Malgrado l’opposizione ai prodotti geneticamente modificati da parte dell’attuale ministro delle Politiche agricole, della Sovranità alimentare e delle Foreste, in linea con alcuni dirigenti di associazioni di categoria del settore primario, quali Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione italiana agricoltori, gli operatori del settore agroalimentare e gli scienziati si sono pronunziati in favore delle biotecnologie innovative, come l’editing del genoma.
PESO DELL’AGRICOLTURA SUL PIL
Lo scorso 13 giugno l’Italia ha autorizzato la sperimentazione sul campo di biotecnologie innovative a scopi scientifici, una finestra temporale concessa fino al 31 dicembre 2024 per la sua pratica effettuazione. L’agricoltura costituisce uno dei settori chiave dell’economia italiana, pesando per il 2,2% sul prodotto interno lordo del Paese. Tuttavia, quest’ultimo si trova a dipendere dalle importazioni di materie prime biotecnologiche (MPB), principalmente soia (2,4 milioni di tonnellate importate nel 2022) e farina di soia (1,6 milioni di tonnellate importate nel medesimo periodo), prodotti utilizzati come mangimi nelle industrie lattiero-casearie e, più in generale, nella zootecnia.
IL RIFIUTO DEGLI OGM DA PARTE DELL’OPINIONE PUBBLICA
L’atteggiamento generale dell’opinione pubblica riguardo all’ingegneria genetica permane in ogni caso ostile e nell’animato dibattito sulle colture geneticamente modificate e sulla sperimentazione vegetale risulta difficile, quando non controproducente sul piano mediatico e politico, sostenere la validità e l’opportunità della ricerca e della coltivazione degli organismi geneticamente modificati (Ogm). Un clima che ha condotto a un abbattimento dei volumi di ricerca sia da parte pubblica che privata, con la riduzione ai minimi termini dei finanziamenti ai prodotti Ogm.
RICERCA E SPERIMENTAZIONE IN ITALIA
Come accennato, recentemente è stata autorizzato un breve periodo di sperimentazione di biotecnologie innovative per finalità scientifiche, questo allo scopo di affinare la selezione genomica per implementare le condizioni di allevamento degli animali. L’Italia non produce clonati animali per scopi commerciali, animali e cloni geneticamente modificati vengono impiegati principalmente per finalità di natura medica o per applicazioni nel campo della farmaceutica. A Cremona è in funzione un centro di ricerca genetica, Avantea Ltd., attivo nel campo della clonazione animale esclusivamente a fini sperimentali e di ricerca. Si esibisce anche Avantea modifica del genoma nei suini per la ricerca biomedica. In Italia si producono e commercializzano ingredienti alimentari derivati dalla biotecnologia microbica, applicati successivamente in alimenti e bevande nonché nei settori farmaceutico, bioindustriale e veterinario. Essi sono il risultato della lavorazione su una varietà di batteri, lieviti, funghi ed enzimi.