a cura di Roberto Pagano, pubblicato su “Avanti!” il 15 gennaio 2024, https://www.avantionline.it/polonia-la-destra-di-diritto-e-giustizia-contro-tusk/ – Nell’intervista concessa all’Avanti! on line, Daniele Stasi, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Foggia e visiting professor alla Luiss e all’Università di Varsavia, sottolinea come il PiS ancora «non si rassegni alla perdita del potere». Tra i saggi più recenti di Stasi qui si ricordano “Le origini del nazionalismo in Polonia” (2018) e “Polonia restituta. Nazionalismo e riconquista della sovranità polacca” (2022).
AVANTI! – Professore, quale la situazione in Polonia oggi? La vicenda Kamiński in realtà non è la polarizzazione parossistica del dibattito politico da parte del partito di Jaroslaw Kaczyński? Un’ulteriore conferma del non accettare, di fatto, il risultato elettorale di ottobre, il nuovo governo Tusk e la nuova maggioranza?
DANIELE STASI – Diritto e giustizia non si rassegna al cambio della guardia, che peraltro era ampiamente prevedibile. La coalizione liberal progressista, la cosiddetta “Coalizione 15 ottobre”, che ha vinto le elezioni parlamentari dello stesso giorno, ha inciso profondamente sugli equilibri politici che si erano determinati fino alla scorsa estate, e nel senso che Tusk ha agito con forza e decisione sin dal primo giorno del suo insediamento come presidente del Consiglio dei ministri. Il leader di Piattaforma civica ha agito soprattutto su tre livelli, il primo quello mediatico: il premier ha subito messo mano al rinnovo delle dirigenze della radiotelevisione pubblica, che fino al 15 ottobre si erano caratterizzate per una faziosità davvero di tipo nord coreano. Il secondo livello riguarda la legge di bilancio, che appare essere uno dei motivi del braccio di ferro con l’attuale presidente della Repubblica. Infatti, il capo dello Stato Duda, uomo di Kaczyński, quindi legato a doppio filo con le forze nazional-populiste, che lo hanno anche eletto per un secondo mandato, potrebbe ritardare l’approvazione del bilancio dello Stato. Ma è una situazione che, in ogni caso, non può portare allo scioglimento delle Camere, così come qualcuno, anche in Italia, sembrerebbe paventare. Infine, il terzo livello riguarda la situazione della magistratura e, più in generale, del sistema giustizia.
Perché Kamiński e il suo vice sono stati condannati e ora arrestati?
In Polonia esiste una istituzione che si chiama Centralne Biuro Antykorupcyjne (CDA), l’Ufficio centrale anticorruzione che si occupa del controllo di tipo poliziesco per contrastare questo tipo di reato. In passato, il capo di questa istituzione era l’ex ministro Kamiński che ora è stato arrestato insieme al suo collaboratore, entrambi parlamentari nelle fila di Diritto e giustizia. La destra sconfitta che si oppone alle forze liberal progressiste reputa inaccettabile il fatto, ma Kamiński è stato condannato in tutti i gradi di giudizio e ha perso l’immunità parlamentare perché a suo tempo avrebbe utilizzato questa istituzione per contrastare i nemici politici del PiS, in particolare Andrzej Lepper. Lepper è stato vicepremier della Polonia, poi suicidatosi a seguito di uno scandalo che lo avrebbe visto coinvolto. Un fatto che poi si è dimostrato privo di fondamento. In ogni caso, quella stagione è stata segnata da veleni, da un uso partigiano della magistratura e di questa istituzione.
Cosa comporta tutta questa agitazione?
Una situazione di profondo malessere all’interno delle istituzioni pubbliche. Il cambio di governo e di indirizzi portato avanti da Tusk crea evidentemente motivi di resistenza non solo a livello parlamentare, ma un po’ in generale, in tutte le istituzioni, dall’università alla magistratura e altrove.
Leggi l’intera intervista con il professor Daniele Stasi al seguente indirizzo web: https://www.avantionline.it/polonia-la-destra-di-diritto-e-giustizia-contro-tusk/