AMBIENTE, risorse idriche. Acqua: per Utilitalia «necessario superare criticità normative sul riuso e favorire l’incontro tra domanda e offerta»

Adeguare la normativa, favorire l’incontro tra domanda e offerta, pianificare le infrastrutture necessarie e garantire la sostenibilità economica degli investimenti. Questi i punti essenziali evidenziati il 15 dicembre scorso dalla Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche nel corso dell’incontro “Depurazione e riutilizzo delle acque reflue affinate”, evento organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica

Tra i fattori abilitanti, Utilitalia ha chiesto di velocizzare il superamento del DM 185/2003 e la pubblicazione del DPR sul riuso tenendo in considerazione le osservazioni pervenute dalla Federazione in fase di consultazione, oltre all’inserimento del riuso nei bilanci idrici di distretto.

LE RESPONSABILITÀ DEI DIVERSI ATTORI DELLA FILIERA

Nell’ottica della Federazione, favorire l’incontro tra domanda e offerta consentirà di equilibrare e distribuire le corrette responsabilità di tutti gli attori della filiera: lato domanda, per quanto concerne l’affidabilità della qualità dell’acqua e la sua disponibilità continuativa; lato offerta, in riferimento alla copertura dei maggiori costi di investimento e di esercizio delle sezioni di affinamento necessarie in caso di riuso. Al contempo, incentivare in agricoltura gli approvvigionamenti che non incidono sulle fonti naturali come corpi idrici e falde, permetterà di preservarli e contestualmente di incrementare il riuso.

PIANIFICARE LE INFRASTRUTTURE NECESSARIE

In terzo luogo andranno pianificate le infrastrutture necessarie al riuso, sulla base di un’analisi costi-benefici, rivedendo i criteri di attribuzione dei fondi dedicati alle infrastrutture e coinvolgendo attivamente tutta la filiera, dai gestori idropotabili ai consorzi di bonifica, fino gli utilizzatori: nello specifico, si tratta di bacini di accumulo per raccogliere l’acqua affinata nei periodi in cui non è necessaria e di reti di distribuzione per trasportare l’acqua in uscita dal depuratore al luogo in cui serve garantendone la qualità. «È necessario infine – sottolineano a Utilitalia – garantire la sostenibilità economica degli investimenti necessari lungo tutta la filiera, anche attraverso finanziamenti dedicati e/o meccanismi incentivanti».

RIUSO DELLE ACQUE REFLUE

Il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura, ha concluso Utilitalia, è una soluzione che dovrebbe diventare strutturale applicando all’acqua, laddove economicamente sostenibile anche a fronte di una valutazione dei costi e dei benefici, gli stessi principi dell’economia circolare. I gestori sono pronti a fare la propria parte, considerando che l’Italia ha depuratori di ottima qualità. Con costi di investimento incrementali minimi, 112 grandi impianti di depurazione potrebbero fornire 2,3 miliardi di metri cubi d’acqua di riuso l’anno; a fronte di costi di investimento incrementali stimati in circa 4,2 miliardi per l’implementazione di sistemi di abbattimento terziari, altri 66 grandi impianti potrebbero produrre ulteriori 1,1 miliardi di metri cubi d’acqua.

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