SOCIETÀ, carcere e liberazione. Velletri, ex penitenziario pontificio: l’arte contemporanea pone in evidenza la fragilità dell’essere umano

Un progetto innovativo e a suo modo rivoluzionario: entrare nell’animo umano per liberarlo attraverso l’ingresso in un carcere, quello pontificio di Velletri. Un struttura che in realtà non costringe più nessuno, poiché le sue porte sono aperte da quarant’anni, da quando cioè è caduto in abbandono. È «al suo interno» che Sergio Mario Illuminato, artefice dell’evento “iosonovulnerabile, dunquevivo”, ha collocato il suo percorso ideale, fatto di immagini, musica e sentimenti, concepito allo scopo di trasformare la durezza del passato in un luogo di riflessione e consapevolezza. Queste mura presto verranno abbattute per fare spazio ad altro, nell’impeto di rigenerazione urbana che guida la mano degli umani. Dunque è la vigilia di un momento di trasformazione, spunto per affrontare il tema della detenzione attraverso i suoi molteplici aspetti, critici e afflittivi, ma anche di speranza; insidertrend.it lo ha fatto mettendo insieme il curatore dell’evento con Rita Bernardini, dell’associazione Nessuno tocchi Caino, instancabile attivista per la garanzia dei diritti (registrazione audio A595)

La vulnerabilità propria dell’essere umano è al centro di questa profonda riflessione indotta dall’arte contemporanea, dall’iniziativa artistica di respiro internazionale “IOSONOVULNERABILE, DUNQUE VIVO”, intrapresa nell’ex carcere pontificio di Velletri, presso Roma, da un gruppo di artisti coordinati da Sergio Mario Illuminato, che dell’evento è il curatore.

ARTE E (È) CONOSCENZA

Arte è amare la realtà, tuttavia quest’ultima è anche necessario conoscerla al fine di poterla valutare. E, per quanto concerne le carceri italiane, coi loro detenuti e i loro detenenti, è lo sforzo profuso da Rita Bernardini, la ex parlamentare radicale oggi oltremodo attiva in Nessuno tocchi Caino, associazione che della salvaguardia dei diritti si occupa. Ella ha accettato di discutere con Illuminato partendo proprio dal tema della rigenerazione urbana, da quel carcere pontificio velletrano disabitato da decenni che prestò verrà abbattuto per dare spazio ad altre forme architettoniche ad altre funzioni. Come potrebbe verificarsi per Regina Coeli a Roma, carcere giudiziario sovraffollato e degradato, oppure per altri stabilimenti di pena sparsi nel Paese, storici sul piano architettonico e culturale, ma vecchi ai fini dello svolgimento della funzione carceraria.

QUANDO L’OCCHIO NON VUOLE VEDERE

Una realtà del tutto particolare quanto negletta, su questo aspetto convengono entrambi gli interlocutori interpellati da insidertrend.it. Qualcosa, per certi aspetti rimossa dall’immaginario collettivo in quanto «scomoda», al pari di una discarica di rifiuti o di un altro servizio alla cittadinanza che comporti disagi solo in ragione della sua presenza sul territorio. Ma, è appunto sul loro contenuto di variegata umanità che si concentrano i due nella loro discussione, che ha rinvenuto il suo spunto proprio da questo carcere di oltre mille metri quadri costruito nel 1861 e sepolto nell’oblio da oltre quarant’anni, oggi tornato a vivere per merito di questa meritoria iniziativa che lo ha trasformato, sia per il suo canto del cigno, in un luogo d’arte e dialogo a beneficio delle future generazioni.

L’ULTIMA OCCASIONE PER DOCUMENTARE

Infatti, l’evento al quale hanno dato vita Illuminato e i suoi collaboratori costituisce l’ultima documentazione utile prima della ristrutturazione del complesso, prevista per il gennaio del prossimo anno. Il progetto, unico nel suo genere, è un audace e innovativo esperimento artistico che pone al centro della riflessione la fragilità dell’essere umano. Gli affrontano l’arduo compito dell’immersione nel contesto carcerario allo scopo di trasformare la durezza del passato in un luogo di consapevolezza. Essi, muovendo da una residenza artistica hanno trasformato l’ex carcere in uno spazio intellettuale dal quale si è generato il movimento Vulnerarte, che ha poi portato alla realizzazione del cortometraggio “Vulnerare” e alla pratica performativa “iosonovulnerabile”, che proseguirà fino al 30 gennaio 2024.

AMARE LA REALTÀ

Arte è amare la realtà, evento aperto al pubblico, ha luogo nell’ex carcere pontificio di Velletri; l’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di Regione Lazio, Città Metropolitana Roma Capitale e Comune di Velletri.

A595 – CARCERE E LIBERAZIONE, A VELLETRI L’ARTE CONTEMPORANEA PONE IN EVIDENZA LA FRAGILITÀ DELL’ESSERE UMANO: nell’ex penitenziario pontificio ha luogo “iosonovulnerabile, dunquevivo”.
Un progetto innovativo e a suo modo rivoluzionario: entrare nell’animo umano per liberarlo attraverso l’ingresso in un carcere, quello pontificio di Velletri. Un struttura che in realtà non costringe più nessuno, poiché le sue porte sono aperte da quarant’anni, da quando cioè è caduto in abbandono. È «al suo interno» che SERGIO MARIO ILLUMINATO, artefice dell’evento “iosonovulnerabile, dunquevivo”, ha collocato il suo percorso ideale, fatto di immagini, musica e sentimenti, concepito allo scopo di trasformare la durezza del passato in un luogo di riflessione e consapevolezza. Mura che presto verranno abbattute per fare spazio ad altro, nell’impeto di rigenerazione urbana che guida la mano degli umani. Dunque è la vigilia di un momento di trasformazione, spunto per affrontare il tema della detenzione attraverso i suoi molteplici aspetti, critici e afflittivi, ma anche di speranza; insidertrend.it lo ha fatto mettendo insieme il curatore dell’evento con RITA BERNARDINI, dell’associazione Nessuno tocchi Caino, instancabile attivista per la garanzia dei diritti.
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