tratto da “Insieme”, 28 novembre 2023 – La televisione pubblica britannica ha rivelato l’esistenza di un documento riservato in base al quale si deduce che è, o è stato in atto, un tentativo da parte del paese organizzatore di sfruttare il proprio ruolo per concludere accordi su petrolio e gas. Mentre “The Guardian” tira fuori altra documentazione che dimostrerebbe l’esistenza di un piano d’investimenti dell’Arabia Saudita per creare domanda per il suo petrolio e gas nei paesi in via di sviluppo in modo da tenere agganciati i paesi poveri all’uso di combustibili fossili.
COMBUSTIBILI FOSSILI IN AFRICA
Il piano saudita, denominato ODSP è diretto alla crescita dell’uso di automobili, autobus e aerei alimentati da combustibili fossili in Africa e altrove, mentre i paesi ricchi passano sempre più all’energia pulita. Attraverso l’ODSP si prevede di accelerare lo sviluppo del trasporto aereo supersonico, che comporta per i velivoli un utilizzo tre volte maggiore di carburante rispetto agli aeromobili convenzionali, oltreché di collaborare con una casa automobilistica per produrre in serie un veicolo economico con motore a combustione interna. Ulteriori piani promuovono le navi a motore, che utilizzano olio combustibile pesante o gas inquinanti per fornire elettricità alle comunità costiere. Nelle informazioni disponibili al pubblico, scrive il Guardian, il programma viene presentato come «rimozione delle barriere» all’energia e ai trasporti nei paesi più poveri e «aumento della sostenibilità», ad esempio fornendo fornelli a gas per sostituire la combustione a legna.
AUMENTO DELLA TEMPERATURA GLOBALE
Dalla COP28 ci si attende invece un definitivo impegno assunto a livello mondiale ai fini di limitare l’aumento della temperatura globale a una media dell’1,5°C e iniziare così a contrastare i cambiamenti climatici. Per fare questo è ormai opinione comune che sia necessario ridurre il consumo di combustibili fossili di almeno il 43% entro il 2030. I documenti della Bbc sono stati redatti dal team COP28 degli Emirati Arabi Uniti per gli incontri con almeno ventisette governi esteri in vista del vertice che prenderà avvio giovedì 30 novembre. Rivelati alcuni punti di discussione relativi alle possibilità da parte della Adnoc, la compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, di sfruttare il gas naturale liquefatto di Mozambico, Canada e Australia, lo stesso riguarderebbero i combustibili fossili della Colombia e di altri tredici paesi, tra cui Germania ed Egitto.
COP28 DUBAI
Il vertice internazionale di Dubai sarà presieduto da Sultan al-Jaber, ministro emiratino dell’Industria nonché amministratore delegato della compagnia petrolifera statale e dell’azienda statale di energie rinnovabili Masdar. La nomina aveva subito diffuso un senso di perplessità tra molti studiosi del settore e gli ambientalisti e il documento reso di pubblico dominio dalla Bbc è servito a rinfocolare le polemiche al riguardo. Justin Rowlatt (Bbc) ha scritto al riguardo: «Tentare di concludere affari durante il processo COP sembra essere una grave violazione degli standard di condotta che ci si aspetta da un presidente del vertice internazionale sul clima e l’ambiente. Tali standard sono stabiliti dall’organismo delle Nazioni Unite responsabile dei negoziati sul clima, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, UNFCCC. Essa stabilisce come il “principio cardinale” per i presidenti della COP e i loro team sia l’obbligo di imparzialità».
VERTICE DAGLI ESITI A RISCHIO
«Alla Bbc – prosegue Rowlatt – è stato riferito che i presidenti della COP dovrebbero agire senza pregiudizi, favoritismi, capricci, interessi personali, preferenze o deferenze, basandosi rigorosamente su un giudizio sano, indipendente ed equo. Ci si attende inoltre che garantiscano che le opinioni e le convinzioni personali non compromettano o sembrino compromettere il loro ruolo e le loro funzioni di funzionario dell’UNFCCC». Manuel Pulgar-Vidal, che nel 2014 ha presieduto il vertice COP20 in Perù, teme che un crollo della fiducia possa portare a nessun progresso nella lotta al cambiamento climatico alla fine del vertice di Dubai. «Il presidente della COP è il leader del mondo ò- ha egli dichiarato ai microfoni della Bbc -, sta cercando di costruire consenso a nome del pianeta. Se un presidente della COP cercasse di perseguire un interesse particolare, un interesse commerciale, ciò potrebbe significare il fallimento della COP».