SOCIETÀ, condizione femminile. Giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2023

A Palazzo Farnese in occasione de “I dialoghi del Farnese, programmi italo-francesi”, venerdì 24 novembre ha avuto luogo sul tema relativo all’azione, prevenzione e impegno nel contrasto al fenomeno, evento che ha registrato l’intervento di alcune donne protagoniste

a cura di Cristina May Patucchi – La serata inizia con i saluti dell’ambasciatore Martin Briens che ha voluto dedicare l’incontro alla memoria di Giulia Cecchettin, l’ultima giovane vittima di femminicidio. Questo caso ha profondamente scosso tutti noi porta a chiedersi come sia possibile prevenire il verificarsi di queste tragedie. L’ambasciatore ha più volte ricordato che le donne sono spesso le prime vittime nei periodi di crisi, e noi stiamo vivendo un periodo di crisi generale: climatica, sanitaria, economica e dei valori. La violenza delle guerre a cui si aggiunge la violenza domestica, familiare e sul lavoro non sono più accettabili, e quindi l’ambasciatore passa la parola a Céline Bonnaire, direttore esecutivo della fondazione Kering. La fondazione promuove l’inclusione riducendo stereotipi negativi aumentando la rappresentanza di gruppi emarginati per genere, razza/etnia, LGBTQIA+, disabilità, età, tipo di corporatura, eccetera. così da raggiungere una vera equità attraverso i media e sullo schermo. Madame Bonnaire snocciola una serie di dati raccolti durante gli ultimi anni dalla fondazione internazionale.

PROMUOVERE L’INCLUSIONE

La giornalista e scrittrice Maria Latella ha moderato l’incontro introducendo e ponendo domande alle donne presenti che combattono da sempre contro le disuguaglianze. La testimonianza dell’avvocatessa Lucia Annibali, sfigurata con l’acido dieci anni fa dall’ex fidanzato, che da allora è difensore civico della Regione Toscana, dice quanto le donne vittime di violenza non chiedano vendetta ma serenità di vita. Parla di consapevolezza dei propri diritti e della necessità che le donne acquisiscano il concetto di essere libere e che sia possibile per loro una autodeterminazione. Per la Francia i dati vengono forniti da Ynaée Benaben, direttrice dell’associazione «En avant toutes» attraverso sondaggi in rete che evidenziano una maggiore fragilità fra le donne con meno di venticinque anni. Le ragazze non hanno una sufficiente protezione umana perché si confidano attraverso la rete. Relazioni violente fra ragazzi per informazioni distorte. In Francia una donna su sei ha subito una violenza e solo una su dieci. denuncia l’aggressione.

I DATI SONO ALLARMANTI

Dati estremamente allarmanti che necessitano di risposte immediate. Nonostante l’evoluzione della società, nonostante la politica abbia fatto notevoli passi avanti con l’approvazione del codice rosso, e dopo l’efferato ultimo femminicidio siano stati raccolti l’unanimità dei voti, indipendentemente dall’orientamento politico, per l’aumento delle pene, si continuano a verificare questi casi. Perché pur lavorando in modo convergente verso un’educazione a rapporti umani corretti, si continuano a piangere vittime di violenza, compresa quella sui minori? La risposta appassionata di Antonella Veltri, presidente dell’associazione D.i.Re (donne in rete contro la violenza) dovrebbe far riflettere. L’associazione viene contattata da ventimila donne all’anno e si tratta spesso, per loro, degli unici punti di riferimento. In questi centri antiviolenza si lavora sulle donne e non sugli uomini che invece dovrebbero essere i primi ad imparare a fermarsi quando non riescono a controllare la rabbia. Mancano gli strumenti di controllo, le misure di allontanamento non vengono applicate, mancano I braccialetti elettronici, l’aumento delle pene non è un’arma deterrente sufficiente, e quindi, la conclusione, su cui tutte concordano, è una mancanza generale di risorse per poter applicare tutte le norme che potrebbero migliorare sostanzialmente i rapporti umani nella nostra società.

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