ECONOMIA, conti pubblici. Verdetto della Commissione europea: bilancio italiano «non in linea» con le raccomandazioni di Bruxelles

Il documento programmatico presentato dal Governo Meloni è stato valutato «non pienamente in linea» e, conseguentemente, Roma è stata invitata a tenersi pronta ad adottare le misure correttive necessarie. Nella giornata di ieri sull’argomento si è espresso il Commissario europeo all’economia, paolo Gentiloni Silveri, che ha comunque escluso una manovra correttiva in primavera. Rispondendo ai giornalisti, egli ha inoltre affrontato i temi relativi alla riforma del Patto di stabilità e crescita e al «nodo» costituito dal Mes

A seguito dell’esame effettuato dalla commissione europea sui bilanci per il 2024 dei venti Stati dell’eurozona, sette di essi sono stati promossi a pieni voti, mentre nove (tra i quali figura anche l’Italia) i conti pubblici sono stati rinviati a ulteriori valutazioni da fare il prossimo anno, quattro, infine, tra i quali la Francia, non hanno invece superato il vaglio di Bruxelles.

BILANCIO ITALIANO «NON IN LINEA» CON LE RACCOMANDAZIONI EUROPEE

Il documento programmatico presentato dal Governo Meloni è stato valutato «non pienamente in linea» e, conseguentemente, Roma è stata invitata a tenersi pronta ad adottare le misure correttive necessarie. Nella giornata di ieri sull’argomento si è espresso il Commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni Silveri. «L’opinione che la commissione si è formata sulla proposta di bilancio italiana è che non è pienamente in linea con le raccomandazioni europee, che, tradotto, vuol dire che non si tratta di una bocciatura, bensì di un invito a politiche di bilancio prudenti e al pieno uso per gli investimenti e le riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

UN RISULTATO COMUNQUE UTILE

Il Commissario europeo all’economia ha quindi affermato di ritenere questo risultato comunque «utile», sul quale «proseguirà la collaborazione tra le Autorità italiane e la Commissione europea». Riguardo invece al Patto di stabilità e crescita, alla domanda postagli da un giornalista riguardo ai tempi di un accordo tra Roma e Bruxelles entro la scadenza del prossimo dicembre, Gentiloni ha replicato «di vedere come la discussione stia accelerando, con contatti continui e molto intensi trai diversi governi e non solo tra Francia e Germania. Il Governo italiano è molto impegnato in queste discussioni, quindi resto ottimista sulla possibilità di arrivare a una intesa. Non ci siamo ancora, ma penso che ci si potrà arrivare perché c’è l’impegno di tutti, in particolare della presidenza spagnola».

IL «NODO» DEL MES: L’EUROPA VUOLE CHIUDERE LA PARTITA

Il nodo rappresentato dal Meccanismo salva stati, Mes: una sua ratifica entro il 2023 da parte italiana potrebbe facilitare la discussione tra i Paesi membri sul patto di stabilità, soprattutto tra quei paesi che ci tengono particolarmente? «È chiaro che la posizione italiana sulla ratifica del Mes dipende dalle decisioni del Parlamento italiano, ed è chiaro che non c’è formalmente alcun legame tra questa questione e le altre questioni su cui si sta negoziando. Dopodiché, in termini politici ognuno può fare le conclusioni che ritiene. È chiaro che c’è un interesse da parte dell’insieme dei Paesi europei a giungere a una conclusione di questo emendamento, lo statuto del Mes che è stato adottato all’unanimità più di due anni fa. Quindi che questa partita la si voglia concludere credo che sia assolutamente chiaro e comprensibile».

ESCLUSA UNA MANOVRA CORRETTIVA

Gentiloni ha infine escluso che l’Italia venga chiamata a fare una manovra correttiva nella prossima primavera: «Questi inviti – ha egli dichiarato -, diciamo così, uniformi per i vari gruppi di Paesi, che riguardano nel caso nove che non sono pienamente in linea, sono inviti a prendere le misure opportune ma non a procedere a manovre correttive».

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