SOCIETÀ, prevenzione. Al Policlinico Gemelli di Roma nasce RiViGe, il comitato multidisciplinare di intervento e sensibilizzazione sui temi della violenza contro le donne

La presentazione ha avuto luogo in occasione di una riflessione a più voci promossa insieme ad Assolei e WindTre, a pochi mesi dall’apertura nella struttura sanitaria del Centro antiviolenza S.O.S LEI

Roma 24 novembre 2023 – Si chiama RiViGe (Risposta alla violenza di genere) ed è il comitato istituito presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS a pochi mesi dall’apertura del Centro antiviolenza S.O.S. LEI presso il Pronto soccorso dell’ospedale con l’intento di offrire un servizio dedicato a tutte le donne che subiscono violenza e maltrattamenti grazie alla collaborazione dell’Associazione Assolei e realizzato con il sostegno non condizionato di WindTre.

COGLIERE IN TEMPO I SEGNALI DELLA VIOLENZA

RiViGe è stato presentato in occasione del meeting a più voci intitolato “Violenza di genere: cogliere per tempo i segnali” che si è tenuto oggi, venerdì 24 novembre, al Policlinico Gemelli, nell’ambito delle iniziative dedicate alla Giornata internazionale per il contrasto alla violenza di genere. Il comitato, Del quale fanno parte diversi esperti del Policlinico Gemelli, è nato per portare avanti attività di intervento ma anche di prevenzione della violenza a tutto tondo, da una parte opera sulla rielaborazione delle procedure interne dedicate alla gestione dei casi di violenza di genere, sessuale e abuso sui minori e sulla formazione del personale affinché ogni professionista sia in grado di fornire le giuste risposte alle donne che vittime di violenza accedono alle cure della struttura sanitaria, dall’altra persegue un obiettivo di lungo termine, sensibilizzando ed educando sul tema.

UN PERCORSO INIZIATO LO SCORSO ANNO

«Il percorso iniziato lo scorso anno con i corsi di formazione del personale di Pronto soccorso – afferma al riguardo Francesca Giansante, responsabile del servizio sociale e membro del Comitato RiViGe del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS -, a seguito della successiva apertura del Centro antiviolenza S.O.S, oggi ci chiede di fare un passo in più nella direzione della prevenzione: parlare di violenza di genere, formare e informare su questa emergenza. Tutto questo richiede competenza e impegno e deve essere l’obiettivo principe a cui far riferimento in tutte le attività che il Comitato si prefigge di portare avanti, affinché anche in un luogo come l’ospedale, dove generalmente si offre sostegno a donne che vivono un momento di acuzie legato alla violenza subita, le vittime possano trovare un ambiente capace non solo di garantire cure sanitarie e strumenti operativi dedicati ma anche supporto emotivo e orientamento  verso i percorsi di fuoriuscita dalla violenza».

L’IMPEGNO PROFUSO AI FINI DELL’EVOLUZIONE CULTURALE

«Il nostro Policlinico si sta impegnando per arrivare a quell’evoluzione culturale per superare gli schemi e i retaggi culturali del patriarcato che sono alla base della violenza di genere, come gli stereotipi e i pregiudizi, grazie anche al fondamentale apporto di specifiche competenze offerte dall’Associazione Assolei che dal 1993 offre supporto e attività in tal senso. “In questi soli otto mesi di attività del CAV – testimonia Dalila Novelli di Assolei -, le operatrici dell’associazione hanno avuto modo di incontrare fisicamente oltre settanta vittime inviate dal Pronto soccorso e dai reparti del Policlinico e di dare ascolto a circa duecentocinquanta donne grazie ai numeri di telefono dedicati: 3203464044 è quello messo a disposizione da WindTre. Per ognuna di loro si è avviato un percorso di affiancamento e di sostegno sia legale che psicologico nel rispetto delle richieste e dell’autodeterminazione delle donne. Inoltre le operatrici hanno avuto modo di stringere una rete di contatti con le forze dell’ordine e con le strutture di accoglienza alloggiativa in casi di emergenza che hanno permesso agli interventi di offrire una migliore efficacia».

