due curatrici, FEDERICA KAPPLER e CORINNA LOTZ (quest’ultima figlia di Hilde Lotz-Bauer), preview riservata ai media che ha avuto luogo il 16 gennaio 2024.
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