Lo riferisce in un articolo il periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/40833/africa-e-in-uganda-che-sono-riuniti-i-non-allineati -, che ha inoltre ripreso la dichiarazione resa nell’occasione dal ministro degli Affari esteri dell’Uganda, Jeje Odongo, al momento dell’apertura della conferenza. Questi ha affermato come oggi si stia affrontando «diverse sfide in tutto il mondo, tra cui conflitti in diverse parti del mondo, insicurezza alimentare, migrazione, disoccupazione, pandemie sanitarie, cambiamento climatico e terrorismo», osservando altresì che «il movimento, fondato nel 1961 nel mezzo di un mondo diviso dall’antagonismo tra gli Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, rimane un’organizzazione importante nella sempre più complessa situazione internazionale».
ATTUALI OBIETTIVI DEI NON ALLINEATI
Del Movimento dei Paesi non allineati fanno parte centoventi Stati, diciotto Paesi e dieci organizzazioni di osservatori, esso costituisce il secondo blocco internazionale maggiormente numeroso dopo le Nazioni Unite. Fra i principali obiettivi odierni dell’organizzazione figurano la promozione di una riforma del sistema multilaterale internazionale, a partire dall’Onu e dal suo Consiglio di sicurezza, e il supporto alla cooperazione all’interno del sud globale. Nel suo discorso di apertura dei lavori il ministro Odongo ha inoltre fatto esplicito riferimento alle sfide poste nel campo del finanziamento allo sviluppo e la questione del fardello del debito. «È quindi fondamentale per noi – ha egli sottolineato – affrontare collettivamente le questioni esistenti, nuove ed emergenti per il bene dell’umanità».
SUD GLOBALE, DEBITO E SVILUPPO
«L’Uganda – ha concluso Odongo – ritiene che il multilateralismo e la solidarietà siano necessari molto più che mai per prepararci individualmente e rispondere collettivamente a ulteriori sfide». Quello dei Paesi non allineati è uno dei maggiori vertici di respiro globale che l’Uganda si trova a ospitare dopo l’incontro dei capi di governo del Commonwealth del 2007. Oltre quattromila i delegati, tra i quali anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e numerosi capi di Stato e di governo, partecipano ai lavori su “Deeping cooperation for shared global affluence”, approfondimento della cooperazione per il benessere globale condiviso. Nel corsso dell’evento di Kampala il presidente ugandese Yoweri Museveni avvicenderà alla guida del Movimento il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.
IN ATTESA DEL G77+CINA
Ad avviso degli analisti, il cui parere viene riportato da “Africa e Affari”, il vertice ha luogo in una fase di crescente frustrazione nei confronti dell’ordine mondiale guidato dall’Occidente a causa delle crescenti differenze sulla guerra russa in Ucraina, sulla lotta contro i mutamenti climatici e sul sistema economico globale. A questo vertice seguirà quello del G77+Cina Popolare (il Gruppo dei 77 o G77 è un’organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite, formata da 134 Paesi, principalmente in via di sviluppo) che prenderà avvio sabato prossimo sempre a Kampala, per concludersi poi il 23 gennaio. È possibile approfondire il tema del crescente peso del continente africano nella scacchiera globale grazie al focus su di esso della rivista “Africa e Affari”: https://www.africaeaffari.it/rivista/geopolitica-africana