RICONOSCERE, DENUNCIARE, TUTELARE

«Le ultime generazioni hanno imparato a riconoscere, denunciare e apprestare forme di tutela più adeguate, contro la violenza – afferma Barbara Strappato, direttore della Prima Divisione del Servizio polizia postale e delle comunicazioni -, nonostante questo non abbiamo sconfitto la violenza. Oggi finalmente tutti hanno compreso come sia necessario cambiare la cultura crescendo una generazione di donne e uomini consapevoli. E la cultura si cambia con un’arma potentissima: le parole». Nella settimana precedente al 25 novembre alcuni componenti del Comitato RiViGe, unitamente alle operatrici di SOS Lei, hanno organizzato avanti un tour di lezioni itineranti presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Approfittando di una parte di spazi già calendarizzati nelle lezioni nei diversi corsi di studio offerti dall’ateneo e trovando una buona risposta e accoglienza da parte del personale docente, sono stati forniti segmenti formativi sul tema della violenza agli studenti e alle studentesse dell’ateneo, non solo per anticipare a loro beneficio i primi strumenti operativi, ma soprattutto per sensibilizzare la popolazione studentesca sulla realtà ormai tristemente diffusa di tale fenomeno culturale e sociale affinché, come cittadini e cittadine, siano in grado di riconoscerne i segni non solo sanitari ma empatici ed emotivi.

TESTIMONIANZE

Attraverso il contributo di Annarita Palmieri (membro del Comitato RiViGe), l’apertura dei lavori è stata preceduta da un pensiero dedicato alla giovane Giulia Cecchettin, ultima vittima di violenza di genere che proprio in questi giorni avrebbe dovuto gioire dell’importante risultato ottenuto con la laurea in ingegneria. Il programma della giornata concerneva l’intervento del direttore sanitario Andrea Cambieri, della direttrice Risorse umane Roberta Galluzzi, di quella SITRA, Carmen Nuzzo, della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. A seguire è stato proiettato il cortometraggio “Piccole cose di valore non quantificabile”, realizzato nel 1999 dai registi Luca Miniero e Paolo Genovese, quest’ultimo presente alla manifestazione, che in modo delicato ma penetrante mette in evidenza quanto sia importante saper cogliere i segnali e i segni della violenza, anche quando non espressamente definiti o raccontati.

IL DIBATTITO

Si è poi entrati nel vivo della discussione, moderata dalla giornalista Roberta Serdoz, caporedattrice centrale del TGR Lazio, con l’intervento di Barbara Strappato (direttore della Prima Divisione del Servizio polizia postale e delle comunicazioni), Maria Monteleone (magistrato, già Procuratore aggiunto coordinatore del pool antiviolenza) ed Elisabetta Lancellotta (componente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio e su ogni altra forma di violenza di genere). Francesca Giansante ha presentato le attività del Comitato RiViGe all’interno del Gemelli, seguita dall’intervento di Dalila Novelli con le operatrici del CAV S.O.S. LEI Associazione Assolei.

NECESSARIO UN PROFONDO CAMBIAMENTO CULTURALE

Ha concluso i lavori Rossella Gangi, direttrice Risorse umane WindTre, che ha dichiarato: «Il contrasto alla violenza è una responsabilità che ci riguarda da vicino e richiede un profondo cambiamento culturale. WindTre si è assunta l’impegno di diffondere conoscenza e consapevolezza attraverso attività concrete di sensibilizzazione, come la realizzazione del cortometraggio “Di notte” e il lavoro che faremo nelle scuole superiori a partire dal 2024. Riteniamo, infatti, che sia fondamentale educare e dialogare con le nuove generazioni per costruire un futuro sempre più inclusivo, umano e non violento. WINDTRE ha inoltre rinnovato il suo sostegno anche nel 2024 al Centro antiviolenza «S.O.S LEI», un luogo sicuro di vicinanza, aiuto e ascolto».

Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore: Largo Agostino Gemelli, 8 Roma

www.policlinicogemelli.it

Condividi: