INDUSTRIA, siderurgia. Ex Ilva, Usb: «Arcelor Mittal è il problema, non la soluzione e l’assemblea dei soci del 23 novembre potrà soltanto certificare il disastro»

Ad avviso dell’organizzazione sindacale di base è inutile illudersi riguardo ad Arcelor Mittal, mentre per andare incontro alle aspettative dei lavoratori «basterebbero» quattrocento milioni di euro che dovrebbe stanziare lo Stato

a cura di Usb Taranto – «L’Unione sindacale di base a differenza di altri non si fa alcuna aspettativa sulle decisioni che verranno assunte nell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia. Anzi vogliamo essere chiari nel dire che ci aspettiamo il peggior scenario possibile. Ci rifiutiamo di sottostare a questo ennesimo passaggio liturgico, che non può che essere deludente», così in un comunicato diffuso alla stampa i responsabili dell’Unione sindacale di base di Taranto.

NON CI SONO ALTERNATIVE

«Come abbiamo più volte ribadito – essi aggiungono -, nulla ci aspettiamo da chi non ha mai dimostrato di meritare credibilità e fiducia e continuiamo a ripetere che Arcelor Mittal deve andare via. Non ci sono alternative.È ridicolo  temporeggiare ancora , è ridicolo soprattutto che a farlo sia il Governo che, dopo aver garantito  nuovamente lo scudo penale e dopo avere regalato risorse  pubbliche, tante, pensa di mettere ancora una volta alla prova Arce lor Mittal, come se non avesse ancora avuto tutte le dimostrazioni possibili  della sua mancanza di volontà e di capacità di gestire lo stabilimento siderurgico».

QUATTROCENTO MILIONI DI EURO

«A fronte di miliardi di euro che il Governo si appresta a regalare alla multinazionale – prosegue il comunicato Usb -, basterebbe mettere sul piatto quattrocento milioni per andare incontro  alle esigenze dei lavoratori,  prendendo in considerazione finalmente la piattaforma di proposte da noi confezionata,  che oltre al rilancio dello stabilimento e la decarbonizzazione contempla gli esodi incentivati, il riconoscimento di amianto e lavoro usurante, l’integrazione al reddito riparametrata e adeguata all’inflazione reale, oltreché ovviamente garanzie occupazionali per tutti i lavoratori. Questi sono tutti passaggi obbligati perché possano essere messi davvero in sicurezza  i lavoratori e la comunità, che sono le uniche vere vittime di questa storia infinita.

RILANCIO DELL’INIZIATIVA SINDACALE

Concludono i sindacalisti che «non dovrebbe essere un problema per il ministro Fitto individuare queste risorse, se, in un battito di ciglia, è riuscito a trovare quasi cinque miliardi di euro, continuando a drenare soldi nelle casse di una multinazionale estera che è stata capace solo di produrre danni, nuove incertezze e la quasi totale fermata della fabbrica. Come Unione sindacale di base ci stiamo preparando a rilanciare la nostra iniziativa, che non potrà che essere forte e rappresentativa della rabbia di intere comunità da Genova a Taranto».

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