Lo riferisce il periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/40673/tanzania-terre-rare-immense-potenzialita-dal-progetto-di-ngualla -, che rende inoltre noto, riprendendo un comunicato della società impegnata nell’iniziativa, come i test iniziali effettuati su tredici fori nella zona settentrionale abbiano rivelato mineralizzazione diffusa e superficiale di niobio, fosfato e terre rare, inclusi livelli elevati di concentrazioni di niobio e fosfato in diversi fori, nonché una presenza significativa di elementi pesanti delle terre rare come disprosio e terbio.
INIZIATIVA MINERARIA MULTI-GENERAZIONALE E MULTI-COMMODITY
Bardin Davis, Ceo di Peak, ha dunque espresso ottimismo riguardo ai risultati finora ottenuti: «Essi – ha egli dichiarato – rafforzano la nostra fiducia nello status di livello mondiale del deposito di Ngualla e nel suo potenziale per sostenere un progetto minerario multigenerazionale e multi-commodity». Da Peak viene inoltre rilevato come la mineralizzazione di tali elementi venga associata a bassi livelli di radionuclidi e metalli pesanti, un fattore vantaggioso considerati i vincoli globali insiti in numerosi progetti relativi a fosfati e niobio a causa degli elevati livelli di questi elementi. Peak è ora in attesa dei risultati di altri trentatré fori nella zona settentrionale.
IL PROGETTO NGUALLA
Il progetto Ngualla è uno sviluppo di terre rare di livello mondiale situato presso il villaggio di Ngwala e a centocinquanta chilometri dalla città di Mbeya, nella regione di Songwe, nella Tanzania occidentale e ai margini della Rift Valley dell’Africa orientale. Esso prevede la realizzazione di una miniera, di un mulino, di un concentratore, progetti comunitari e infrastrutture associate. Allo scopo di approfondire lo specifico argomento è possibile leggere il focus sulle risorse di terre rare nel continente africano pubblicato da “Africa e Affari”: https://www.africaeaffari.it/rivista/terre-rare-e-preziose