INDUSTRIA, Difesa. Europa: le opportunità che risiedono nell’integrazione

Verso le piattaforme di VI generazione. Si è appena concluso a Bruxelles il network del settore Difesa e aerospazio di IndustriAll Europe, che ha registrato la partecipazione dei sindacati rappresentanti diversi paesi del vecchio continente: Italia, Germania, Francia, Belgio e Regno Unito

a cura di Fim Cisl – Come Fim Cisl nazionale abbiamo ritenuto porre all’attenzione del Sindacato Europeo quello che per noi è un elemento strategico, nel dibattito in seno alla Comunità europea, ovvero le opportunità derivanti dall’integrazione tra Stati nello sviluppo delle piattaforme di VI generazione.

NECESSARIO COOPERARE DI PIÙ

Afferma al riguardo Fabio Bernardini, coordinatore nazionale Fim Cisl settore Difesa e aerospazio: «Attualmente i Paesi europei non si concentrano sulla Difesa del continente insieme ma ognuno sulla propria difesa nazionale, mentre occorrerebbe incoraggiare ed esigere che si cooperi di più e si provi a integrare i singoli sforzi per una difesa comune. È strategico, nella drammaticità e nell’assoluta condanna di quanto sta avvenendo in Ucraina e in Medio Oriente, sfruttare questo momento per spingere l’Europa verso una nuova direzione in cui gli “europei” lavorino di più insieme costruendo le loro forze anche attraverso il coordinamento dei loro acquisti di Difesa iniziando contemporaneamente a lavorare al lungo, quanto indispensabile, processo di integrazione degli eserciti e delle tecnologie a loro connesse».

SPESA MONDIALE IN ARMI: DATI 2022

Nel 2022 la spesa globale per la Difesa è cresciuto per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo i 2.240 miliardi di dollari, con l’Europa che ha visto l’aumento maggiore con una crescita del 13%, pari a 345 miliardi, la più alta dalla caduta del muro di Berlino ma il vero problema è che oggi l’Europa dei ventisette paesi membri, spende 230 miliardi di euro per mantenere efficienti 180 sistemi d’arma differenti rispetto agli Stati Uniti d’America che ne spendono “solo” 30 di miliardi per diciassette sistemi, quindi può avere più risorse da investire in innovazione prodotto.

TECNOLOGIE CONNESSE AI DIVERSI DOMINI SUL CAMPO DI BATTAGLIA

«Appare evidente – sottolinea Roberto Benaglia, segretario generale di Fim Cisl -, e a nostro avviso non più rimandabile, non soltanto l’esigenza di spendere meglio ma soprattutto di evitare sprechi e duplicazioni, ma soprattutto sul tema relativo ai prodotti e alle tecnologie connesse agli attuali domini , cioè aereo, terrestre, navale, under water, spazio, IA / Cyber Security, che come organizzazioni sindacali abbiamo, e a nostro avviso dobbiamo, avere la capacità di orientare le scelte, in primo luogo nell’interesse dell’Europa e successivamente per le ricadute nell’expertise ingegneristico-industriale, nelle infrastrutture e infine nello sviluppo occupazionale dei singoli stati membri. Lo sviluppo di programmi tra di loro in competizione e quindi tra di loro alternativi rischia di duplicare sforzi e investimenti e produrre lo stesso effetto di disperdere risorse, competenze ed energie».

LA FILIERA INDUSTRIALE DELLA DIFESA OGGI

Oggi la filiera industriale della Difesa è un asset strategico per l’economia del continente e da lavoro a circa 900.000 persone con alta preparazione tecnica, registrando un fatturato di oltre 260 miliardi che ha ricadute, oltre che sui grandi player nazionali, a circa 2.500 piccole e medie imprese europee, un ecosistema di eccellenze finalizzate allo sviluppo delle disruptive technologies, ma che hanno ricadute importanti anche nei settori civili. È pertanto strategico e necessario promuovere un’iniziativa comune, che nasca nell’ambito della cooperazione europea, finalizzata, nei domini della Difesa, a realizzare un progetto univoco che si fondi sul principio che ogni sistema Paese consegua obiettivi di assoluto rilievo, nei programmi strategici che si stanno sviluppando, in termini di ritorni finanziari, tecnologici e industriali.

STRATEGIE, PARTENARIATI E ALLEANZE

«Proprio per questa ragione come sindacato europeo – conclude Barbara Arsieni, responsabile internazionale Fim Cisl  -, dobbiamo provare ad essere il vettore che orienti, prima che vengano fatte le scelte, l’industria della Difesa europea, dando per primi testimonianza di unità e di cooperazione attraverso chiari indirizzi finalizzati a strategie che orientino i singoli Stati dell’Unione a ricercare il miglior posizionamento in termini di partenariati e alleanze». Ogni scelta che verrà fatta dalle strutture politiche nazionali ed europee genererà effetti che si protrarranno in un arco temporale non inferiore ai trenta anni, senza scelte mirate rischiamo di vanificare o peggio di non valorizzare, la più grande opportunità di sviluppo nel campo dell’aerospazio e della difesa Europea.

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