a cura di Rosario Sprovieri – Il calabrese Luca Vallone è un giovane artista della modernità, scenografo e illustratore, nato quarantuno anni fa a Lamezia Terme, città composita a ridosso del massiccio del Reventino. Egli ha scelto l’arte come linguaggio per la sua espressività, che poi, nelle arti figurative, è la qualità di mostrare tramite gesti e atteggiamenti di volti, figure, paesaggi e opere materiche. I sentimenti e gli stati d’animo più complessi. L’idioma più ricco e congeniale, immediato e vero. L’artista, allora, proprio, attraverso un’abile sequenza di manipolazioni creative pur di dar corpo all’idea appronta, definisce e cesella sino alla perfezione ogni minuto dettaglio, esalta ogni minuzia.
UN VIAGGIO COMPLESSO E INTENSO
Il gallerista, il mercante, il critico esperto potranno costatare personalmente la cura ostinata, la maestria e le tappe velate di ogni trasformazione graduale di ogni sua opera. È, un vero viaggio, complesso, intenso, emotivo, sentimentale; quello che si snoda attraverso il percorso creativo che Vallone ci invita a compiere mentre ne accompagna il nostro passo, dall’intuizione poetica alla definizione, fino al completamento della forma definitiva. Egli è abile. Sa entrare in contatto con le emozioni ed è capace di regolarne ogni vibrazione. Riesce bene a connettersi e a entrare in sintonia con le maree che scuotono la sua anima, malgrado la tempesta interiore si fa trovare sempre pronto, intento a compiere quell’eterno umano viaggio alla ricerca di risposte e di concretezza a tutte le ansie della vita.
LA LINGUA DEL FARE ARTE
E l’itinerario che desta meraviglia è un incanto; l’endemico suo fare-arte è paziente, certosino, complesso, completo; a noi non resta altro che constatare la potenza della lingua che hanno le opere. Lingua immediata. Universale. Narrazione segnica a trecentosessantacinque gradi, modo geniale di comunicare all’eternità attraverso la forma espressiva tutta la sua ricchezza di rappresentazioni simboliche e di un ricco universo poetico che, alimenta il suo spirito. La realizzazione artistica per lui è la forma più amata, seppure rifugga dall’idea di un’arte meramente ornamentale egli continua a proporci, attraverso matericità e tridimensionalità, le angolazioni del suo sentire, il suo punto di vista tutto incentrato nella ricerca del “non detto”, di ciò che oggi risulta quasi non percepito, ma che per questo prende in esame oggetti e figure che recupera e ripone al centro dall’immediatezza e dall’ordinaria realtà quotidiana.
AL PARI DI DEWEY SULLA COMUNICAZIONE
Come Dewey, Luca Vallone è consapevole che «l’arte è il miglior mezzo di comunicazione», in quanto linguaggio, solo l’arte può veicolare e inventare significati, attraverso tutti i caratteri dei suoi mezzi: pittura, scrittura, musica, fotografia. In ogni opera infonde il suo universo più intimo; la materia magmatica, sgorga proprio da quelle colate calde che, appartengono alle eruzioni, di una mente ricca e fertile, proprio come accade alle messi mature, nel ciclo del grano. Vallone è un riflessivo. Uno di quegli umani che, solitamente, trascorrono ore interminabili nel proprio cosmo, prima dentro la propria mente, perché l’intelligenza non è solo la capacità di ragionare, ma è anche la capacità di trovare materiale rilevante nella memoria che permetta, poi, il germogliare delle idee per relazionarsi meglio con il mondo.
ARTISTA PROLIFICO
Autore di spessore l’artista, riesce a portare a termine oltre centocinquanta opere all’anno. Prezioso è il tempo, veloce è l’incedere della vita, a maggior ragione per le anime sensibili, è così che, gli artisti hanno imparato che bisogna agire in fretta e, sanno come dare spazio, risalto e pathos alla materia, alle incessanti intuizioni, ai lampi di genio, agli stimoli che la psiche irradia. A un passo dal cuore: questo il titolo dato alla personale romana allestita in questi giorni nella Galleria Triphè, in Via delle Fosse di Castello, a qualche centinaio di metri da Piazza San Pietro. Una dedica vera e propria all’universo del cuore e della mente.